Foto di Fausta B.

Torniamo sulla SS 48 delle Dolomiti ed andiamo a scoprire  i paesini sparsi nel fondovalle tra i prati o su piccole alture ai margini del bosco e che godono di un clima particolarmente favorevole e soleggiato.

Castello-Molina di Fiemme è il primo che troviamo risalendo la valle, un unico comune con due abitati a 2 km di distanza l’uno dall’altro, distanti 2 km sì ma anche molto diversi fra loro.

Castello fu uno dei primi luoghi abitati  e conserva ancora un centro storico ricco di case in pietra, di lavatoi, di affreschi a carattere religioso che decorano le pareti delle case.

La chiesa di S. Giorgio sorge su un colle che domina il paese, costruita intorno al 1850 occupa l’area dell’antico castello distrutto nel 1310, accanto alla parrocchiale rimane soltanto la cappella della Madonna di Lourdes che un tempo era l’antica chiesa del castello.

Molina è invece un centro più recente e deve il suo nome agli innumerevoli mulini che fino alla metà dell’800 erano in funzione in paese, la sua posizione sulle sponde dell’Avisio e la vicinanza del bosco in Val Cadino avevano fatto sorgere circa 35 segherie e anche numerose fornaci per la produzione di mattoni tegole e stufe.

…purtroppo segherie e mulini sono completamente scomparsi e abbiamo il ricordo di essi solo attraverso il “Giro dei Molini” che la gente del luogo rievoca tutti gli anni ai primi di luglio.

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Prima di arrivare al capoluogo della valle ti voglio portare alle “Ville”, così vengono chiamati i tre piccoli paesi di Carano, Daiano e Varena che sorgono ai limiti di ampi boschi  di larici, si raggiungono salendo per circa 200m dalla solita SS48 e qui sembra veramente che il tempo si sia fermato, piccoli nuclei abitativi raccolti intorno alla parrocchiale, fontane, balconi pieni di fiori, panni stesi, bimbi nei parchi giochi dietro la chiesa, uomini che giocano a bocce e a carte.

Sono arrivata qui in un assolato pomeriggio di inizio luglio, sistemata la “car” e presa la mia attrezzatura fotografica, ho girovagato per le stradine alla ricerca dei valligiani abitanti di questi luoghi, ho visto facce sorridenti un po’ sorpresi nel vedermi fotografare le loro case, i loro scorci di paese, ma molto disponibili e gentili.

Sono stata invitata da alcune socie del Circolo Culturale di Varena a visitare la loro sede, mi hanno accolto con un sorriso e mi hanno mostrato i locali dove allestiscono mostre fotografiche, fanno riunioni e serate culturali a tema, proiettano film e diapositive, presentano nuovi libri, con lo scopo di promuovere e valorizzare il territorio e farlo conoscere meglio agli ospiti e agli stessi valligiani.

Ulteriori Informazioni:

=> Comuni ValdiFiemme

Sono entrata in una piccola segheria dove due “montanari” sulla cinquantina continuavano a tagliare enormi pezzi di abeti e le pareti erano alte cataste di legna.

In un’altra ho trovato una stalla piena di fieno con l’alloggiamento per un cavallo, in quel momento  fuori sede  perché  andato a farsi le “gambe” nel prato vicino… ho sentito “odore” di montagna, quell’odore misto di bosco, di prati, di fiori, di resina, di fieno, quell’odore che piace tanto a me!


Foto di Fausta B.

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Superato l’abitato di Cavalese facciamo un’altra sosta, con una piccola deviazione verso il torrente, ci fermiamo per ammirare La Cascata, unica di tutta la valle, con un balzo di 25 metri sul rio di Moena, dopo le foto di rito riprendiamo la strada che ci porta a Tesero.

Il paese si snoda lungo la SS 48, qui sono concentrate la maggior parte delle attività artigiane del legno, nelle numerose botteghe  vengono eseguite  sculture, bassorilievi, intagli di qualsiasi genere, esclusivamente a mano e i lavori esposti sono veramente dei capolavori di ingegno e di fantasia creativa.

Ulteriori In formazioni:

=> Arte Legno Paluselli

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Prima di raggiungere Ziano attraversiamo il piccolo centro di Panchià, il paese un tempo era prettamente agricolo e si basava sull’allevamento e la coltivazione dei campi, oggi oltre all’agricoltura è ben sviluppato anche il turismo.

Arrivando a Ziano dalla Statale si costeggia la zona artigianale in continua espansione, ed è su questa e sul turismo che si basa l’economia di questo splendido paese montano adagiato sui prati che costeggiano il torrente Avisio e raccolto intorno alla chiesa parrocchiale.

Ad un’altezza di circa 1000 metri e con una popolazione di 1560 abitanti offre al turista il più completo relax, è qui che chi ama la montagna può “staccare la spina” e rilassare mente e corpo!

Il nucleo più antico di Ziano è quello che sorge intorno alla chiesa, giudicata a ragion veduta la più bella della Valle.

Dedicata a S. Maria di Loreto fu costruita nel 1660, ma fu ampliata più volte per renderla artisticamente più valida e per contenere la popolazione che nel frattempo era aumentata.

Fu completata nel 1821 e da allora è rimasta come la vediamo attualmente, la facciata dipinta nel 1815 da Antonio Longo rappresenta nella parte alta la Madonna di Loreto seduta sulla Santa Casa e più in basso le figure di Cristo Redentore e di S. Giovanni.

Ugualmente semplice appare la torre Campanaria alta e sottile, l’interno della chiesa è ad un’unica navata e numerosi sono gli affreschi, le tele e i dipinti che ne accrescono il valore.


Foto di Fausta B.

Le passeggiate lungo il torrente Avisio, le cavalcate lungo gli immensi prati che portano a Predazzo, le escursioni alla ricerca dei masi più nascosti attraverso sentieri ben segnalati, le pedalate con la MTB fra i boschi di abeti e gli assolati altopiani per raggiungere un rifugio dove gustare formaggio, speck e strudel di mele godendo di splendidi panorami, il contatto diretto con la natura e con gli animali che popolano queste montagne, il silenzio che senti mentre cammini nel sottobosco interrotto  soltanto dal fruscio del vento, il gusto speciale delle fragoline appena colte delle more e dei lamponi maturi…

Tutto questo e altro ancora ti da questo paese adorno di fiori che escono dai balconi, dalle finestre, dalle legnaie, abitato da gente semplice, cordiale, solare, fatto di case linde, pulite a volte decorate con meridiane a volte con le facciate dipinte di cui io mi sono un po’ “innamorata”.


Foto di Fausta B.

Ciao ciao
Fausta B.