La laguna di Chinancocha nel Parco Huascaràn

La laguna di Chinancocha nel Parco Huascaràn – Foto di Silvia Balcarini

 

Il Perù è il terzo paese del Sud America, come estensione territoriale, dopo Brasile ed Argentina.
Conosciuto da tutti come “la terra degli Incas”, questo paese ha accolto molte civiltà che lo hanno reso il più ricco, e forse il più interessante, sotto il profilo archeologico di tutto il Sud America.

Huaraz: benvenuto sulle Ande.
Questa città non è particolarmente bella ma è secondo me l’icona del paese andino peruviano.
Ci sono  donne dagli autentici  tratti idiomatici, con le loro gonne di lana sovrapposte, pettinate con lunghe trecce nere e singolari cappellini, e l’immancabile sacca di lana colorata annodata sul petto utilizzata per ogni genere di trasporto: figli, polli, legname.
C’è l’escursione termica.
Il giorno può essere un caldo infernale, ma allo scoccare del tramonto non dimenticarti di avere il pile con te, oppure dovrai comperare un poncho di alpacha, ma tranquillo non sarà un’impresa trovarlo.

C’è infine l’altitudine a cui va dedicato un capitolo un po’ più lungo.
La cittadina di Huaraz si trova a circa 3200 m.s.l.m.
Sappiamo che più si sale di altitudine più c’è la rarefazione dell’ossigeno.
E qui te ne accorgerai, sì che te ne accorgerai, quindi inizia subito a respirare profondamente per aiutare il cervello ad ossigenarsi di più.
Altrimenti una forte emicrania farà capolino.
Affinché tu sia preparato, sappi che questo piccolo problema ti seguirà per tutto il viaggio, ogni volta che risalirai di  altitudine; si chiama SOROCHE e, dopo la maledizione di Montezuma, anche questo non è male.
Niente paura, basta  che il fisico si abitui e torna tutto alla normalità.
Io ho provato a masticare le foglie di coca, che puoi comperare ovunque anche aggiungendo una specie di sassolino che fa da catalizzatore.
Niente di euforico, a me non hanno fatto niente, a parte un lieve bruciore di stomaco. Mentre in infusione sono molto diuretiche.

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Da Huaraz si raggiunge velocemente il Parco nazionale del Huascaran (la montagna più alta del Perù).
Le Chocas, abitazioni dei contadini, i lama e le vigogne seguiranno il tuo cammino.
Qui è un susseguirsi di turchese, celeste, azzurro: sono le lagune.
Esse riflettono perfettamente il paesaggio circostante, le montagne, i ghiacciai, le nuvole come nelle migliori cartoline.
Varrebbe la pena fermarsi più giorni e lo si può fare facendo trekking e free climbing.

Si aprono davanti a te enormi distese di fiori color amaranto, è la Quihuicha, una sorta di cereale che io ho assaggiato sotto forma di dolcetto rotondo, mentre se cerchi del pane adocchia le bandierine bianche, ne sono il segnale.
L’enorme patchwork che osservi sono i campi coltivati dai contadini sui crinali delle montagne dalle enormi pendenze.
Ti verrà naturale chiederti se siano riusciti a vincere la legge di gravità.

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Sei arrivato a Chavin de Huantar (109km 4 ore circa, 3180 m.s.l.m), importante antico centro cerimoniale, patrimonio dell’UNESCO.
E’ la prima grande civiltà peruviana e questo è il sito più importante.
L’arte Chavin si caratterizza da immagini di felini, soprattutto il giaguaro. (simbolo sacro di tutte le culture peruviane e sud americane)
Del complesso quello che ti rimarrà più impresso sono sicuramente i corridoi sotterranei che portano ad un enorme monolite, El Lanzon la divinità principale, finemente decorato.
Mentre alla luce del sole è esposta la copia della seconda divinità, la Stele di Raimondi. Ti ricordo che stiamo parlando di 1200 anni avanti Cristo.

Lanzon a Chavin de Huantar

Lanzon a Chavin de Huantar – Foto di Silvia Balcarini

 

Non lasciare la zona senza avere assaggiato la Chicha, una bevanda alcolica fatta di mais fermentato magari accompagnandola dai chicchi di  mais salato gialli, arancio, marroni e neri.

