Boa SouthernMost Point

Boa SouthernMost Point – Foto di Mariangela

 

Il punto più a sud degli Stati Uniti continentali si trova qui.

Gli americani, si sa, sono maghi a mettere un pizzico di marketing ovunque, e ovviamente era troppo ghiotta l’occasione di Key West, per lasciarsela scappare.

Siamo nell’ultima isola della lunga catena (45 quelle degne di essere chiamate tali, ma le strisce di terra emersa sono molte di più) che dalla Florida scivola giù nell’Oceano, ultimo avamposto americano prima del “grande nemico”, Cuba, che si trova ad appena 90 miglia da qui, come non manca di sottolineare l’enorme boa di cemento colorato che simbolicamente segna appunto “the southernmost point”, e accanto alla quale gli americani non mancano di farsi fotografare, incuranti di attendere in fila sotto il sole.

Ma Key West è molto di più che un semplice “avamposto”.

E’ un gioiellino, uno scampolo di Caraibi in terra Usa, un buen retiro per americani in pensione, un reticolo di villette coloniali color pastello, molte curatissime con fiori alle finestre, prati all’inglese ed improbabili fontane e statuine in giardino, altre malmesse e lasciate un po’ in rovina.

Riflettono in fondo il mix dei suoi abitanti, che non è fatto solo di “wasp” nè di latinos,che anzi qui,a dire la verità, sono una minoranza rispetto a Miami, ma di tanti afro-americani e caraibici, tanto che nel bel mezzo della città c’è il Bahama Village a ricordarcelo: sedici isolati noti come il quartiere nero di Key West, i cui abitanti sono appunto originari delle isole Bahamas.

Bahama Village

Bahama Village – Foto di Mariangela

 

Neanch’esso è sfuggito ovviamente al turismo: l’ingresso sulla Petronia Street ospita un piccolo mercato delle pulci dove è possibile trovare anche pezzi di artigianato locale.

Ma approfittane anche per giro tra le sue stradine, troverai localini etnici, barber’s shop che sembrano usciti da un’altra epoca, bistrot francesi dove fare colazione, colorati murales.

Insomma, un curioso melting pot dove ciondolare per un po’, senza lasciarsi intimidire dagli sguardi dei locali seduti sul cofano di vecchie auto, o in una vecchia sedia a dondolo in giardino.

Cuore pulsante di Key West è Duval Street.
Questa lunghissima via conta pub, bar, discoteche, ristoranti, localini, gli immancabili negozi di souvenir, ma anche originali negozi di memorabilia e pseudo gallerie d’arte.
E i suoi marciapiedi la sera si affollano di turisti, gente locale, pensionati in buen retiro che qui si sentono finalmente liberi di sfrecciare sulle loro Harley (persino senza casco!) e – se si capita da Key West durante lo spring break – studenti dei college in trasferta, che dando una rapida occhiata ai vari siti delle guest house anche online non devono essere ospiti così graditi dalla gente locale…

Arte su Duval Street

Arte su Duval Street – Foto di Mariangela

Arte su Duval Street

Arte su Duval Street – Foto di Mariangela

 

In fondo alla Duval si apre l’area della marina, dove passeggiare ma anche cenare, uno dei nomi più famosi è il Conch Republic Seafood (631 Green Street).
E il mare?
Tra tutte le isole lungo la Us 1 Key West non è forse quella con le acque più cristalline, ma le spiagge ovviamente ci sono e vale la pena farci un salto, anche se è così piacevole vagabondare senza meta tra le casette color pastello che quasi non se ne sente l’esigenza.

Al costo di circa 2,5 dollari a testa (più 50 cent per l’auto) si può entrare nel Fort Zachary Taylor State Historic Site.
Qui, la spiaggia sorge in quella che era una zona fortificata dei tempi della Guerra civile americana, e utilizzata in seguito dalla Marina militare.
Ma il vero valore aggiunto del posto (attrezzatissimo, per altro, tra snack bar, souvenir e minuscolo stabilimento balneare) è la pineta che circonda la spiaggia, perfetta per scappare alla canicola caraibica, e per banchettare, grazie alle panche e, per i più professionisti della scampagnata, alle postazioni barbeque (che lungo le keys spopolano un po’ ovunque).

Se vuoi dare un tocco ancor più salutista al break all’ombra dei pini, assicurati di preparare il tuo pranzo al sacco da Sugar Apple Juice Bar & Veggi Deli (in Simonton Street): è un piccolo paradiso per vegetariani, vegani e per tutti coloro che non intendono rinunciare al bio neanche in vacanza!
Al banco puoi scegliere tra una bella selezione di insalate, sandwich e tramezzini, all’insegna di tofu, tempeh, hummus, ma anche di hamburger e hotdog di soia che (e lo dico da “carnivora”) hanno poco da invidiare a quelli “convenzionali”.
Da bere, succhi e e centrifugati (l’ideale sotto il sole dei Caraibi). Mentre aspetti, puoi dare un’occhiata al piccolo supermarket (sempre bio) annesso.

