Foto di Fausta B.

Voglio proporti un week end diverso dal solito alla scoperta della Food Valley Italiana attraverso i Musei del Cibo.

E’ un itinerario cultural/gastronomico che porta in pianura padana nel territorio della provincia di Parma.

Ho preso lo spunto dall’inaugurazione lo scorso 26 settembre del Museo del Pomodoro, di cui parlerò più avanti, che completa il progetto messo a punto nel 1999 e che prevedeva la creazione di quattro Musei.

Inseriti strategicamente nel territorio rappresentano e raccontano nel modo migliore le eccellenze alimentari di questa fertile parte della nostra penisola.

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Il più antico, ma solo come data di creazione, è il Museo del Parmigiano/Reggiano collocato all’interno di uno storico Caseificio completamente ristrutturato che fa parte del complesso “Castellazzi”.

E’ situato  nella Bassa Padana lungo la provinciale che da Parma porta a Fidenza all’inizio del centro abitato di Soragna.

Il caseificio di particolare struttura circolare ospita la “storia” del più classico e prestigioso formaggio italiano noto in tutto il mondo,  già famoso in epoca romana vantando così origini molto antiche.

Accanto al museo troviamo uno spazio ristoro dove è possibile acquistare direttamente il Parmigiano.

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Luogo comune ai  Musei del Cibo è la sala degustazione posta al termine della visita dove, come si può ben capire dalla parola stessa,  si “degusta” il prodotto alimentare di cui hai appena conosciuto, le varie fasi di lavorazione e lo sviluppo nei corsi dei secoli.

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Da Soragna ci trasferiamo a Langhirano, dalla zona nord a quella sud del territorio, per visitare il Museo del Prosciutto e dei Salumi di Parma che è ospitato all’interno dell’Ex Foro Boario.

E’ stata scelta questa sede perché Langhirano è notoriamente la capitale del Prosciutto Crudo e l’Ex Foro è in una zona adiacente al centro, facilmente accessibile e molto vicina ai numerosi prosciuttifici storici del paese.

Il “percorso guida” ti porta a conoscere:

– i luoghi di produzione
– le sue origini
– il maiale e la lavorazione della carne suina
– i salumi e i loro territori
– il prosciutto ed i processi di conservazione
– i luoghi di lavoro.

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Uno dei più rinomati di questi salumi che ha meritato un Museo a parte è il Salame di Felino, per cui facciamo soli pochi km sempre in zona sud e ci trasferiamo in questo piccolo paese ai piedi delle colline parmensi per conoscerlo meglio.

La collocazione del Museo è veramente particolare, i locali dove ha sede si trovano nelle settecentesche cantine del Castello di Felino.

La visita si articola in cinque sezioni:

– testimonianze storiche
– gastronomia
– norcineria e produzione casalinga
– tecnologia di produzione
– commercializzazione

Tutte allo scopo di fare conoscere meglio ai visitatori il “Principe dei Salami”, nonché gustosissimo Salame di Felino!

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E adesso cosa ci azzecca l’Oro Rosso con i precedenti Musei???

Ci azzecca eccome!!!

Naturalmente il pomodoro, allora sotto forma di bacche rosse, non è nato qui ma è arrivato in Europa con le navi dei conquistatori spagnoli di ritorno dalle Americhe intorno al 1500.

E’ stato un processo molto lento che ha portato intorno al 1800 un agronomo innovatore parmigiano a propagandarne la coltivazione, altri maestri a intuire i sistemi di conservazione e di trasformazione e alcuni “pionieri” dell’industria parmigiana che stava nascendo a mettere in pratica queste tecniche.

Da allora ad oggi l’industria conserviera ha fatto passi enormi, arrivando ai giorni nostri alla lavorazione di un milione di tonnellate di pomodoro nel territorio della provincia di Parma.

Quindi questo prodotto trova la giusta collocazione nei Musei del Cibo con uno spazio a lui dedicato e, come dicevo all’inizio, inaugurato da pochi giorni.

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La sede è all’interno di un ex complesso monastico risalente all’anno 1000, divenuto in epoca medievale un centro di trasformazione agro alimentare e sede più recente di una famosa industria di Costruzioni Meccaniche sempre legata al settore.

Ora l’antica Corte di Giarola fa parte del Parco Fluviale del fiume Taro e nello specifico il Museo del Pomodoro è ospitato in un’ala dell’edificio un tempo adibito a stalla per il bestiame.

Il percorso di visita ad anello è organizzato in sette sezioni.

Si parte con il racconto della storia del pomodoro originario del Sud America e portato in America Centrale dai Maya che lo svilupparono portandolo alle dimensioni che noi conosciamo oggi.

Coltivato poi dagli Aztechi in Messico, venne notato proprio qui da Cortes, un conquistatore spagnolo, che lo fece arrivare in Europa.

La Spagna e l’Italia furono i primi paesi europei che conobbero le bacche rosse, ma in un primo tempo a livello botanico.

Solo dopo la seconda metà del ‘700  iniziò la sperimentazione gastronomica che sfociò in una fase di coltivazione nel 1800.

La coltivazione dopo la seconda metà dell’800 trovò la sua giusta collocazione in terreni particolarmente fertili e paludosi come quelli a nord e sud del Po nella pianura padana.

Nelle sezioni successive viene documentato lo sviluppo dell’industria di trasformazione e delle tecnologie produttive.

Qui viene  riprodotta fedelmente una  linea di produzione per la conserva di pomodoro realizzata con ben 14 macchine d’epoca.


Foto di Fausta B.

Molto interessante è anche la sezione che riguarda il prodotto finito e gli imballaggi con la mostra di lattine e tubetti d’epoca di materiale pubblicitario e di comunicazione dei tantissimi marchi presenti a Parma all’inizio del ‘900.

La quinta sezione è dedicata allo sviluppo dell’industria meccanica.

La sesta ci fa conoscere i pionieri dell’industria parmense del pomodoro, coloro che hanno creduto ed investito in questo progetto e ci porta anche in fabbrica tra i lavoratori dell’industria conserviera odierna.

Ultimo step del percorso è il “Mondo Pomodoro” con ricette, dipinti, pubblicità, citazioni e sculture che riguardano l’oro rosso.


Foto di Fausta B.

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Tutti i Musei del Cibo sono aperti dal 1 Marzo all’8 dicembre e sono visitabili SOLO Sabato, Domenica e Festivi:
dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 15.00 alle 18.00

Ingresso con degustazione 5€ – senza degustazione 4€

A questo punto buona visita a se vuoi anche buona degustazione…

Ciao ciao Fausta