Noi

Noi – Foto di Silvia balcarini

 

Ultima tappa del viaggio in Venezuela, si arriva a…

L’arcipelago di Los Roques è facilmente raggiungibile da Caracas, da Porlamar (Margarita) e da Maracaibo, conta 42 isole ma sola una è abitata, Gran Roque.

Questo arcipelago è situato ai Caraibi ma detiene una fortuna incredibile per ragioni di correnti atmosferiche non viene mai colpito dagli uragani.

Si atterra sulla spiaggia, e non è un eufemismo, accanto all’aeroporto open air c’è il molo, è qui che partirai ogni giorno alla scoperta delle isole.

Una banca, un piccolo supermercato, qualche ristorantino (pesce, pizza e pasta), un gelataio, la piazza, le posadas, le case degli abitanti.

Qui non c’è nightlife: niente disco, né casinò, solo un piccolo bar per chiaccherare ed ascoltare musica.

Se ami la vita notturna hai sbagliato indirizzo dovevi essere sull’Isla Margarita, altra bellezza venezuelana dove la movida esplode.

Naturalmente è presente un centro diving che offre anche attrezzature per la pesca sportiva specialemente al Benefish e al Tarpon che qui attira molti appassionati.

Ma anche il semplice snorkeling per i comuni mortali regala soddisfazioni!

Felici di essere naufraghi

Felici di essere naufraghi – Foto di Silvia balcarini

 

Oltre all’alloggio classico in posada si può anche campeggiare in alcune aree circoscritte (chiedendo l’uso del bagno alle posadas) o soggiornare a bordo di barche a vela (crociere di una settimana ti permettono di vedere più isole e di raggiungere quelle lontane con più facilità).

Dopo lo spagnolo si parla l’italiano, ebbene sì abbiamo “colonizzato” l’isola ristrutturando la maggior parte delle case dei pescatori e facendole diventare posadas.

Che occhio!

In generale se si vuole spendere un po’ meno (anche se Los Roques non è economica) bisogna soggiornare presso le posadas di proprietà venezuelana.

Dall’esperienza posso dire la mia: ho trascorso 3 notti a Los Roques ognuna in una posada diversa.

Posada (non la nostra)

Posada (non la nostra) – Foto di Silvia balcarini

 

La prima sera al Terramar: le camere sono piccole, il tutto molto semplice ma il prezzo è più basso che altrove.

La camera serve per dormire e farsi la doccia no?

Io lo consiglio tranquillamente ai viaggiatori, meno ai turisti.

Seconda sera: Dona Carmen: molto carina, qui le camere se pur piccole si affacciano su un ingresso (o patio?) pavimentato di azzurro che corre verso il mare (che foto!).

Io ho fatto la doccia fredda, probabilmente perché era già notte inoltrata e l’acqua nei depositi si era già raffreddata oppure essendo 3 in camera non è bastata!

Posada

Posada – Foto di Silvia balcarini

 

Chi se ne frega, è caldo e siamo al mare (parlo sempre ai viaggiatori, mi scuseranno gli altri)

Terza sera: Và Pensiero, di gestione italiana, piccola (credo solo 3 camere) ma molto carina, ogni camera è arredata in maniera diversa e con un nostro “tocco”.

Le barche partono al mattino dal molo (stai attento, se ti sposti di qualche metro sei “entrato” in aeroporto all’area check-in).

Ti sarà consegnato un frigo bar con bevande ed il pranzo, al tuo arrivo in spiaggia si occupano loro di sistemarti ombrellone e sdraio.

Le isole che sicuramente vedrai sono quelle più vicine a Grand Roque: Madrizquì, Francisquì, Crasquì e Rosquì.

Fatti raccontare la buffa storia sull’origine di questi nomi.

Per lo snorkeling le più famose sono Boca de Cote (molto lontana), Crasquì e Noronquises.

Ci sono isole dove è più facile vedere le razze, in altre le tartarughe, ti conviene informarti prima di decidere.

Ovviamente l’escursione sarà molto più cara se sceglierai un’isola più lontana o se l’imbarcazione ti trasporterà individualmente.

In questo caso ti conviene chiedere, la sera prima dell’escursione, se qualche altro turista è interessato alla stessa isola, potrete così dividere la spesa.

Sogno

Sogno – Foto di Silvia balcarini

 

ATTENZIONE: la sabbia bianca è cristallina, il che significa che è sempre fresca, facile cadere tra le braccia di Morfeo!

Non devi però stare più di 30 min sotto il sole, almeno per i primi giorni, ed avere con te la protezione 50 (ti abbronzerai lo stesso, te lo garantisco), quando stai in acqua (diventerai vizzo!) dopo una decina di minuti metti una maglietta a protezione, il sole e l’acqua trasparente ti cuociono a puntino e qui sei a 30 min di volo dal primo ospedale.

Occhiali e cappello manco a dirlo.

Qui ogni isola ha caratteristiche diverse: c’ è il piccolo atollo (bajo fabian) dove ci si sente come i naufraghi nei fumetti, l’isoletta con la lingua di sabbia che divide a destra e a sinistra il bacio del mare (Cayo de Agua), l’altra dalle numerose conchiglie (Crasquì), dove è più facile vedere le tartarughe (Noronqui), l’isola ospitante la stazione biologica marina dove si allevano le tartarughe in pericolo di estinzione (Dos Mosquises), quella composta da 3 isolotti (Noronqui), dove sono le stelle di mare (Rabusqui) ecc ecc…

Al tardo pomeriggio spuntano i simpaticamente chiamati puri-puri, piccoli fastidiosi moscerini che pungono come zanzare, mandati qui per ricordarti che non sei in paradiso e che presto tornerai al lavoro!

Termina qui il mio personale viaggio in Venezuela omettendo volontariamente le mie impressioni su Los Roques ti rimando all’ascolto di Meraviglioso (versione Negramaro).

Articolo di
Silvia Balcarini