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Arrivare ad Olbia in aereo è un’esperienza che da sola vale il prezzo del biglietto; lassù infatti è possibile godere di una delle immagini più belle della Sardegna.

Ad attenderti l’acqua cristallina e la chiazza mediterranea, le rocce granitiche, le isole di Tavolara, di Molarotto e di Molara in tutto il loro splendore.

La più grande delle tre, l’Isola di Tavolara, si presenta come un maestoso massiccio calcareo adagiato su una base granitica, con una punta massima di 565 metri sul livello del mare e con una superficie di meno di 6 kmq.

Tavolara è celebre per essere stata il più piccolo regno riconosciuto ufficialmente:
Giuseppe Bertoleoni si stabilì a Tavolara alla fine del ‘700, coltivandone la terra e vivendo delle risorse dell’isola; gli succedette il primogenito Paolo, che Carlo Alberto di Savoia, in occasione di una visita per una battuta di caccia, nominò “ufficiosamente” sovrano dell’isola, parole talmente importanti che si diffusero in tutta Europa e che valsero persino un ritratto della neo famiglia reale nelle sale di Buckingham Palace, dove sono conservate le foto di tutti i regnanti del mondo.

Il piccolo cimitero, quasi invisibile dal mare, si trova alla sinistra del moletto e si raggiunge con una passeggiata di circa 5 minuti, ospita le tombe del primo re di Tavolara e dei suoi discendenti e familiari.

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Quest’isola, selvaggia e incontaminata, ha un unico punto d’approdo: la piccola penisola di Spalmatore di Terra, una stretta lingua di sabbia e rocce, presso la quale si trovano due spiaggette, due ristoranti e un piccolo pontile dove approdano i battelli che fanno la spola da Porto San Paolo.

La parte orientale dell’isola, chiamata Spalmatore di Fuori, è invece chiusa al pubblico in quanto zona militare Nato e dunque off limits, ma proprio il fatto che due terzi dell’isola siano chiusi al pubblico e che le cime siano comunque difficili da raggiungere, la rende un ecosistema unico che ha permesso la nidificazione di numerose specie di uccelli tra i quali i falchi pellegrini, i falchi della regina, il gabbiano corso.

Sono inoltre presenti alcuni esemplari di aquila reale e corvi imperiali.

Nell’isola crescono inoltre rare specie botaniche, quali l’alyssum tavolara, alcune specie di limonium, e aceri minori ed elicrisi e magari mentre si è intenti ad osservare queste rare piante esser distratti dalle “leggendarie” capre dai denti d’oro, così chiamate per la colorazione giallo acceso della loro dentatura, che deriva da un tipo di erba del quale questi animali si nutrono.

L’Isola presenta una base quasi rettangolare con i vertici rappresentati da Punta Timone, Punta del Papa, Punta La Mandria e Coda di Terra, e si caratterizza per i suoi alti e ripidi costoni (falesie), per i suoi archi naturali, come l’Arco di Ulisse e grotte costiere come la Grotta del Papa, così chiamata per la sua forma somigliante alla tiara papale, raggiungibile solo via mare, all’interno della quale sono state ritrovate tracce del periodo paleolitico e punico Romano, come pure nel Grottone della Mandria.

Per raggiungere la sommità dell’Isola, si deve intraprendere un impegnativo percorso trekking di circa un’ora e mezza partendo da un sentiero che si trova sulla destra appena sbarcati sull’isola e che porta alla base della parete.

Da qui si segue il sentiero sulla sinistra arrampicandosi sino alla cima, Punta Cannone (558 m.), con gli ultimi metri da farsi in parete con estrema attenzione.

Una fatica ampiamente ripagata una volta che ti troverai lassu’, da dove potrai godere di un fantastico panorama, in silenzio avvolto nel blu tra cielo e mare.

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Il mare appunto:

l’Isola di Tavolara fa parte del Parco Marino di Tavolara e Capo Coda Cavallo, le sue acque sono ricche di punti d’immersione tra i più belli del mediterraneo, e non solo, tra questi la Secca del Papa, caratterizzata da una guglia rocciosa che sale sino a 15 metri da un fondale di 40, è una di quelle immersioni che non dovrebbero mancare nel log book di ogni appassionato e per chi non ha questa fortuna su “you tube” diversi filmati ti catapultano per alcuni minuti in quelle meravigliose acque facendoti nuotare tra castagnole, donzelle, zerri, dentici, branchi di saraghi che giocano a rincorrersi.

E poi ancora nudibranchi dai colori sgargianti, ventagli di gorgogne rosse e gialle e le immancabili grandissime cernie.

Sott’acqua, oltre 70 giacimenti archeologici, di diverse tipologie, coprono un arco di tempo che va dal III secolo a.C. all’età moderna, e la grande quantità di relitti sommersi attesta non solo le difficoltà di navigazione che in passato incontrava chi solcava questo mare, ma anche l’intensità dei traffici nella zona.

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Arrivare a Tavolara è abbastanza semplice, si trova infatti a soli 10 minuti di barca da Porto San Paolo, 13 km a sud di Olbia, un villaggio sorto attorno al nucleo di abitazioni costituito dagli abitanti di Tavolara, dopo l’abbandono dell’isola per la costruzione della base Nato.

Qui, dal porticciolo dove attraccano anche le vedette militari, partono nella bella stagione, a tutte le ore, i traghetti che portano alla grande spiaggia di Spalmatore di Terra e quelli che consentono gite turistiche attorno alle isole (per informazioni 0789 40022).

Articolo di
Bianca Ferracani