Tbilisi vista dall'alto

Tbilisi vista dall’alto – Foto di Cristiano Guidetti

 

Spiazzo tutti e inizio dalla fine, con i voti (personali) alle 3 capitali del Caucaso.

Tbilisi, capitale della Georgia: 7,5
Yerevan, capitale dell’Armenia: 5,5
Baku, capitale dell’Azerbaijan: 6

Tbilisi è stata l’unica delle tre che ha rispettato – anzi superato – le mie aspettative.
Ha un centro storico arroccato, un castello che la domina, strette stradine salgono e scendono dalle colline.
Mi ha ricordato le città baltiche in un qualche modo.
Non sono qui a dirti cosa vedere o dove mangiare, per quello ci saranno articoli nelle prossime settimane, voglio farti capire il perchè mi ha colpito in modo positivo.

Il castello di Tbilisi

Il castello di Tbilisi – Foto di Cristiano Guidetti

 

La tanta storia che permea Tbilisi non è stata cancellata, ma ancora oggi è lì, sembra quasi non vogliano fare grandi ristrutturazioni del centro storico per non perderla.
E quindi ti capita anche di incontrare edifici a pezzi, con le copertura crollate, segno degli ultimi anni del comunismo.

Una casa diroccata

Una casa diroccata – Foto di Cristiano Guidetti

 

L’esplosione e la bellezza delle chiese ortodosse, ce ne sono tantissime e tutte da visitare, menzione per l’enorme Tsminda Sameba, che dalla sponda est del fiume domina la città.

Tsminda Sameba

Tsminda Sameba – Foto di Cristiano Guidetti

 

E proprio il fiume che la taglia, il Mtkvari, è invece palcoscenico della rinascita di Tbilisi, con opere moderne già inaugurate, come il Ponte della Pace disegnato da Michele De Lucchi (glissiamo sul nome “popolare” che gli hanno affibbiato, meglio che lo cerchi in google 😀 ) o alcuni enormi tubolari metallici tuttora in costruzione.

Le belle case a picco sul fiume

Le belle case a picco sul fiume – Foto di Cristiano Guidetti

 

Questo è sicuramente il lato negativo – almeno per i miei gusti – ma altri quartieri, ad esempio la zona delle Terme Abanotubani, famose nel passato e di nuovo vive e frequentate permettono di far pace con le ristrutturazioni cittadine.
N.B.: questa è zona di bagni arabi, sono economici e permettono di scegliere tra molti trattamenti, non perdere l’occasione.

I bagni arabi di Tbilisi

I bagni arabi di Tbilisi – Foto di Cristiano Guidetti

 

Ho parlato di storia, di architettura moderna e di chiese ma uscendo dal centro puoi ancora trovare luoghi la cui unica definizione è: “crocevia di popoli“.
Uno su tutti, la stazione degli autobus (e minibus) di Didube, un vero e proprio bazar urlante e carico di odori.
Un posto del genere lo puoi odiare e ti capisco, io l’ho amato, è un luogo fuori dal tempo, bancarelle di frutta e verdura dai colori più diversi, urla, gente che ti chiama in almeno 3 lingue diverse.
E’ impossibile fissare un’unica etnia in un luogo del genere, dalla Georgia nel corso della storia sono passati e si sono stabiliti arabi, russi, turchi, ecc…
Ecco, per chiudere potrei dire che Didube oltre a non avere “un tempo” non ha nemmeno “un luogo.

Ma… Tbilisi è una città che corre verso l’Europa, non rimarrà così per molto per cui affrettati, già cinque anni fa era sicuramente più affascinante di ora.

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Yerevan non mi è piaciuta, non riesco a cambiare idea, sono partito con l’idea di una città giovane piena di café in cui la gente si incontra a tutte le ore, chiacchiera e si diverte.
Qualcosa di vivo, qualcosa che corre verso un futuro, qualunque esso sia.

E invece… è solo una città che ha dimenticato se stessa, si sta trasformando e uniformando ad altre decine e decine di città, tiene un profilo basso e anonimo.

Moschea Blu

Moschea Blu – Foto di Cristiano Guidetti

 

Quello che mi è rimasto davvero sono un paio di musei – quello del Genocidio Armeno e il Paradijanov – davvero interessanti e che mi sono perso (ma ho fonti attendibili!!!) causa orari di apertura improponibili, la Moschea Blu, unica rimasta in città e la piccola chiesa di Zoravar, non semplice da trovare ma davvero un gioiellino (segnalata anche dalla Lonely Planet).

