Foto di juergen.mangelsdorf

Se vuoi provare l’emozione di andare sulla Luna, ma non puoi, la cosa che più ci si avvicina è il Burren.

Beh, certo, con un’atmosfera respirabile, una gravità gestibile, un tempo atmosferico imprevedibile e la possibilità di avere una grandiosa vista sul mare freddo e burrascoso d’Irlanda.

Ciò a cui mi riferisco è il panorama: il Burren non è altro che un vastissimo piano roccioso, un tavolato calcareo di circa 40×25 km che si trova in prossimità della costa occidentale dell’Irlanda, tra le città di Galway e Limerick.

Il nome Burren deriva dall’antica baronia di Boireann, che occupava esattamente i territori di quest’area geografica.

Perché andare sulla Luna?

E perché no?

Un panorama sicuramente unico e introvabile altrove, che ti farà sentire leggermente alienato e particolarmente curioso.

Solitamente i viaggi turistici dedicano a questa zona solo un veloce passaggio e delle brevissime soste.

A dire il vero i viaggi organizzati tendono a concedere veramente pochissimo tempo per godersi le località visitate.

Ricordo una visita alle scogliere di Moher in un’ora, un’esperienza da incubo.

Cosa sono le scogliere di Moher?

Ci arriviamo tra qualche riga.

***

Nonostante l’aspetto desolato e spesso spazzato da un fortissimo vento, il Burren è un’area di elevato interesse geologico, in quanto presenta caverne, pozze, fenomeni carsici e fiumi sotterranei.

Anche se a prima vista non si direbbe, 350 milioni di anni fa il Burren era un fondale marino dove si depositarono conchiglie, coralli, limo e sabbia trasportati dai fiumi.

Questi fossili si possono ancora trovare tra le grigie rocce dell’altipiano.

Fu il ghiaccio, nel susseguirsi delle glaciazioni, a levigare la superficie rocciosa, rendendola liscia ma disseminata di piccoli solchi, chiamati grykes, nei quali spuntano fiori coloratissimi, e che formano varie rocce isolate, chiamate clints.

Altra importante caratteristica del Burren è il formarsi di piccoli stagni temporanei che possono durare da poche ore a tempi anche molto lunghi, chiamati turlough.

Tra le pietre del Burren si può trovare una flora eterogenea costituita da una vasta gamma di piante locali, ma anche di specie mediterranee o alpine, come la genziana, il fiore blu che viene spesso utilizzato per simboleggiare la zona.

La pianta che ricordo maggiormente è la felce, sia perché cresce bene tra le rocce, sia perché la mia compagna di viaggio, inciampando e cadendo in questa landa rocciosa, ne ha inavvertitamente fotografato uno splendido esemplare.

E’ un miracolo che la macchina fotografica ne sia uscita solo con un graffietto (la mia amica illesa!).

Interessante anche la fauna, soprattutto in prossimità della costa, dove non è difficile scorgere gabbiani e cormorani.

***

La zona del Burren è molto interessante dal punto di vista archeologico: qui si trovano antichissimi resti di civiltà umana.

Il sito archeologico più interessante è il Dolmen di Poulnabrone (in gaelico Poll na mBròn traducibile come Buco dei Dolori), un dolmen neolitico risalente all’incirca al 3500 a.C., costituita da una grande lastra di 3,6 m supportata da due lastre più sottili poste in verticale.

Nelle sue vicinanze è visibile un tumulo di pietre che serviva probabilmente a stabilizzare la struttura della tomba, in origine più alta.

Nel 1985 fu scoperta in una delle pietre laterali una crepa che causò successivamente il crollo dell’intera struttura.

L’evento portò alla sostituzione della pietra ed al restauro dell’intero monumento.

Se ciò toglie un po’ di fascino al monumento e lascia un inquietante interrogativo (Perché un monumento durato millenni è crollato proprio nel 1985?), ha tuttavia il merito di aver portato alla luce i resti di almeno 22 individui tra adulti e bambini, che erano stati sepolti sotto il monumento.

Insieme agli scheletri furono rinvenuti gli effetti personali dei defunti, inclusi un’ascia si pietra levigata, un ciondolo di osso, cristalli di quarzo, armi e ceramiche.

Sembra che la tomba sia rimasta un importante centro di culto sino al periodo celtico.

Probabilmente più antichi del dolmen sono i resti che si trovano nelle Grotte di Aillwee.

Queste grotte sono una delle attrazioni più apprezzate del Burren: si tratta di stanze e cunicoli carsici, che ospitano numerose stalattiti e stalagmiti e che contengono un fiume sotterraneo che forma delle spettacolari cascate.

Queste grotte sono state scoperte all’inizio del ‘900 e rese visibili al pubblico solo dagli anni 70.

Per quel che riguarda i resti archeologici del Burren, si possono anche vedere diversi forti circolari in pietra e la croce celtica di pietra di Kilfenora.

***

Se ti stanchi di questo panorama lunare ma alla lunga leggermente monotono, a pochi chilometri puoi visitare una località che ti toglierà il fiato: le scogliere di Moher.

Le scogliere di Moher sono suggestive scogliere a strapiombo sul mare nei pressi di Doolin.

Si tratta di un luogo turistico ma, data la sua vastità, non è particolarmente affollato.

E’ gestito ottimamente dall’ente turistico denominato Shannon Heritage.

Tra i punti d’interesse vi è la piccola torre osservatorio di O’Brien e il Breanan Mor, una sorta di piccolo faraglione roccioso vicino al pendio della scogliera rocciosa.

Nonostante ci siano numerosi sentieri che si avventurino vicino al dirupo e che nonostante i divieti i turisti continuino a tentare di percorrerli, io te lo sconsiglio caldamente.

Scoprirai ben presto che le raffiche di vento in quella zona sono fortissime, improvvise e soffiano generalmente dalla costa verso il mare.

Ti lascio trarre le opportune conclusioni sui rischi che comportano.

A presto su:

=> Viva la Germania

A presto, un abbraccio.

Articolo di
Elena Baldi