Ma torniamo alla spiaggia di Fort Zachary.
Dicono che da qui si gode un magnifico tramonto, ma non si può andare via da Key West senza essere stati in Mallory Square per osservare il sole scomparire nell’acqua.

Mallory Square

Mallory Square – Foto di Mariangela

 Giocolieri Mallory Square

Giocolieri Mallory Square – Foto di Mariangela

 

D’accordo, è turismo all’ennesima potenza, ma almeno una volta vale la pena partecipare al gran “carrozzone” nato intorno alla “Sunset celebration” di questa piazza sul mare circondata da hotel, negozi e locali.
Baracchini, saltimbanchi, musicisti ed acrobati dalle abilità più svariate.
C’è persino un signore francese che fa esibire i suoi gatti ammaestrati, che incedono con eleganza lungo un’asticella sospesa, oppure saltano pronti attraverso un cerchio di fuoco.
Poi, però, con disappunto, una volta ricevuti gli applausi del pubblico come artisti consumati, tornano nelle loro gabbiette ed un po’ ti si stringe il cuore, e pensi, ingenuamente forse, che anche tra gli animali bisogna nascere nei luoghi giusti per esser fortunati.

Giocolieri Mallory Square

Giocolieri Mallory Square – Foto di Mariangela

 

Prendi ad esempio i “cugini” dei nostri mici acrobati, quelli che per vivere una vita più che dignitosa non devono fare altro che passeggiare, farsi accarezzare di tanto in tanto, al massimo mettersi in posa per una foto.

Sono i “six-toed cats”, quelli che popolano la villa di Ernest Hemingway (907 Whitehead Street).
Qui i gatti “a sei dita” hanno prosperato e prosperano ancora da quando la villa è diventata un museo, tanto da apparire loro i veri padroni della magione (che tra l’altro – e difficile pensare che sia altrimenti viste le differenze finanziarie tra i due Paesi – è decisamente tenuta meglio della sua quasi gemella “oltrecortina”, quella di Cuba): languono a bordo piscina o sui tavolini da giardino, si aggirano tra la folta vegetazione tropicale in cerca di refrigerio dalla calura caraibica, si “permettono” di poltrire sulle teche che custodiscono preziosi scritti autografi o altri memorabilia di Ernest.
Oggi la villa ne ospita diverse decine (non tutti a sei dita) e rende omaggio agli “antenati” con un piccolo cimitero con tanto di lapidi (dove scoprirai che i mici hanno i nomi di star hollywoodiane).
Inevitabile, ovviamente, il merchandising, ma non solo: a poca distanza dalla villa Six-Toed Cat è anche il nome di un piccolo ristorante e bar dove val la pena fermarsi anche a fare colazione e qualche acquisto per gli amici gattofili.

Di gatti in carne ed ossa neanche l’ombra, ma la delusione lascia subito posto alla sorpresa se ad “accoglierti” vedi arrivare, come è successo a noi, una famigliola di… galli.
E’ proprio così: a Key West vive una folta comunità di galli che sull’isola arrivarono insieme con i primi abitanti.
E di loro si prende cura addirittura un centro d’assistenza, Chicken store, (1229 Duval Street ), che a sostegno dei pennuti randagi vende il proprio merchandising a tema, anche online (magneti, tazze, t-shirt e quant’altro).

Tipiche Casette Pastello

Tipiche Casette Pastello – Foto di Mariangela

 

I galli non sono l’unica stranezza di Key West: pare che la cittadina sia infestata di fantasmi… altrimenti come si spiegherebbe il proliferare di agenzie che propongono tour ed escursioni all’insegna di storie dell’orrore, spiriti, riti voodoo e magioni stregate, misteri che dicono la città celi dietro le pacifiche sembianze di mega-resort vacanziero? A piedi o in tram, i tour partono rigorosamente in notturna.

Ma se, come noi, preferisci un modo più godereccio per concludere la giornata meglio un salto da Sloppy Joe’s (al 201 della Duval Street): uno dei preferiti di Ernest Hemigway, che certo di bar era intenditore.
Il locale è molto cambiato da allora, ma tra una birra e la musica dal vivo potrai fantasticare di averlo al tuo fianco.

In fondo, tra gli spiriti che fluttuano su Key West, non è bello pensare che ci sia anche quello del grande Ernest?

Articolo di
Mariangela Traficante