Spesso si sente il bisogno di rompere con la routine quotidiana e di fare due passi fuori città, in qualche posto dove ci si possa rilassare in mezzo alla natura.
Succede, però, che non si abbia idea di dove andare o che ci si limiti a fermare la macchina nel primo parco pubblico fuori porta.
Purtroppo pochi sono informati sulla quantità di parchi naturali, riserve, oasi di cui l’Italia è piena, soprattutto sulle belle montagne del settentrione.
Quindi, magari guidando un’oretta in più, varrebbe la pena andare a riossigenarsi in questi luoghi incontaminati.
Un parco molto bello, non solo dal punto di vista naturalistico, ma anche paesaggistico, è quello di Paneveggio Pale di S. Martino, all’interno del quale si possono fare molte belle escursioni.
Vediamone una piuttosto facile ma di grande effetto: la Val Venegia.
Curioso il fatto che il nome derivi da “Venezia“, in quanto i tronchi che nei secoli scorsi venivano tagliati in una delle foreste della Valle partivano per i cantieri della città lagunare.
La Val Venegia, abitata nelle zone prative da colonie di marmotte, ospita nelle aree più ricche d’acqua delle specie botaniche molto rare, tipiche delle alluvioni glaciali e solitamente presenti a latitudini artiche.
Io ti auguro di avere la mia fortuna… proprio in Trentino sono riuscito a vedere le marmotte e soprattutto a sentirle avvertire i compagni di colonia di un pericolo in arrivo con il celebre fischio 🙂
Per intraprendere questa escursione, bisogna dirigersi verso Passo Rolle e poco prima di averlo raggiunto deviare a sinistra per il Passo di Valles; si lascia l’auto a Pian dei Casoni e si comincia a camminare, già immersi in un ambiente da favola, in mezzo a una rigogliosa vegetazione attraversata dal torrente Travignolo.
Oltrepassate le malghe Venegia e Venegiota, dove è d’obbligo assaggiare i formaggi e i salumi prodotti in loco, si spalanca un panorama che fa subito metter mano alle macchine fotografiche: il Mulaz e la maestose Pale di San Martino.
Al Pian della Vezzana si comincia a salire fino ad arrivare ad una sella, dove si trova il rifugio Segantini, che ricompenserà con prelibatezze locali la camminata di circa due ore e mezza.
Insomma, dovrai vincere la tua pigrizia, ma oltre allo spettacolo della natura che ti circonderà, quando vedrai arrivare in tavola i piatti tipici, la stanchezza svanirà… promesso!
Pubblicato da Cristiano
Guest Post