Si avvicina l’estate, e con essa si espande il desiderio di uscire…

Il bisogno di evadere prende il sopravvento e la mente galoppa incontro al pensiero di recarsi dove il corpo può ritrovarsi, insieme alla mente.

Tanti sono i modi e i luoghi che ognuno di noi ha per soddisfare tali bisogni, spaziando da passeggiate in montagna, nei parchi, leggendo un libro o ascoltando musica.

Sdraiarsi a prendere i primi spicchi di sole che gentilmente si appoggiano tiepidi sulla pelle.

Il cassetto della mia mente, chiuso per l’inverno ma non certo dimenticato, si riapre e a gran velocità fuoriesce la voglia impellente di recarmi al mare.
Scatta improvvisamente come un cucù che segna l’ora.

Quell’ora è giunta e mi accingo a dirigermi verso l’ascolto deciso delle onde…

Ma ancor più forte è la bellezza che il lungomare offre a coloro che scelgono di sostare anche solo per un attimo di fronte ad esso.

Ammassati e sovrapposti, appena lasciati dall’acqua, grandi e piccoli, si trovano i sassi e le conchiglie, che da sempre abitano la riva del mare.

Sono di passaggio, vengono e vanno, e lasciano il loro profumo fino al prossimo viaggio.

Sono in grado si conservare la loro essenza salmastra per ore, e con un poco di fantasia, muniti di qualche frammento di leggenda, si può persino sentire il rumore del mare

A colpo d’occhio pare quasi di vedere un tappeto multicolore che se non si è attenti, potrebbe scricchiolare sotto i nostri piedi.

Occorre essere delicati, per far sì che queste perle omaggiate dal mare possano rimanere intatte.

Non esiste mare italiano o estero che non abbia in sè la generosità di lasciare i vecchi abitanti dei fondali sulla terra ferma.

Non nascondo di averne visti di più incantevoli rispetto ad altri, come ad esempio in alcune località greche; la spiaggia di Lionas nell’isola di Naxos, ricca di sassi di tutti i tipi… rotondi, ovali, triangolari.

La spiaggia di Cala Brandinchi in Sardegna, dove la sabbia quasi caraibica permette di risaltare i colori delle conchiglie che emergono qua e là…

Ricordo Riccione sulla riviera Adriatica, che soprattutto nel mese di marzo sbarca sulle sue rive moltitudini di conchiglie, e nel guardarle non si può far a meno di sorridere…

Scientificamente parlando le conchiglie portate a riva sono state estirpate dal fondo perchè prive di vita, ma credo che qualcosa sia rimasto della loro esistenza e lo si può vedere dai colori che ancora emanano.

Che sia più o meno giusto raccoglierle e portarle a casa non so dirlo, credo però, che una volta giunte a riva siano conscie che il loro viaggio potrebbe portarle altrove…

E da quel momento sta a ognuno di noi scegliere se lasciarle o conservarle.

La mia scelta l’ho fatta.

E così si passeggia e tra una chiacchiera e l’altra ci si meraviglia di trovarne di così tante specie e ogni volta è una sorpresa sempre nuova!

Ci sono mesi in cui magicamente si volatilizzano, quasi come se il fondo marino facesse da giudice nel decidere quando, come e dove poterle donare.

Le volte in cui sono al mare non manco di passeggiare e curiosa spero di incontrare qualche abitante di esso, che sosta per un poco sul mio passare.

L’estate si avvicina, e felice attendo di vedere esaudito il mio desiderio.

Come credo e spero che anche tu farai…

Qualunque esso sia, fiume o lago, montagna o mare

Ciao,
Chiara