Foto di Simona Marsella –  Marrakech,affari in piazza

Continua il nostro viaggio in Marocco.

Lasciamo Fès e ci mettiamo in moto verso Marrakech: consultata la mappa scegliamo di procedere verso Casablanca in modo da prendere l’autostrada anche se il percorso è più lungo.

L’Autoroute, così è chiamata, è a pagamento ma è ben tenuta; possiamo quindi procedere serenamente e velocemente per i 500 km che ci separano dalla nostra meta, fermandoci giusto per uno spuntino in un autogrill che ha persino il wifi, un vero miraggio per noi.

Arriviamo in città verso sera: sono io alla guida, e nonostante la mia esperienza quotidiana nel traffico romano rimango spiazzata.

E’ un vero caos: macchine, motorini, carrozze che sfrecciano da tutte le parti senza rispettare alcuna regola o segnale, se non il rosso dei semafori, e nemmeno sempre.

Per non parlare della gente che attraversa continuamente senza attenzione e in qualsiasi punto.

Se posso darti un consiglio quindi non andare a Marrakech in macchina, o se proprio devi, parcheggiala appena puoi come abbiamo fatto noi.

Il modo migliore per scoprire questa città è camminando: perditi fra le infinite vie della Medina e scopri ogni suo segreto.

Sovrasta la vista della città vecchia la Kutubiya, moschea con il suo imponente minareto altro circa 70 metri, particolarmente affascinante di notte con la sua illuminazione.

Camminiamo ed è un continuo susseguirsi di suq, mercati coperti che vendono ogni genere di articolo, dalla lana alle pelli, spezie e gioielli.

Ma il vero fulcro, non solo della Medina ma di tutta Marrakech, è la piazza Djemaa el Fnaa, l’anima della città.

Di giorno è un grande mercato, dove troverai in vendita prodotti più disparati, dalle spremute di arancia alle uova di struzzo, e dove potrai assistere alle esibizioni di pittoreschi personaggi come suonatori, incantatori di serpenti, addomesticatori di scimmie, giocolieri.

Di notte invece le bancarelle lasciano spazio a tavoli e panche per gustare i piatti tipici preparati al momento, il tutto allietato da musicisti e cantastorie.

In ogni momento comunque è un tripudio di colori, suoni e odori: questo sì che è il Marocco.


Foto di Simona Marsella – Marrakech, ingresso in hammam

Prima di lasciare Marrakech decidiamo di immergerci completamente nella loro cultura e andiamo all’hammam di quartiere a lavarci.

Sì, hai capito bene, a lavarci! perchè l’hammam tradizionale non è altro che un bagno pubblico per chi non ne ha uno in casa (e noi infatti non abbiamo la doccia in hotel), ben lontano dalla nostra idea occidentale di percorso benessere.

Certo ne esistono anche di lusso, ma non è sicuramente il nostro caso.

L’ingresso si paga 10 DH (circa un euro) ed è separato per uomini e donne: salutiamo quindi Emanuele ed insieme a Stefania ed Aurore con in mano il nostro asciugamano ci avventuriamo  all’interno un po’ spaesate.

Ci accolgono due imponenti donne che ci offrono scrub e massaggi: dopo aver contrattato il prezzo accettiamo, ci mettiamo in costume ed entriamo nel bagno vero e proprio che non è altro che una grande stanza umida, ma non troppo, piastrellata con solamente due specie di lettini in muratura e due secchi di acqua.

Ci sediamo e iniziamo a spalmarci il sapone nero che ci viene fornito, dopodichè a turno le “padrone di casa”, dopo averci denudato completamente, ci strofinano a fondo con il guanto di crine e dopo qualche secchiata di acqua calda ci massaggiano sdraiate a terra sul pavimento.

Un’esperienza un po’ forte ma sicuramente caratteristica che ti consiglio di provare, del tutto diversa però da quella vissuta da Emanuele: al suo ritorno infatti ci racconta di aver trascorso una piacevole ora seduto in una stanza molto calda in compagnia di una decina di marocchini, chiacchierando amabilmente, insaponandosi e massaggiandosi a vicenda… anche qui c’è disparità tra uomini e donne.

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Foto di Simona Marsella – Agadir, mercato del pesce

A questo punto lavati e massaggiati lasciamo Marrakech e raggiungiamo Agadir percorrendo circa 250 km comodamente in autostrada.

La città è molto grande e spicca per la sua modernità e i complessi alberghieri: è stata ricostruita completamente dopo il terremoto del 1960 ed è oggi una delle principali mete turistiche balneari del Marocco.

Proprio per questo suo aspetto non ci colpisce particolarmente, anche se comunque ne apprezziamo le sue lunghe e bianche spiagge.

Se vai ad Agadir non puoi perderti una cena al mercato del pesce: dopo esserti accomodato all’aperto sulle panche di uno dei tanti banchetti che si susseguono, mangerai del pesce freschissimo che hai scelto dal vivo cucinato alla griglia e insaporito con ottime spezie, sorseggiando naturalmente tè alla menta.

Agadir è la meta ideale per praticare sport acquatici, ma il vero paradiso del surf si trova 20 km più a nord: è Taghazout, un piccolo paesino di pescatori ritrovo di surfisti, dove oltre il mare puoi anche rilassarti e divertirti.

Dopo questa dritta ti saluto e ci risentiamo dal Sahara Occidentale

Simona