Camminare tra i pinguini non ha prezzo

Camminare tra i pinguini non ha prezzo – Foto di Silvia Balcarini

 

La costa atlantica della Penisola del Capo offre panorami e spiagge tra le più belle al mondo accompagnata dai must: surf, tintarella, intrattenimento.

La più bella escursione che puoi fare in giornata da Cape Town è il tour della Penisola del Capo raggiungendo il Capo di Buona Speranza.

Puoi partecipare a un tour organizzato o contrattare un taxi, io ti consiglio caldamente di goderti per conto tuo le ore noleggiando un’auto.

Personalmente ho tralasciato la passeggiata sul lungomare delle famose Green Point e Sea Point (zona stadio) oramai circondate, troppo, da palazzi, alberghi e locali-in per dirigermi subito verso il sud della penisola di fatto più selvaggia e autentica.

La strada costiera e tortuosa che percorri è un susseguirsi di insenature, calette, spiagge: la forza dell’oceano la senti con gli occhi e con le orecchie.

Tanti i punti panoramici degni di una sosta.

Tra questi uno dei più famosi è Clifton, quattro insenature di spiaggia bianca, qui le temperature dell’acqua non superano mai i 12 gradi ma poco importa; essere a Clifton significa essere ViP, come dimostrano le ville “hollywoodiane” che spuntano qua e là, alcune delle quali dotate di funivia privata per accedere più comodamente al mare.

Clifton: ville ed oceano

Clifton: ville ed oceano – Foto di Silvia Balcarini

 

Ma lo scenario continua, poco distante, a Camps Bay.

Stavolta la spiaggia è enorme, decorata con sabbia ed sassi enormi riparata poi dalla catena montuosa dei Dodici Apostoli.

Lungomare alberato, bei marciapiedi, gradevoli edifici, ristoranti, negozi, sistemazioni alberghiere accattivanti, insomma tutti gli ingredienti per una vacanza.

Avendo più tempo a disposizione puoi fermarti a dormire, raggiungere altre notevoli calette e goderti splendide passeggiate spesso in solitaria: vento nei capelli e la risonanza ininterrotta dell’oceano, come nelle più classiche inquadrature cinematografiche.

Io proseguo per Hout Bay, gradevole piccolo porto di pescatori.

Hout Bay

Hout Bay – Foto di Silvia Balcarini

 

E qui che si viene per imbarcarsi su una nave diretta a Duiker Island per l’osservazione delle foche.

L'isola di Duiker

L’isola di Duiker – Foto di Silvia Balcarini

 

Ne potrai vedere tantissime e piuttosto da vicino.

Hout Bay è anche un luogo ideale per fare una pausa magari in uno dei ristoranti che offrono il pescato del giorno alla piastra o fritto (compresa l’aragosta) e accompagnato da patate: tutti contenti.

 Il porto di Hout Bay

Il porto di Hout Bay – Foto di Silvia Balcarini

 

Hout Bay è anche l’inizio della Chapman’s Peak drive, stretta strada a pagamento tagliata nella roccia e a picco sul mare che per ben 15 km regala un belvedere illimitato.

Chapman’s Peak drive

Chapman’s Peak drive – Foto di Silvia Balcarini

 

In generale poco trafficata e quindi perfetta per godersi il panorama… Attenzione  alle curve!

Questa celebre strada termina a Noordhoek con la sua meraviglia: una grande mezzaluna bianca e azzurra bordata da ben due lagune.

Noordhoek sembra non finire

Noordhoek sembra non finire – Foto di Silvia Balcarini

 

Questo è considerato il luogo ideale per una passeggiata a cavallo.

Io direi che è perfetta per una pubblicità.

Via via che procedi strizza l’occhio in direzione dell’oceano, se è periodo (agosto-novembre)con un po’ di fortuna potrai vedere le balene che escono fuori dall’acqua.

