Antica Olimpia – Foto di Alessandro Spolaore

Quando la MSC Magnifica ha fatto scalo a Katakolon, famoso porto del Peloponneso, c’è stata l’occasione di visitare il sito archeologico di Olimpia che dista circa 40 minuti.

Arrangiandoci da soli per il trasferimento, come facciamo quasi sempre nelle tappe delle nostre crociere, abbiamo noleggiato una macchina appena fuori dal porto (c’è anche un noleggio moto) al costo di 35 euro per tutto il giorno.

Appena più avanti c’era anche un’agenzia che con 10 euro a persona forniva il trasferimento andata e ritorno da Katakolon ad Olimpia in tempo utile per la partenza della nave, forse ancor meglio dell’auto perchè noi abbiamo dovuto trovare la strada, sbagliando pure un paio di volte!

Olimpia è un’antica città della Grecia passata alla storia per aver dato vita alle famose Olimpiadi dedicate a Zeus.

Le Olimpiadi erano una festa sportivo-religiosa molto sentita in Grecia perchè aveva la capacità di unire tutti i greci e di far cessare tutte le guerre.

La cittadina sorgeva lungo la valle del fiume Alfeo, nella parte nord-occidentale del Peloponneso.

Era in realtà un luogo di culto con templi, teatri, monumenti, statue, palestre, alloggi e naturalmente lo stadio dove si svolgevano i giochi olimpici.

Oggi dove sorgeva anticamente Olimpia c’è un parco archeologico molto grande che esprime tutta la bellezza e il lusso che circondava una manifestazione ritenuta importantissima.

Il sito merita assolutamente una visita se ci si reca nel Peloponneso, dato che dal 1989 è entrata a far parte dei monumenti Patrimonio dell’Umanità tutelati dall’UNESCO.

Secondo le testimonianze lasciate da saggi e scrittori antichi ad Olimpia si svolsero ben 292 edizioni dei Giochi.

La zona più alta della città era l’Altis, circondata da un recinto sacro, perchè era la zona adibita ad ospitare monumenti di culto e gli edifici per l’amministrazione dei giochi.

Il recinto era lungo 200 metri e largo 177 metri e ospitava un famoso tempio, quello dedicato a Zeus, custode della statua del dio realizzata da Fidia nel 430 a.C., inclusa tra le sette meraviglie del mondo antico.


Antica Olimpia – Foto di Alessandro Spolaore

Nella zona orientale di Olimpia sorgevano lo stadio e l’ippodromo.

Allo stadio, nel quale si possono ancora scorgere le linea di partenza e d’arrivo della pista e i posti a sedere dei giudici, si accede attraverso un corridoio e si passa sotto ad un arco ancora in ottimo stato, dagli scavi è emerso che non c’erano tribune fisse per gli spettatori, ora ci sono dei terrapieni con erba.

Nella parte più occidentale della città si trovavano la palestra e il ginnasio, dove gli atleti andavano ad allenarsi già da un mese prima dell’inizio delle gare.

Nelle vicinanze di quella che doveva essere una delle strade principali di Olimpia, sono stati ritrovati 12 “thesauroi”, i templi votivi al cui interno venivano custoditi i tesori delle città che partecipavano ai giochi.

Passeggiare tra queste rovine dà la percezione della grandezza di questa città e del danno che il tempo ha inferto a templi e palazzi, anche aiutato da un brutto terremoto avvenuto circa nel 400 a.c.

Ed è veramente un peccato che poche cose si siano conservate sufficientemente bene da farne comprendere l’antico splendore.

In questo aiutano le ricostruzioni che corredano le spiegazioni apposte in cartelli accanto ai reperti.


Antica Olimpia – Foto di Alessandro Spolaore

Si avverte l’incombente presenza della storia e insieme si respira un’aria di libertà grazie alla bella vegetazione che circonda i resti e al verde su cui poter passeggiare tra i templi, qui cresce spontaneamente tanta camomilla e che profumo!

Il sito archeologico ha anche un bel museo, con sale ben curate e suggestive all’altezza dei reperti e delle testimonianze che custodiscono.

Qui si possono vedere le decorazioni dell’antico Tempio di Zeus, due frontoni e dodici metope di eccezionale raffinatezza.

Ci sono poi l’elmo miceneo, la Nike di Peonio e l’Ermes che tiene tra le braccia Dioniso bambino realizzato da Prassitele, statue di vario tipo e numerosi attrezzi sportivi usati dagli atleti più di 2 mila anni fa.

Articolo di
Alessia Scarparo