Foto di Bianca Ferracani

Pechino (Beijing) e i suoi Hutong ovvero come tornare indietro nel tempo a pochi passi dalla modernità.

Intanto se vuoi leggere le uscite precedenti ecco gli indirizzi:

=> Cina, Informazioni, Consigli e Impressioni – Parte Prima (Introduzione e Città Perduta)

=> Cina, Informazioni, Consigli e Impressioni – Parte Seconda (Grande Muraglia)

=> Cina, Informazioni, Consigli e Impressioni su Pechino – Parte Terza (I Palazzi)

=> Cina, Informazioni, Consigli e Impressioni su Pechino – Parte Quarta (Mercati Storici)

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Gli Hutong sono gli stretti vicoli della capitale lungo i quali la vita dei pechinesi scorre lenta da secoli: basti pensare che un detto cinese recita che se non si entra negli hutong non si conosce Pechino.

Il termine Hutong è apparso nel 13° secolo, dopo che la dinastia Yuan (di origine mongole) ha stabilito la capitale a Pechino, e la parola hutong deriva proprio dal mongolo Huto (pozzo) e infatti, all’inizio, la costruzione degli Hutong seguiva la distribuzione dei pozzi.
Oggi la parola Hutong è diventato il termine per indicare i vicoli nel nord della Cina e nella capitale se ne possono contare parecchie centinaia; secondo un altro detto popolare a Pechino ci sono 360 Hutong con un proprio nome e quelli senza nome sono innumerevoli.

Si pensi che al massimo della sua espansione a Pechino c’erano più di 6 mila Hutong; la maggior parte di essi seguono la direzione est-ovest e di solito la loro larghezza non supera 9 metri.

Nonostante gli Hutong siano quasi tutti distribuiti lungo mura di colore grigio e senza particolarità, ogni vicolo ha la sua storia ed un nome che ne racconta le origini e la storia (Yandai Xiejie, perché era una zona piena di negozi di pipe), altri ne riflettono le aspettative della gente (Baihuashenchu, vuol dire “un posto bagnato dai fiori”, ed evoca serenità e tranquillità), altri ancora venivano denominati sulla base della forma (l’Hutong Cintura di Giada ad esempio ha la forma della cintura dei funzionari del passato).

Un tempo in entrambi i lati del vicolo si distribuivano abitazioni Siheyuan, il tipo tradizionale d’abitazione a cortile quadrato e attraverso gli hutong echeggiavano le grida dei venditori che portavano i loro prodotti per la vendita fino in casa, da consumarsi insieme ad una pipa ed una tazza di thè.

Al giorno di oggi gli Hutong sono notevolmente diminuiti e se da una parte sono numerosi quelli buttati giù negli anni in cui Beijing si faceva bella per le Olimpiadi (perché troppo vecchi o poco curati) dall’altra il governo municipale di Pechino ha iniziato a tutelare i più particolari al fine di far conoscere un pezzo di storia della capitale.

E oggi sono numerose le agenzie che propongono il tour degli Hutong… generalmente prevede l’ingresso in una tipica casa tradizionale ed una tazza di thè.

Purtroppo è oramai difficile trovare un pechinese che si offre disponibile ad una visita della propira abitazione senza chiedere nulla in cambio ed anche i giovani in risciò che si offriranno per un giro tra gli hutong sparano prezzi incredibili (anche 400 yuan per mezz’ora di giro!!!) per una veloce visita a bordo della loro bici.

Tra gli Hutong di Pechino, quelli vicini a Shichahai, sono davvero da non perdere.

Si trovano nel centro della città, e li si concentrano molte abitazioni in buonissime condizioni, con grandi spazi verdi all’interno e intorno, anche perché quasi tutte di proprietà di persone con disponibilità economiche.

Ma questo può aiutare a capire come fossero organizzate un tempo e ripercorrere un momento l’antico splendore di queste secolari residenze.

Il mio consiglio è quello di perdersi lungo queste strette viuzze (ad esempio ne troverai diversi nella zona tra il lago Behai e la Città proibita) tra gli odori dei wanton e le urla dei bambini che giocano sulla strada, senza ascoltare le proposte dei ragazzi sui risciò o le grida delle donne e degli uomini che vorranno proporvi la vendita del souvenir.

Se sarai bravo/a ad ascoltare ed osservare, mimetizzandoti nel grigio degli hutong potrai vivere un’esperienza indimenticabile e trovarti per un momento dentro la storia di questa bella città.

Articolo di
Bianca Ferracani