Il carnevale è oramai alle porte.

In questo articolo cercherò di stuzzicare la tua curiosità circa alcuni luoghi dove festeggiare questo periodo di allegria e divertimento.

Non si tratta di Rio, né di Viareggio o di Cento ma di alcune destinazioni che forse non ti aspetti, facilmente raggiungibili con un volo a basso costo e dallo spettacolo e dal divertimento assicurato.

Seguimi, oggi ti parlerò di una destinazione nostrana: la Sardegna, facilmente raggiungibile con un volo low cost dalla penisola con la Ryanair, la Easyjet e la Windjet.

In Sardegna il Carnevale (Su karrasegare o karrasecare) inizia tradizionalmente con la festa di S.Antonio Abate, il 17 gennaio, e si conclude il mercoledì delle Ceneri.

I festeggiamenti si concentrano soprattutto tra il giovedì e il martedì grasso e si dividono tra  tradizioni equestri, maschere e riti dalle origini antiche.

Parlando di tradizioni equestri non ha forse bisogno di presentazioni “La Sartiglia” di Oristano:

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oppure
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un gioco di origini antichissime che altro non è che una corsa equestre all’anello, sospeso su di un percorso all’altezza di un uomo a cavallo.

L’organizzazione della giostra, che si corre la domenica e il martedi, spetta ai Gremi dei contadini e quello dei falegnami.

Sono i Gremi a scegliere tra tanti aspiranti quello che si può definire il “re” della SartigliaSu Componidori.

La sua vestizione è un rito magico e suggestivo a cui solo pochi fortunati possono assistere, in rigoroso silenzio.

E’ questo il momento che segna il passaggio di questa figura dalla condizione umana a quella divina.

Il momento ultimo della vestizione culmina con l’applicazione sul viso di una maschera androgina, di colore terra (per Su componidori che appartiene al Gremio dei contadini) o bianca (per Su componidori del Gremio dei falegnami), che viene assicurata al volto con dei legacci e dei fazzoletti di seta.

Sul capo del cavaliere viene infine posto un meraviglioso velo bianco finemente ricamato e sopra un cappello a cilindro dal colore nero.

A questo punto “Su componidori” è pronto per apparire in pubblico sul suo cavallo: la tradizione vuole che non dovrà toccare terra sino alla fine della giornata e sino all’avvenuta svestizione.

E proprio per questo motivo, viene introdotto nella stanza ove si è svolta la vestizione, il cavallo che, avvicinato al tavolo, permetterà a Su Componidori di rispettare questa antica regola.

Con in mano “sa Pippia de Maju” (Pupa di Maggio), una sorta di scettro ornato da un fascio di fiori, Su Componidori segna un’ampia croce sui presenti in segno di benedizione.

L’uscita de Su Componidori è accompagnata dagli applausi della folla, che numerosa attende con trepidazione la corsa alla stella accompagnato dal rullio dei dei tamburini e dagli squilli di tromba cui spetta il compito di aprire la sfilata.

Spetta a “Su componidori” aprire la caccia alla stella prima di passare il gioco ai suoi vice e infine a quanti riceveranno dal capo corsa la spada.

La tradizione vuole che dal numero delle stelle infilate derivi un presagio sul raccolto.

Poi l’ultima corsa alla stella, questa volta con Su stoccu, un’asta di legno lavorato, prima del saluto de “Su componidori” che disteso supino sul dorso del cavallo percorrerà un’ultima volta la pista benedicendo la folla.

Seguono le spettacolari Pariglie, audaci acrobazie dei cavalieri in sella ai loro cavalli:
a gruppi di tre con i cavalli appaiati disegnano figure provate per mesi e mesi;
esibizioni pericolose che tengono con il fiato sospeso e regalano un emozione unica e che con l’ultimo passaggio de Su componidori segnano la chiusura di una festa unica, magica, piena di colori e di tradizione qual è “La Sartiglia”.

La Sardegna inoltre, conserva a Mamoiada, centro della provincia di Nuoro, l’arcaico rituale dei “Mamuthones” e degli “Issohadores

=> MamuthonesMamoiada

Si tratta di una cerimonia solenne, nella quale i Mamuthones si muovono in uno strano ed irreale silenzio, su due file parallele, con passo lento, curvi sotto il peso che portano addosso: venticinque chili di campanacci di varia misura, stretti con cinghie in pelle ben tirate tra le spalle ed il torace.

Muovendosi in modo ordinato ed in perfetta sintonia danno origine ad un unico suono, acuto e greve, emesso dando un colpo di spalla e saltellando per far suonare i campanacci:
colpa di spalla destra e battutta del piede sinistro in avanti; colpo di spalla sinistra e battuta del piede destro in avanti.

Affiancati a loro gli Issohadores si muovono con passo più agile, a testa alta, poi all’improvviso si staccano dal gruppo, gettano il laccio (“Sa Soha“) e tirano a sè come un prigioniero l’amico o la donna che hanno scelto nella folla.

E’ questa una manifestazione che cattura l’attenzione ed ispira un sentimento di profondo rispetto da parte dei numerosi visitatori che in silenzio seguono questo antico rito che ha origine antiche e intende ricordare il momento in cui gli aguzzini conquistadores (Issohadores) portavano i prigionieri (Mamuthones) incontro al loro destino con indosso la gogna delle catene.

Che aspetti a partire?

Non sei abbastanza curioso/a?

Buon carnevale!

Articolo di
Bianca Ferracani