Un tempio a Khajuraho

Un tempio a Khajuraho – Foto di Silvia Balcarini

 

Guglie e pinnacoli in arenaria spiccano sul prato verde non recintato, è Khajuraho.

A 600 km da Delhi nel Madhya Pradesh, restano una ventina di templi, patrimonio dell’Umanità, costruiti dal 10° all’11° secolo dalla dinastia Chandela.

E, come spesso accade in India, mito e leggenda si fondono: si racconta infatti che il capo-clan dei Chandela, valoroso guerriero, fu capace di uccidere a mani nude un leone.

Molte le statue ed i souvenir che rappresentano questa immagine.

E’ vero che lo stile con il quale sono stati eretti i templi è molto bello e lo stato di conservazione è ottimo (non è mai stato depredato), vero anche che la maggior parte dei templi è circondata da figure rappresentanti scene di vita quotidiana e che i templi sono dedicati a quattro dottrine importanti: Giainismo, Induismo, Shivaismo e Tantrismo.

Magnifiche pareti finemente scolpite

Magnifiche pareti finemente scolpite – Foto di Silvia Balcarini

 

Ma il sincero motivo per cui si visita il complesso sono le sculture erotiche.

Khajuraho, che significa palma da datteri, possiede la maggior raccolta di rappresentazioni scultoree sessuali che il mondo abbia mai conosciuto.

Solo per atletici…

Solo per atletici… – Foto di Silvia Balcarini

 

Le scene di sesso si trovano nella parte esterna e non all’interno del tempio, dove si da spazio solamente alla divinità.

Kamasutra & Co.

Kamasutra & Co. – Foto di Silvia Balcarini

 

Curiosità e studio hanno generato diverse motivazioni per rispondere alla domanda: Perché?

E’ lecito pensare che poteva essere un modo per dire alla gente di lasciar fuori i propri desideri e concentrarsi solo sulla preghiera.

Oltretutto era un buon modo per attrarre al tempio il maggior numero di uomini e di donne, specie in un’epoca in cui molte erano le incursioni dei conquistatori musulmani.

Più realistiche a parer mio le prossime motivazioni.

Poiché l’Induismo crede nell’efficacia dei 4 percorsi Moksha (Dharma, Artha, Yoga e Kama) sarebbero stati scolpiti per l’ultimo di questi quattro che rappresenta i piaceri sensoriali.

Femminilità esplosiva

Femminilità esplosiva – Foto di Silvia Balcarini

 

Anche per la concezione tantrica la soddisfazione dei desideri terreni è un passo verso il Nirvana.

Le immagini fuori dal tempio sono la porta simbolica per raggiungere Dio.

Come un voyeur ti trovi di fronte ad amplessi di gruppo, a donne prospere e sinuose: gli ammiccamenti, la lussuria e la passione, ma anche la maternità, il tradimento e la sodomia; raggiungendo anche la zoofilia (o zooerastia).

Molte le posizioni che rimandano al Kamasutra, altre improbabili ed altre ancora impossibili!

Assoluta la capacità estetica, sensuale e provocatoria.

Certo è che il Buddismo e l’Induismo, nella loro forma originale, hanno saputo trasmettere la sessualità come parte della natura umana.

Desiderio e ricerca del piacere, vengono accomunati all’annullamento del tempo, quindi alla meditazione, ergo, alla ricerca di sé e di Dio.

I templi del gruppo Ovest sono i più belli.

Uno splendido esempio di Khajuraho

Uno splendido esempio di Khajuraho – Foto di Silvia Balcarini

 

Famoso e imponente il Kandariya Mahadeva: decorati l’ingresso, le colonne e le nicchie.

Lakshmana è quello che possiede alcune delle scene hard più fotografate.

Verso le 19 ogni sera, fuori dal tempio Matangeshvara o Shiva Temple un gruppo di fedeli si riunisce intorno ad un Lingam (simbolo fallico) per una celebrazione, in genere i turisti discreti sono ammessi.

Metodo indiano per togliere le erbacce

Metodo indiano per togliere le erbacce – Foto di Silvia Balcarini

 

Khajuraho è un piccolo borgo che ospita negozi di souvenir, qualche hotel e ristoranti (alcuni “italiani”).

E’ raggiungibile in auto, in pullman ma anche in treno e aereo da Delhi, Agra, e Varanasi.

Alla fine della giornata, dopo una scorpacciata di eros non puoi non concederti ad un carnale massaggio con olio ayurvedico.

I prezzi sono abbordabili, a meno che non soggiorni in un hotel di lusso, molti gli indirizzi dei massaggiatori professionali.

Io, invece, dopo cotanto erotismo, ho dovuto combattere con un’invasione di bachi neri che come in un reale film di paura sono arrivati al crepuscolo e hanno invaso il villaggio.

Impossibile mangiare, bere, perfino parlare.

Sfiorata la crisi isterica.

Come in un classico di Hitchcock (o se preferisci di Dario Argento) gli esserini entravano dappertutto.

Inutile il tentativo di rifugiarsi in camera e spengere le luci, i maledetti passavano da porte e finestre.

Nel continuo calpestio scricchiolante ed inefficace è corso come sempre in aiuto il mio “ispettore gadget” e come un cyborg sempre operativo ha perimetrato con scotch da pacchi e nastro isolante fermando l’avanzata aliena.

La mattina seguente, una giara posta davanti ad un negozio ed alta più di un metro ne era colma.

In-de-scri-vi-bi-le.

Non ho approfondito le motivazioni del fenomeno, mi è bastato essere una sopravvissuta!

A mio avviso metti nello zaino qualche rotolo di nastro adesivo, potrebbe tornarti utile.

Articolo di
Silvia Balcarini