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Scendendo da Huaraz per raggiungere Trujillo (330km 7 ore), fermati per una breve sosta al sito di Sechin, sempre di cultura Chavin, uno dei più importanti del Perù non per la sua grandezza ma per la sua particolarità.
Si visita in maniera veloce.
Si possono vedere lungo tutto il muro esterno enormi pietre alte fino a 4 metri incise a bassorilievo.
Sono impressionanti e molto reali: teste mozzate da cui zampilla il sangue, intestini, arti tagliati, corpi da cui escono viscere, uomini tagliati a metà.
Si ipotizza siano i guerrieri nemici mentre qualcuno dice possa essere la dimostrazione di studi chirurgici umani.
Annesso al sito c’è un piccolo museo interessante solamente per il plastico che facilita la comprensione di tutta il sito stesso, dato che per la quasi totalità è sommerso.
NOTA: questo percorso si può effettuare solo da aprile a novembre.

Parti anatomiche a Sechin

Parti anatomiche a Sechin – Foto di Silvia Balcarini

 

Nella stessa giornata puoi raggiungere la città costiera di Trujillo percorrendo una enorme strada in mezzo al deserto.
Trujillo è un’incantevole cittadina coloniale: gli edifici in stile spagnolo dai colori vivaci come il giallo, blu e l’arancio, le belle chiesette e la piazza principale che come da copione si chiama Plaza de Armas.
Io non ho capito perché il pavimento della piazza che sembra cemento possa essere così brillante. Che ci passino la cera?
Si gironzola proprio volentieri per questa cittadina, ti consiglio di entrare in una delle tante case coloniali aperte al pubblico, molte di esse accolgono mostre d’arte.
Io invece ho visitato il museo Cassinelli che offre la vista di diversi arredi interessanti, se ami il genere ovviamente.

Trujillo è anche un’ottima base per la visita alle rovine archeologiche di Chan Chan.
Di questo complesso del 1300 d.C. quello che colpisce è l’estensione e la decorazione in rilievo che copre tutte le superfici: uccelli, pesci, disegni geometrici talvolta colorati.
Qui si riescono facilmente a distinguere le stanze, le piazze cerimoniali, il pozzo, i magazzini.
Chan Chan è stata la capitale della civiltà Chimù.
Questo popolo si distinse per aver reso fertile il vicino deserto e per essere stati degli abili orefici: maschere in lamina d’oro ed altri oggetti cerimoniali ne sono la prova.

Particolari di Chan Chan

Particolari di Chan Chan – Foto di Silvia Balcarini

 

A pochi chilometri di distanza si trova la Huaca Arco Iris o Huaca del Dragon o Tempio dell’arcobaleno, a te la scelta del nome.
Questo tempio Chimù è molto ben conservato perche è stato protetto dalla sabbia fino agli anni sessanta.
Lo spessore e la leggera pendenza dei muri lo rendono simile ad una massiccia piramide, una novità con tutto quello visto fino adesso.
Si può salire in cima.
Dall’alto si possono notare dei grandi contenitori utilizzati forse come depositi.
I numerosi decori fanno pensare al culto della fertilità rappresentato dalla pioggia a forma di arcobaleno.

Il tempio Arco Iris o tempio del Dragone

Il tempio Arco Iris o tempio del Dragone – Foto di Silvia Balcarini

 

Dopo la visita ti puoi ristorare tranquillamente a Huanchaco, sulla costa.
Di fronte alla spiaggia si possono vedere le imbarcazioni di canna intrecciata di totora, tipica pianta del Perù, simili ai kajak monoposto diverse quindi da quelle che vedrai sul lago Titicaca.

Lasciando Trujillo a 35km da Chiclayo (200km 3 ore) si trova il Signore di Sipan o Huaca Rayade.
Devo dire che qui serve una fervida immaginazione.
Il panorama collinare e desertico non è altro che un insieme di piramidi sepolte dove qua e là scorazzano i tipici cani peruviani, completamente glabri e per nulla belli.
Qui i tombaroli che per anni hanno fatto manbassa si sono fatti sfuggire una tomba chiamata dagli archeologi e divenuta poi famosa come il Signore di Sipan.
Egli era un capo Mochica, alla sua morte fu sepolto circondato dalle proprie ricchezze, grandi quantità di ori, vasellame, cibo, ma soprattutto dalle mogli, dai bambini e dal suo cane che loro malgrado lo dovettero seguire.
La veduta di alcune tombe non so se può ripagare la visita, io ho voluto credere di aver portato un contributo agli archeologi, nella speranza che in futuro quello che adesso è sotto riemerga completamente.

La stessa cosa vale per le vicine rovine di Tucume.

Discorso a parte va fatto per il museo Bruning.
Qui si fa una bella scorpacciata di oreficeria, vasellame, statue, tessuti, mummie.
Non occorre leggere nessuna spiegazione.
Basta guardare.
Molto, molto consigliato.

Puoi vedere altre foto nell’album sul Peru’ del Nord.

Ma il viaggio non finisce qui…

Articolo di
Silvia Balcarini