Foto di Alessandro Spolaore

Eccoci alla seconda puntata del nostro viaggio alla scoperta delle Cinque Terre, spettacolari paesi panoramici abbarbicati sulla costa frastagliata della riviera di levante, nella bella Liguria.

Oggi vorrei farti conoscere più approfonditamente i paesi che danno il nome a questa terra.

Immaginiamo un viaggio in treno, come ti ho consigliato di fare nell’articolo della settimana scorsa, partendo da La Spezia.

Siamo alla stazione, è primavera inoltrata, c’è un bel sole, è una giornata calda e la stazione è affollatissima di gente che ha avuto la nostra stessa idea, che abbiano tutti letto il mio articolo???

Prendiamo il nostro treno regionale con direzione Levanto, così siamo sicuri di fermarci in tutte le stazione delle Cinque Terre.

Dopo 8 minuti, in cui siamo stati ovviamente in piedi e abbastanza pressati (ma in fondo sono solo 8 minuti) arriviamo a Riomaggiore il primo paese che si incontra.
Scendiamo e ci troviamo di fronte alle tipiche case-torri, sviluppate in altezza su tre o quattro piani dipinte nei tipici colori liguri, pastello dal rosa al giallino, e il cui accesso è possibile sia dall’ingresso principale che dal retro all’altezza dei piani superiori.

E’ tutta una salita e una discesa, e scale dove se scendi sempre giungi fino al mare.

Nella parte alta si trova la chiesa parrocchiale di San Giovanni Battista, l’oratorio dei Disciplinati è del XVI secolo, mentre dalla parte opposta in posizione elevata vi sono i resti del castello del XV-XVI secolo.

A Riomaggiore ha inizio la famosa Via dell’Amore, che arriva fino a Manarola, è un sentiero pedonale molto suggestivo, dove si ammirano splendidi paesaggi, e tra il rumore delle onde che si infrangono sugli scogli e l’aria salmastra si può percorrere mano nella mano al nostro/a amato/a.

In realtà c’è un sentiero che collega tutte le 5 terre, e per i più allenati è possibile anche raggiungerle tutte a piedi ma ci vogliono più di cinque ore di trekking…

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Ci accontentiamo di arrivare a piedi fino a Manarola, e vediamo che molte altre persone hanno deciso come noi, infatti il sentiero della via dell’amore è semplice e relativamente breve, adatto a tutti insomma, anche i bambini.

Anche a Manarola troviamo le abitazioni arroccate su uno scosceso promontorio di roccia scura, con il porto racchiuso tra questo e lo sperone dove si trova il cimitero.

Il borgo si struttura attorno al corso principale, ora coperto del torrente Groppo.

A monte dell’abitato si trova la piazza in cui si trovano gli edifici religiosi, tra cui la chiesa di San Lorenzo in stile gotico, l’oratorio del Disciplinati e la torre campanaria.

Curiosa è la piramide bianca in cemento che spunta tra le case, segnale trigonometrico per i naviganti.

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Ora per raggiungere Corniglia decidiamo di prendere il treno e ci rechiamo alla piccola stazione.

Poco dopo arriva il nostro affollato trenino regionale e dopo qualche minuto, percorso sulla ferrovia a picco sul mare giungiamo alla stazione di Corniglia.

La differenza con i due borghi visti finora è che Corniglia non si affaccia direttamente sul mare ma si trova ad un centinaio di metri di altezza, su un promontorio circondato da vigneti e terrazze, dal quale si può ammirare tutta la costa e le altre quattro terre, due da una parte e due dall’altra.

Se vogliamo visitare il paese dobbiamo faticare, e salire la “Lardarina”, una lunga scalinata di mattoni, composta da 33 rampe con 377 gradini, oppure percorrere una strada carrozzabile che dalla ferrovia conduce al paese.

Decidiamo per la scalinata, più suggestiva e forse più breve… sì, ma che fatica!!!

Il panorama che si gode lungo il percorso e dal paese è però la giusta ricompensa alla scarpinata.

Le case sono più basse rispetto agli altri paesi, sopraelevate solo recentemente, e più simili a quelle dei paesi dell’entroterra.

L’abitato si sviluppa lungo la strada principale, via Fieschi, e le case, da un lato si affacciano su questa stradina, dall’altro, guardano il mare.

Se abbiamo ancora energie possiamo continuare il nostro viaggio in treno verso Vernazza, oppure tornare il giorno seguente per poterci godere il tempo necessario ognuno di questi gioielli.

In effetti Cinque Terre in un giorno sono un po’ troppe, rischiamo di non capirci più nulla… ci ritroviamo qui la settimana prossima per continuare il viaggio.

Ah… tra un paese e l’altro non dimentichiamoci di fermarci in un panificio o focacceria a comprare un bel pezzo di focaccia ligure dai mille gusti, oppure di farinata di ceci, da mangiare rigorosamente in mano o seduti su qualche scalinata.

Articolo di
Alessia Scarparo