Lonely Planet, Across Asia on the Cheap

Lonely Planet, Across Asia on the Cheap copertina ufficiale

 

Vent’anni fa la EDT riuscì a rintracciare Tony e Maureen Wheeler in giro per il mondo portando in Italia le guide che negli anni erano diventate le Lonely Planet e così furono pubblicate, nella primavera del 1992, le edizioni in lingua italiana delle guide Bali e Lombok e Tunisia.

Ma quest’anno ricorre un doppio anniversario, perché quarant’anni fa Tony e Maureen partirono per il loro viaggio che li portò a scrivere “Across Asia on the Cheap”, la prima guida Lonely Planet; nata per raccontare agli amici il loro viaggio ma soprattutto per raccogliere i consigli e i suggerimenti utili per affrontare un viaggio con un occhio al portafoglio.

“E così il viaggio che doveva durare un anno si prolungò per altri due e durante i dodici mesi che passammo a lavorare – e a risparmiare per continuare a viaggiare – a Sydney scrivemmo e pubblicammo il nostro primo libro raccontando il viaggio dall’Australia all’Europa.
Era primitivo, era dilettantesco, ma era l’inizio della Lonely Planet.
È quello che avete ora in mano.”

Finisce così la prefazione alla ristampa che la Lonely Planet italiana ha fatto per celebrare questo doppia ricorrenza e che potrai scaricare gratuitamente in formato e-book, dal sito ufficiale, oppure in formato cartaceo con un piccolo contributo postale di 3 euro.

La ristampa di “Across Asia on the Cheap” si legge tutta di un fiato e fa sorridere molto al viaggiatore che conosce quei luoghi e li ha visti piu’ o meno recentemente cambiati e lontani da quello che i coniugi Wheeler scrissero vent’anni fa in piena epoca hippy.

Epoca dove la libertà di viaggio si acquistava insieme ad un piccolo mezzo di trasporto sgangherato che poi si poteva rivendere tranquillamente a Kabul “per US$160” o fare un buon affare in Iran dove “hanno un esemplare di qualsiasi auto”.

Anche se, ovviamente, per immergersi nella realtà quotidiana non dovrai far altro che spostarti con i mezzi pubblici perché “tutti vorranno sapere cosa vi ha portato su quell’autobus” ed offrirvi qualcosa da mangiare.

Il caro e vecchio autostop è sempre consigliato ma se qualcuno volesse optare per qualche tour organizzato i Magic Bus in 72 giorni coprono il percorso da Londra a Kathmandu per un viaggio che oggi non esiste piu’ ma di cui in rete, se vorrai, potrai trovare interessanti e divertenti racconti.

Piccoli consigli qua e là: mangiate sempre con la mano destra e fate attenzione perché i maschi con i capelli lunghi non sono molto graditi in molti paesi del Sud-est asiatico e alla frontiera i funzionari potrebbero rifiutare il visto.

Nel 1972 l’Afghanistan è un paese “meraviglioso e pazzesco”, nessun riferimento alla guerra spietata che noi oggi conosciamo, e Kabul è descritta come un posto dove passeggiare, chiacchierare e riposarsi per una gita in giornata.

La Turchia è sempre un paese che scatena sentimenti contrastanti perché, anche per loro, o la si odia o la si ama; Goreme è il luogo più interessante di tutto il paese dove le eruzioni “hanno catapultato nella zona rocce dalla forma incredibile” “e in queste strane rocce i cristiani costruirono le loro chiese e le loro case”.

Fa sorride che non citino mai il nome della Cappadocia

Erano gli anni in cui si prendeva ancora il traghetto per attraversare il Bosforo, ma solo perché ancora non c’era il ponte, e non per scelta come accade spesso oggi per chi visita la bella Istanbul.

Il Timor portoghese è la nazione più vicina all’Australia, ma è incredibilmente poco conosciuta, forse perché facile arrivarci ma difficile lasciarla”.

Dell’Indonesia mettono subito in chiaro che “c’è una cosa che dovete cominciare ad abituarvi a fare ed è come usare il gabinetto. Ovunque è alla turca, ovvero consiste in un buco nel pavimento…” e “vi abituerete anche a cosa usano per lavarsi: un grande serbatoio d’acqua e un mestolo di plastica”.

Anche vent’anni fa la vecchia stazione ferroviaria di Kuala Lumpur colpiva il visitatore se è vero che dai coniugi Wheeler viene definita come “un pezzo di barocco vittoriano con tocchi orientali, il piu’ elegante che potrete trovare al mondo”.

Mentre di Bangkok ci dicono che vederla significa “vedere prevalentemente statue di Buddha – in piedi, seduto, di smeraldo, di pietra e anche di oro puro” e il mercato galleggiante era già allora “praticamente solo per i turisti”.

In Cambogia nulla faceva presagire il terribile genocidio che sarà compiuto solo qualche anno più tardi dal regime dei khmer rossi mentre in Nepal, Kathmandu era già allora una città molto sporca dove “un edificio su due è un tempio e un giorno su due è festa”.

In India viaggiando verso Agra, “fate una deviazione a Khajuraho, dove c’è un insieme di templi, uno dei quali con statue e rilievi che solleverebbero le ire della censura in Australia.

Il loro consiglio per passare una serata nel paese indiano era quello di andare al cinema: “i film indiani sono spettacolari e esagerati, con un pizzico si violenza, di canzoni, di mistero e di romanticismo, ma assolutamente No sesso”.

Leggendo questa guida mi son ritrovata a sorridere più volte nel pensare a quante cose sono cambiate, nella storia di questi paesi, nel modo di viaggiare, ma anche di prepararsi al viaggio.

Ma mentre noi, per questo, abbiamo anche le Lonely Planet, loro avevano potuto far riferimento solo a pochi libri tra i quali segnalano il Full Tilt di Dervla Murphy, che si trova ancora oggi su internet in lingua inglese, ma d’altronde “è questa la ragione per cui abbiamo scritto questa nostra guida”.

Articolo di
Bianca Ferracani