Chiesa di Zoravar

Chiesa di Zoravar – Foto di Cristiano Guidetti

 

Lo so… mi arriveranno insulti e improperi, Yerevan non si riduce a 4 cose, ci sono bei giardini, c’è la Cascata (grande scalinata incompleta) da cui godere il panorama della città, ecc…

La Cascata di Yerevan

La Cascata di Yerevan – Foto di Cristiano Guidetti

 

Ripeto: a me non è piaciuta! Ovunque sono stati aperti negozi di moda con nomi italiani sconosciuti, hanno addirittura rinominato una via pedonale del centro storico in “North Avenue“, trasformandola in un grande centro commerciale.

Concludendo: i locali ci sono, la città è piena di giovani, è un’ottima base per escursioni giornaliere a tutti i principali monasteri armeni ma una giornata per visitarla basta e avanza!

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Baku, in realtà strappa la sufficienza ma è la delusione più forte, le aspettative più tradite.
La tenevo lì, nell’immaginario, come città “dalle mille e una notte“, incrocio-scontro di culture, oriente e occidente, un mix lontano ma non troppo, dalle atmosfere di Istanbul.

Un tempo forse… ora Baku ha sì 2 anime, ma una è quella ricca e appariscente dell’immenso centro città, e l’altra è povera, tira a campare e si trova nelle periferie, in mezzo alle centinaia di pozzi che pompano petrolio dalla mattina alla sera.

I pozzi di petrolio fuori Baku

I pozzi di petrolio fuori Baku – Foto di Cristiano Guidetti

 

Immagine incredibile, quasi da film, da un lato queste macchine che estraggono l’oro nero, dall’altro mezzi lasciati ad arrugginire, montagne di rifiuti, un immagine desolante.

Il centro colpisce, non c’è che dire, è un grande luna park, la città vecchia, Icheri Sherer, è tirata a lucido, pulita, perfetta.
Quello che era stato distrutto dal regime comunista è stato ricostruito com’era, identico, come se dovessero costruire un tempio maya in un parco divertimenti.
Ripeto: è tutto perfetto, immacolato e… senza anima.
E’ piacevole perdersi per le stradine del centro storico, non mi fraintendere, ma sembra di essere spettatori di una messa in scena.

Un particolare delle mura

Un particolare delle mura “ricostruite” – Foto di Cristiano Guidetti

 

Poi ci sono i grandi palazzi stile liberty, di notte illuminati a giorno… splendidi!
Peccato che un ragazzo veneto, architetto che lavora a Baku, mi ha raccontato di quanto sia solo apparenza: hanno “ricoperto” i grandi edifici russi con pochi centimetri di pietra azera, l’hanno pulita e illuminata, dentro sono rimasti quelli che erano negli anni ’70.

La passeggiata sul Mar Caspio è un susseguirsi di prati con l’erbetta all’inglese, grandi giostre stile “imperiale” come fossimo a Vienna e vetrine di negozi d’alta moda italiana e francese.

Lo skyline di Baku

Lo skyline di Baku – Foto di Cristiano Guidetti

 

Ogni volta che alzi lo sguardo incroci le Flame Towers, il trio di grattacieli a forma di fiamma, nuovi di zecca; la notte si illuminano e diventano schermo per uno spettacolo, allo stesso tempo patriottico e senza senso.

Antico (?) e moderno a Baku

Antico (?) e moderno a Baku – Foto di Cristiano Guidetti

 

Il Dio Denaro, che arriva dal petrolio ed è in mano a pochi personaggi, sta disegnando una città che vuole l’Europa a tutti i costi, la vede come il mito da raggiungere.

E incredibile a dirsi, l’Italia è un loro modello! Valli a capire… vai a spiegare loro che siamo a un passo dal baratro…

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Approfondirò una a una come promesso, avrai tutte le informazioni che ti servono, sia da me che da Bianca, ti parleremo non solo delle città ma anche delle zone da non perdere, i paesi di montagna dell’Azerbaijan e della Georgia, i monasteri armeni e tanto altro.

Un saluto,
Cristiano