Ecco che poi si raggiunge il Capo di Buona Speranza, riserva naturale adesso incorporata al parco nazionale della Table Mountain e parte del Cape Floristic Kingdom, il più piccolo e più ricco dei sei regni floreali al mondo.

Capo di Buona Speranza

Capo di Buona Speranza – Foto di Silvia Balcarini

 

Appena scendi dall’auto, attenzione ai babbuini, un reale pericolo, quindi niente cibo nello zaino e se proprio devi mangiare qualcosa guardati alle spalle!

Dal faro di Buona Speranza

Dal faro di Buona Speranza – Foto di Silvia Balcarini

 

In alto davanti a te il faro, ai tuoi piedi la scelta di salire in funicolare o a piedi.

Salendo le scale oltre a goderti la vista minuto per minuto hai la possibilità di vedere qualche piccolo animale, fiori, piante, uccelli.

Tenendo fermi i capelli hai l’oceano a perdita d’occhio e sei catturato dal vibrante frastuono delle onde impetuose che modellano le falesie.

Qui sulla sommità di Cape Point appoggiato al segnale/monumento che ricorda i km dalle principali città del mondo sei nel punto più a sud del continente africano dove l’Oceano Atlantico incontra l’oceano Indiano (anche se per la precisione sarebbe Cape Agulhas!).

Segnale/monumento sul faro di Cape Point

Segnale/monumento sul faro di Cape Point – Foto di Silvia Balcarini

 

Da qui se vuoi e se il tempo lo permette puoi camminare sul sentiero che raggiunge l’altro faro, Diaz Point, sul percorso sono visibili cinque navi naufragate.

Ma questo è soprattutto un punto nevralgico e storico, è da qui che Diaz e De Gama fronteggiando questo mare fragoroso hanno circumnavigato l’Africa, ed è per un buon auspicio (anche commerciale) che i navigatori lo hanno chiamato così: Capo di Buona Speranza.

Per chi è interessato c’è un trail l’Hoerikwaggo, diviso in sezioni più o meno difficoltose e in uno o più giorni, che si può fare partendo dalla Table Mountain e arrivando a Cape Point.

Un altro modo di gustare pienamente la natura di queste parti.

Info: http://www.hoerikwaggotrail.org

NOTA BENE: Tutte le spiagge dell’Oceano Atlantico sono ventose (surf!!!),le onde, specie d’inverno, di sicuro impatto visivo possono essere pericolose per i bagnanti inesperti (in alcuni punti c’è il divieto di balneazione) e l’acqua in generale è fredda per i nostri standard.

Il clima invece tende ad essere mite tutto l’anno.

Tanto per non abbassare l’entusiasmo ci ritroviamo a Simon’s Town, piacevole centro balneare famoso per i Boulders, una spiaggia con dei massi, appunto, che accoglie una colonia numerosa di pinguini africani.

Fino a non molti anni fa le persone potevano prendere i sole e fare il bagno con questi dolcissimi animali.

Poi, come sempre succede, sempre più turisti, i pullman a 50 posti, e adesso per proteggerli sono state installate delle passerelle che permettono comunque di vederli da vicino (si paga il biglietto).

Se come noi sei un piccolo gruppo accompagnato da una guida probabilmente avrai l’onore di essere accompagnato in un altro punto di osservazione dove ti sarà regalata ancora la possibilità di stare nel mezzo ai pinguini.

Fantastico… penso subito di metterne uno nello zaino.

A parte gli scherzi occorre seguire, come sempre, delle regole di comportamento: parlare a voce bassa, non muoversi velocemente ma soprattutto quando la testa del simpatico pinguino inizia a scattare da una parte o dall’altra  non avvinarsi oltre, questo è il segno del loro disagio.

La giornata è giunta al termine, il percorso di ritorno offre un rilassante calar del sole.

Alla sera mi dico che non mi è bastato, vorrei rifarlo anche domani.

Articolo di
Silvia Balcarini