Foto di Steve L

La settimana scorsa abbiamo scoperto insieme il meraviglioso sito archeologico di Petra, l’antica città scavata nella roccia rossa del deserto del Wadi Rum.

Sebbene si tratti dell’attrazione turistica con cui viene identificata la Giordania, non è l’unica cosa da vedere se si decide di scegliere questo paese come meta per il proprio viaggio.

La Giordania è un paese quasi completamente desertico, ciò nonostante è in grado di sorprendere ogni giorno il turista che si avventura (possibilmente con un avventurosissimo viaggio organizzato) in questi luoghi.

Sappiamo tutti che il medio oriente sta vivendo un periodo di tensioni, soprattutto in Israele, stato confinante con la Giordania, tuttavia nei siti turistici non ci dovrebbero essere rischi.

Ma se si evitano le zone limitrofe alla Cisgiorndania, all’Iraq ed ai campi profughi palestinesi, non ci sono particolari problemi.

Per maggiori informazioni, consulta il sito di Viaggiare Sicuri.

Consiglio di partecipare a un viaggio organizzato, sia perchè avere una guida che conosce la lingua ed il territotio è consigliabile, sia perchè la maggior parte degli spostamenti avviene lungo estesi tratti di strada in territorio desertico, privi di centri abitati e stazioni di servizio.

Le lingue ufficiali della Giordania sono l’arabo e l’inglese, per cui non sarà difficile trovare qualcuno che parla l’inglese o qualche altra lingua a cui chiedere informazioni o con cui contrattare il prezzo di un souvenir (per quello spesso basta l’italiano).

Amman è la capitale della Giordania.

E’ una città sospesa tra il passato ed il futuro, tra la storia e la modernità.

E’ una città grande, ma molto ordinata, un’eccezione tra le grandi capitali del medio oriente, e anche rispetto a molte di quelle europee.

Grazie alla sua prosperità e ad un clima favorevole, quasi metà della popolazione giordana abita ad Amman e nei suoi dintorni.

Tutte le case della città sono bianche, grazie ad una legge che impone di rivestirle con la pietra locale, e ciò crea un effetto ottico meraviglioso.

I quartieri residenziali sulle colline, con le loro casette basse e bianche, sembrano leggere onde di un mare luminoso.

Il centro è più storico e tradizionale e racchiude i gioielli architettonici della città, coem le sue piazze, il Tempio di Ercole e i tantissimi musei.

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Se ti piacciono i siti archeologici, oltre a quello di Petra, puoi visitare quello di Jerash (Gerasa) imponente ed affasciante.

Gerasa è una meraviglia storica ed architettonica che ti lascierà senza fiato.

Conquistata dal generale Pompeo nel 63 a.C., cadde sotto il domino dei romani, grazie ai quali visse il suo periodo di massimo splendore.

Sepolta per secoli sotto la sabbia, fu riscoperta negli anni ’70.

Dopo tanti secoli, Gerasa è ancora in grado di rappresentare in modo efficace la grandezza dell’impero romano e della sua urbanizzazione.

La città presenta ancora strade trafficate, lunghi colonnati, meravigliosi teatri, templi, bagni termali, torri, mura ed ampie piazzze pubbliche.

Una strada lastricata,affiancata da lunghe file di enormi colonne, conduce alla gigantesca piazza ovale, circondata anch’essa da imponenti colonne.

Gerasa comprende in sè una unione di stili occidentali ed orientali unica al mondo.

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Di altro genere sono le testimonianze storice che si possono ammirare a Madaba, una città a 30 km da Amman, raggiungibile mediante l’Autostrada dei Re, una strada di ben 5000 anni.

Madaba deve la sua fama ad una serie di straordinari mosaici di epoca bizantina, il più noto dei quali è una grande mappa-mosaico di Gerusalemme e della Terra Santa, che risale al VI secolo d.C. e si trova nella chiesa greco-ortodossa di San Giorgio.

La mappa misurava originariamente 94 mq, ma solo un quarto del mosaico si è conservato sino ad oggi.

Nella chiesa della Vergine e degli Apostoli e nel Museo Archeologico sono conservati altri straordinari mosaici raffiguranti una lussureggiante distesa di fiori, piante, animali e scene a carattere mitologico od ispirate a scene quotidiane.

A Madaba è presente tutt’ora una scuola in cui si insegna l’arte del mosaico.

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Una volta in Giordania, non si può non visitare il Mar Morto, non tanto per la sua bellezza panoramica, niente in confronto a molti scorci del Wadi Rum e di altri deserti, ma per l’interesse naturalistico.

Il Mar Morto è in realtà un lago, una volta collegato con il mare, che ha come immissari le acque del fiume Giordano e di altri fiumi, ma nessune emissario.

Si trova nella depressione più profonda della terra, a 413 metri sotto il livello del mare.

Ciò fa sì che i bagnanti che si trovano sulle sue spiagge non si possano mai scottare con i raggi del sole.

L’altissima concentrazione del mar morto, che cresce con la profondità, poichè il sale si deposita sul fondo, fa sì che in esso non esistano forme di vita.

Se proverai a fare il bagno in questo mare scoprirai ben presto che puoi galleggiare con maggiore facilità, a causa dell’alta salinità, e che è meglio non fare troppi schizzi, se non si vuole provare un fortissimo dolore agli occhi o ad eventuali ferite.
Se riesci a mettere i piedi sul fondo ti accorgerai che è disseminato di grandissimi cristalli di sale.

In riva al Mar Morto si trova il famosissimo fango del Mar Morto, che pare avere effetti benefici ai limiti del miracolo sulla pelle.

Se vedi aggirarsi sulla spiaggia persone completamente nere, molto probabilmente si tratta di turisti completamente cosparsi di questi fanghi.

Anche le acque del Mar Morto, grazie alla concentrazione di sali e al loro calore naturale, hanno effetti salutari sulla pelle e sulla circolazione.

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Infine, se vuoi immergerti nelle profondità del Mar Rosso, o rilassarti sulle sue spiagge, puoi scegliere l’unico sbocco al mare dell’intera Giordania.

Se invece vuoi scoprire dove visse e combattè Lawrence d’Arabia, puoi fare un tour dei castelli nel deserto, fortificazioni appena visibili tra le sabbie, ma ricche di storia araba.

Altre interessantissime attrazioni e consigli su cosa fare in Giordania li puoi trovare sul bellissimo sito ufficiale:

=> Visit Jordan

A presto su:

=> Viva la Germania

A presto, un abbraccio.

Articolo di
Elena Baldi