Foto di Istvan

Dopo Essen e Istanbul concludiamo il nostro viaggio attraverso le Capitali europee della Cultura 2010 con l’ungherese Pécs, la prima nel paese ad essere insignita del prestigioso titolo.

Sul sito ufficiale dell’evento si possono ovviamente trovare diverse notizie sugli appuntamenti, gli eventi, il programma musicale, tra concerti di tutti i generi e tipi, che animeranno questa cittadina nel corso del 2010.

Il programma è disponibile diviso per sezioni, molto utile la ricerca degli eventi per mese; sul sito sono inoltre presenti numerose indicazioni sulla città e sulla regione.

Una città senza confini tra l’Europa occidentale e i Balcani, felice modello di integrazione tra le popolazioni di origine ungherese, serba, sveva, croata, Pécs ha ricevuto meritatamente nel 1998 il Premio per la pace dall’Unesco.

Giusto celebrar queste culture e stili di vita con un festival dedicato al continuo scambio tra i magiari e i popoli vicini nel 1° Festival Mondiale della cultura Ungherese che si terrà dal 26 settembre al 17 ottobre.
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Pécs è situata nel sud-ovest dell’Ungheria, non distante dai confini con la Croazia e la Serbia a circa duecento chilometri dalla capitale Budapest, è capoluogo della regione Baranya ed è la quinta città dell’Ungheria oltre ad essere una tra le più antiche del paese.

L’attuale aspetto di Pécs lo si deve alla dominazione turca e alle guerre di riconquista portate avanti dagli Asburgo, anche se la città deve la sua organizzazione urbanistica alle costruzioni volute dai vescovi romano-cattolici che la governarono fino al 1780, anno in cui Pécs fu dichiarata dalla regina Maria Teresa d’Ungheria “libera città regia”.

L’architettura della città risente in maniera splendida di anni di dominazioni di celti, romani, turchi, serbi, croati, svevi e austriaci: popolazioni dalle culture e religioni diverse che ne hanno profondamente segnato il territorio.

La necropoli paleocristiana, ad esempio, edificata alla fine del quarto secolo si estende nell’area sotto il piazzale della cattedrale di Santo Stefano e comprende i resti di una chiesa cristiana e ben 16 cappelle funerarie.

Le catacombe di epoca romana, sono le più importanti tra tutte quelle rinvenute fuori dall’Italia.

La bellezza e l’importanza della necropoli è stata inoltre riconosciuta dall’Unesco che l’ha dichiarata nel 2000 Patrimonio mondiale dell’Umanità.

La moschea ottomana del Pascià Gazi Kassim risale invece al Cinquecento e domina la piazza principale della città denominata Szechenyi.

La moschea è stata trasformata in chiesa cristiana ed oggi rappresenta uno dei principali luoghi di culto cattolico della città.

La Basilica (On Dom Ter) è il più importante monumento artistico medievale dell’Ungheria: la cripta a cinque navate risale al secolo XI e contiene statue ed affreschi di importanti artisti ungheresi.

La bella cattedrale con le quattro torri, fatta edificare nell’XI secolo dal vescovo San Maurizio, è stata distrutta e ricostruita diverse volte.

Durante la dominazione ottomana i turchi la utilizzavano come moschea, mentre a fine Ottocento fu aggiunta l’attuale facciata neoromanica.

Gli interni sono in stile gotico con alcuni arredi ed elementi barocchi.

Importanti anche gli edifici barocchi della città: la Chiesa dei Francescani, la Chiesa d’Ognissanti e la Chiesa di Sant’Agostino, con la particolare finestra a schiena d’asino proveniente da una moschea turca.

Lo style liberty è invece presente con la bella fontana Zsolnay (l’omonima porcellana è un must della produzione locale) nella piazza principale della città.

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Numerosi i musei cittadini e a tal proposito non può mancare una visita al museo etnografico che rappresenta il miglior modo per entrare in contatto con la multietnicità della città.

La Baranya, la provincia di Pécs, ospita infatti, tuttora, diversi gruppi etnici: ungheresi, tedeschi, croati, serbi e rom.

Il museo etnografico conserva i manufatti e gli oggetti di uso quotidiano di contadini e artigiani di Settecento e Ottocento.

Oltre alle fotografie sono esposti mobili, sculture in legno dei pastori, costumi, ceramiche e reliquie religiose.

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Fondato nel 1961 sotto la direzione artistica di Lajos Kós, il Teatro delle marionette Bóbita nel corso dei decenni si è fatto conoscere per i suoi spettacoli pieni di humour basati su antiche favole, apprezzati da adulti e bambini.

Oggi fa parte del Teatro nazionale di Pécs.

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Dalla cima Misina, alta 525 metri, potrai invece godere di una vista panoramica della città, ma per una salutare passeggiata si possono anche scegliere i sentieri del Parco di Mecsek prima di un pranzo o una cena accompagnata dai famosi vini della zona.

La cultura vitivinicola è propria del transdanubio meridionale tanto da poter individuare all’interno della provincia delle vere e proprie strade del vino (la più famosa è quella Villàny-Siklos).

Grazie al particolare microclima della zona, i vini bianchi e rossi prodotti nella zona sono di elevata qualità: Chardonnay, Riesling italiano, Sauvignon bianco, Pinot nero, Zweigelt, Cabernet Sauvignon e Merlot.

Ottima scelta!

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Ti saluto con una curiosità sulla città: a Pécs ha sede il maggiore liceo bilingue italo-ungherese di tutta l’Ungheria, ben più grande (per numero di docenti e studenti) anche del famoso “Szent László” di Budapest.

Probabilmente le ragioni di ciò sono storiche, essendo Pécs la più vicina all’Italia tra le grandi città ungheresi.

Non sarà dunque improbabile trovare ragazzi interessati a migliorare il loro italiano in uno scambio culturale che ti permetterà di apprezzare ancor di più questa bella città ungherese.

Articolo di
Bianca Ferracani