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Al confine tra i Land tedeschi del Baden-Württemberg e della Baviera sorge, sulle rive del Danubio, la sorprendente città di Ulm (o Ulma, in italiano).

Questo centro è diviso in due città gemelle: la più antica Ulm, nel Baden-Württemberg, e la più recente Neu Ulm, sulla riva bavarese del Danubio.

Famosa per aver dato i natali ad Albert Einstein, aver ospitato Keplero e per avere le cattedrale con il campanile più alto del mondo (161,6 m e 768 gradini), la città si trova alla confluenza dei fiumi Iller e Blau nel Danubio, circondata dai rilievi collinosi della Schwäbische Alb.
Raggiungere Ulm è molto facile: la città è vicina ai centri più grandi di Monaco di Baviera, Augusta e Stoccarda ed è collegata alle autostrade A7 e A8 ed a molte strade statali (B10, B28, B30, 311).

La stazione centrale è un importante nodo ferroviario posto sulla linea Stoccarda – Monaco di Baviera, e gli aereoporti internazionali più vicini sono quelli di Monaco, Stoccarda, Memmingen e Friedrichshafen.

La città, seriamente danneggiata nei bombardamenti della seconda guerra mondiale, presenta una curiosa compresenza di edifici moderni ed antichi, pur mantenendo un aspetto ordinato ed armonioso.

Se vuoi fare un tuffo nel passato bisogna assolutamente visitare il quartiere dei pescatori: il Fischerviertel.

Per raggiungerlo si parte dal municipio, un edificio gotico – rinascimentale dalla bellissima facciata dipinta, imboccare Sattlergasse, segire Weinhofberg, poi girare in Fischergasse.

Scendendo verso il fiume si incontra la Schiefeshaus, un grande edificio che sprofonda sotto il peso dei secoli.

Siamo ora nel quartiere dei pescatori, caratterizzato da case a graticcio antiche sul Danubio, canali del Blau attraversati da passerelle che collegano le stradine lastricate alloe imponenti case medioevali.

Il centro ideale della città è rappresentato dalll’imponente duomo, chiamato in tedesco Münster, una costruzione in stile gotico iniziata nel 1377 e completata dalla guglia più alta del mondo solo nel 1890!

E’ possibile visitare sia la cattedrale (ora parrocchiale evangelica) che la torre, percorrendo a piedi i 768 gradini per godersi la magnifica veduta sull’altopiano del Giura Svevo.

E’ così imponente da rendere faticoso fare una fotografia all’intero edificio.

Accanto al duomo si trova la Stadthaus: è un edificio bianco contemporaneo dell’architetto americano Richard Meier, che ospita mostre, conferenze e l’ufficio del turismo.

Se vuoi  assaporare completamente lo spirito moderno della città, si puoi ammirare la Stadtbibliothek Ulm, cioè la biblioteca pubblica di Um: un enorme edificio in vetro a forma di piramide.

Rimarrai deluso se vorrai vedere la casa natale di Albert Einstein: non esiste più, forse distrutta nella guerra.

Al suo posto c’è solo un monumento molto recente e un palazzo moderno.

Si può vedere però la casa di Keplero, molto bella all’esterno, ora adibita a ristorante di lusso.

Ogni anno, alla vigilia dell’ultimo lunedì di luglio, ha luogo una importantissima manifestazione tipica della città che risale al 1397: il Schwörmontag (lunedì del giuramento).

Ogni anno in questo giorno il sindaco rinnova il giuramento allo statuto cittadino dall’alto del balcone della Schwörhaus (casa del giuramento), poi scendono tutti sul Danubio per la Nabada, una sfilata nautica risalente al 18° secolo e si fa festa sino a notte tarda.

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Dove mangiare e bere

Ulmer Schachtel

E’ un Imbiss greco dove si può mangiare cibo di qualità a prezzi molto bassi, aperto dalle 8 alle 20.

Si trova in Herrenkellergasse 12.

Lochmühle

Si trova nel vecchio quartiere dei pescatori ed è un mulino risalente al 14° secolo, che offre una cornice ideale per gustare qualche piatto svevo.

D’estate si può mangiare all’aperto, vicino all’acqua.

E’ aperto tutti i giorni sino a mezzanotte e si trova in Gerbergasse 6.

Birreria Moritz

E’ aperta dalle 8 all’1 di notte, atmosfera da bistrò parigino, perfetta per bere qualcosa o fare uno spuntino a qualsiasi ora.

Si trova in Platzgasse 20.

Altri consigli e richieste su:

=> Viva la Germania

A presto, un abbraccio.

Articolo di
Elena Baldi