Musée d’Orsay – Foto di Cosmovisión

Personalmente amo molto lo stile degli impressionisti e post-impressionisti, infatti nel mio breve week-end a Roma la settimana scorsa sono andata a visitare la tanto decantata mostra di Van Gogh.

Devo dire che certe opere lasciano sempre a bocca aperta ma che mi aspettavo qualcosa di più, il percorso espositivo scelto è stato incentrato su un tema sviluppato principalmente con disegni e pochi dipinti di valore.

Sono rimasta un po’ delusa, non ne ho scritto un articolo principalmente per questo e perchè la mostra sta terminando.

Se ripenso poi a quel che si può vedere al Museo d’Orsay allora ti dico, se devi fare della strada per vedere Van Gogh e colleghi prendi un low cost e vola a Parigi.

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Tornando seri… voglio parlarti appunto del Museo d’Orsay a Parigi, forse meno famoso del Louvre che si trova dall’altra sponda della Senna, ma di certo non meno prezioso.

Il Museo ha preso il posto di una vecchia stazione ferroviaria, la Gare d’Orsay costruita alla fine dell’Ottocento e adibita a Museo nel 1986.

L’esposizione è la più grande collezione al mondo di opere impressioniste e post-impressioniste, ma riunisce anche le opere dei cosiddetti “padri” del movimento come Courbet e Manet.

Questo affascinante movimento nasce attorno alla metà del 1800 grazie ad un gruppo di giovani artisti che iniziò a dipingere all’aria aperta, fissando sulla tela la magia dei colori illuminati dalla luce.

Questa rivoluzione tecnica e poetica porta la firma di nomi molto conosciuti ed è rappresentato da dipinti che tutti abbiamo visto almeno sui libri e famosi in tutto il mondo, come Monet con i suoi paesaggi o le sue ninfee, Degas famoso per le sue ballerine, Toulouse-Lautrec cantore della Parigi Belle Epoque o Renoir e le sue feste all’aperto.

Successivamente al 1880 l’impressionismo fu già superato dal post-impressionismo che in realtà fu solo un’etichetta che riuniva moltissimi stili diversi come quello di Gauguin con le sue figure stilizzate e sensuali, o quello del genio innovativo appunto del grande Van Gogh.

Oltre ai citati, alla galleria superiore trovano spazio: Pierre Bonnard, Paul Cézanne, Henri Matisse, Jean-François Millet, Henri Rousseau, Georges-Pierre Seurat.

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Al momento al Museo sono in atto lavori di ricollocazione delle collezioni che comportano la chiusura della sezione 5 e che termineranno a maggio-giugno 2011.

Provvisoriamente si inizia la visita dal livello 0, dove sono state trasferite le opere di Courbet, Manet, Monet e Cezanne, gli impressionisti e i post-impressionisti, le collezioni di scultura e la pittura degli anni 1850-1860.

Si prosegue al livello 2 con i capolavori dell’Art Nouveau francese e belga, le scuole di pittura straniere, il Simbolismo e il Naturalismo.

Per avere in tempo reale il quadro della collocazione delle opere meglio consultare il sito web:

=> http://www.muse-orsay.fr

Il Museo ospita spesso anche mostre temporanee, nei prossimi mesi la principale sarà “Manet, inventore del moderno” dal 5 aprile al 3 luglio dedicata al grande maestro precursore dell’impressionismo.

Gli orari sono: dalle 9.30 alle 18 ( il giovedì fino alle 21.45) chiuso il lunedì.

La tariffa intera per le collezioni permanenti è di 8 €, i biglietti possono essere acquistati on-line e saltare la fila entrando direttamente dall’ingresso riservato alla Porta C, ai siti

=> http://www.fnac.com

o

=> http://www.ticketnet.fr

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Per gli amanti del grande Monet ecco due tappe che vi consiglio di non perdere:

– il Musee Marmottan Monet, con la più grande collezione al mondo di opere di Monet, e dove si trova il suo quadro più famoso che ha dato il nome all’intero movimento “Impression, Soleil levant” (che io ho visto in Italia, a Treviso per la cronaca, ed è “impressionante” da quanto ti tocca dentro);

– il Musee de l’Orangerie dove protagonisti sono i quadri delle famose ninfee.

In due saloni del piano inferiore si raccolgono ben 8 quadri dedicati ai fiori acquatici del famoso jardin d’eau a Giverny a cui il pittore dedicò gli ultimi anni della sua vita e che sono incredibilmente grandi e meravigliosamente traboccanti di colori.

Per altri dettagli ti rimando all’articolo dedicato proprio a Monet, scritto da Valeria:

=> Giverny: la Normandia di Monet e i percorsi dell’Impressionismo

Articolo di
Alessia Scarparo