Le mie prime esperienze in mare

Le mie prime esperienze in mare – Foto di Cristiano Guidetti

 

Dove pubblicare questo articolo?

Sono stato a lungo indeciso se farlo qui, su ViaggioVero, o sul mio blog personale, ma alla fine rileggendolo è un articolo di viaggio, è un’esperienza, una recensione, un omaggio e un invito a visitare la Riviera Romagnola.

Quella che ti propongo è una sfida: vai in Romagna e cerca di rivivere uno di questi piccoli “momenti“, che io ho vissuto nella mia infanzia e adolescenza.

Alcuni purtroppo non sono riproducibili ma altri assolutamente sì, l’idea di questo articolo mi è venuta proprio dopo aver trascorso un weekend a Cesenatico, lì si sono accesi i ricordi, tutto a livello inconscio: senti un profumo, punti l’attenzione su un dettaglio e baaaaam… ho di nuovo 10 anni e sono in villeggiatura a Rimini a metà degli anni ’80.

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La Pensione: sì, perchè gli hotel erano dalle 3 stelle in su e noi andavamo in una pensione a 2 stelle, ma era come essere a casa.

E proprio ripensando alla Pensione mi si accende un mondo di ricordi:

L’odore unico che hanno questi luoghi, anche oggi quando entro in un piccolo albergo della Romagna il profumo è lo stesso di allora. Ho la fortuna di viaggiare il mondo e di alloggiare in splendidi hotel, ho dormito e dormo in ostello ma… quell’odore lo sento solo in Romagna.

La campanella che suonava per annunciare che il pranzo o la cena erano pronti.

La ciotola di vetro piena d’acqua con la frutta dentro che ti trovavi sul tavolo.

Il biglietto con il menù del giorno dopo che trovavi sul tavolo durante la cena… sì perchè dovevi scegliere cosa mangiare la sera prima.

La domenica sera ti beccavi comunque il “piatto freddo“, perchè il cuoco o la cuoca – gli Chef sono arrivati negli anni successivi cari miei – dopo aver preparato il pranzo domenicale avevano la giornata libera per cui la sera: Piatto Freddo.

Il caldo e le zanzare in camera, con cui ingaggiavi battaglie epiche che sapevi da principio di non poter vincere. I condizionatori sono arrivati dopo, negli anni ’80 nemmeno i 3 stelle li avevano.

E in spiaggia?

I love summer and beach!!!

I love summer and beach!!! – Foto di Cristiano Guidetti

 

Il solito bambino con il costumino azzurro che si perdeva.

Il bar del “Bagno“, con i bomboloni sempre profumati e pieni di crema, anche ora se ci ripenso sbavo come un cane.

Ma al bar della spiaggia si andava anche per i giochi elettronici, per il biliardino – il calcio balilla per intendersi – per il flipper e per quel gioco inutile in cui, tramite un volante, dovevi guidare una biglia senza farla cadere nei vari fori.

Quasi ogni Bagno aveva il campo da bocce, ma un bambino poteva solo assistere, il gioco era monopolio dei pensionati e tu, in quanto essere inutile il cui unico scopo era far rumore, non avevi nessun diritto.

Le altalene in acqua, mamma mia, quella che avevo nel mio Bagno era “brandizzata” Coca Cola. Secondo me oggi esiste una legge apposita che le vieta… non vedo un’altalena in acqua da almeno 20 anni.

Non guardate me, dietro c'è l'altalena!

Non guardate me, dietro c’è l’altalena! – Foto di Cristiano Guidetti

 

La Publifono, che ogni mattina alle 11 iniziava con la musica e con le pubblicità, mi ricordo ancora: “San Marino vende moda…” oppure “…Fiabiliandia, porta il tuo bimbo a Fiabilandia…

La motonave Alfredo, che tramite i grandi altoparlanti, ogni mattina richiamava persone per il giro della costa ed era compreso il pranzo in barca: spaghetti con le cozze!

Le retine con le biglie, in cui il gioco, più che nella gara in sè, stava nel realizzare la pista creando enormi paraboliche sulla sabbia.

Le passeggiate serali, con l’immancabile gelato. Io ero fortunato, la mia pensione a Rimini era all’altezza del Bagno 42 quindi ogni sera avevamo la scelta: andare a sinistra verso il Porto Canale o a destra arrivando fino a Bagni con numeri a due cifre.

E ogni giorno, per una settimana o meglio dieci giorni, era scandito dal NON FARE NULLA, ripetere gesti e azioni del giorno prima senza nemmeno sentirsi in colpa nel non visitare quel luogo o nel non scattare migliaia di fotografie.

Per questo articolo sono in debito e quindi devo fare dei ringraziamenti:

a Chiara, perchè l’idea vera e propria dell’articolo è nata facendo colazione insieme, davanti a un cappuccino e una brioche, e avendo vissuto pure lei questa esperienza, ha aggiunto dettagli che la mia mente non ricordava.

a Michela, perchè il suo splendido articolo sul desiderio di villeggiatura ha dato il via a tutto il processo, senza quella lettura io non avrei scritto ciò che hai letto.

ai miei genitori, perchè mi hanno aiutato a ricordare episodi e hanno aggiunto aneddoti ma soprattutto perchè mi hanno portato per anni in villeggiatura!

Un saluto,
Cristiano