Ippopotami… vicini vicini

Ippopotami… vicini vicini – Foto di Silvia Balcarini

 

Continua il viaggio in Sudafrica con il KwaZulu-Natal.
La terra degli Zulu è un cocktail di cultura africana, europea e indiana.

Qui il clima inizia a essere tropicale e le acque assaggiando l’oceano indiano, sono più calde.

La striscia di partenza è certa, Durban, città turistica “di massa”, si prosegue poi verso est, Swaziland o Mozambico per intendersi.

Subito fuori Durban si susseguono paesaggi collinari e verdi con piccoli insediamenti rurali dai caratteri tipici Zulu.
Molte le iniziative più o meno turistiche per far capire, vedere e ricordare questa cultura: musei a cielo aperto, feste, celebrazioni, parchi divertimento, hotel a tema, escursioni e poi ancora danze, attività e artigianato. Tutto questo non solo per i turisti ma anche per gli stessi sudafricani.

Il viaggio prende un sapore autentico con il susseguirsi delle tipiche abitazioni rotonde, i colori sgargianti delle donne che passeggiano, le urla gioviali dei bimbi.
Lo Zuzuland regala un altro profilo del Sudafrica, più sicuro e genuino: i turisti, perennemente curiosi, incuriosiscono altresì gli abitanti creando una bella formula umana.

Fulcro di questa terra è la città di Eshowe, che raccoglie in due musei l’arte e la storia del popolo Zulu, un buon punto di partenza anche per la visita dei campi di battaglia chiamati Battlefields.

Io ho soggiornato nell’ormai famoso George hotel, che offre infinite escursioni dal sapore Zulu collaborando ovviamente con associazioni benefiche per lo sviluppo del territorio.
Personalmente sono andata con la mia auto noleggiata in compagnia di una guida in una scuola, in una piccola e deliziosa casa famiglia e a far visita a una casata nelle loro tondeggianti abitazioni.
Il tutto è molto semplice, forse più autentico perché fuori dai dettami del turismo organizzato.
La si può considerare anche una piccola oblazione oppure un toccare con mano la vita dell’altrui diverso.
Io la ricordo soprattutto per la batteria dell’auto che si è scaricata, la comunella di persone che si è intrattenuta con noi nell’attesa, e per la corsa di un ragazzo che ci ha portato i cavi per farla ripartire.
L’esperienza è entrata di diritto tra i racconti post-viaggio più gettonati.
P.S. Il noleggio di Durban ci ha prontamente portato una nuova auto.

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La regione del KwaZulu-Natal è soprattutto famosa per il Greater St Lucia Wetland Park, patrimonio dell’Unesco, si estende da Sodwana Bay al lago St Lucia, che altro non è che un enorme estuario: forse il più grande dell’Africa.

St lucia: radici

St lucia: radici – Foto di Silvia Balcarini

 

Sodwana Bay e le sue sorelle offrono acque temperate e la barriera corallina più a sud dell’Africa, tanti gli appassionati che piantano qui la loro tenda per giorni.
Cinque sono i differenti ecosistemi che spiegano il paesaggio in continua mutazione, ricca la varietà di fauna che questa landa offre: uccelli, fenicotteri, pesci ma soprattutto coccodrilli e tanti ippopotami.

Relax in ammollo

Relax in ammollo – Foto di Silvia Balcarini

Sederoni nel fango

Sederoni nel fango – Foto di Silvia Balcarini

 

Per capirsi meglio, questa regione si annovera tra le mete mondiali per l’ecoturismo, è sul podio delle mete africane dopo l’Okavango ed il Kruger e ora fa parte insieme ad altri parchi, riserve e quant’altro del iSimangaliso Wetland Park, diventando la terza più grande area protetta del Sudafrica.

Lucertolona al sole!

Lucertolona al sole! – Foto di Silvia Balcarini

 

Il villaggio di St Lucia resta il classico stop per accedere comodamente alle attività ed escursioni della zona.
On the top” c’è il giro in battello della durata di due ore, pubblicizzato da ogni agenzia sulla strada principale.
Meglio è prenotare quello del pomeriggio, luce e tramonto saranno un’ulteriore aggiunta.
Le barche partono al pontile McKenzie Street, presente anche un parcheggio.
Prendi posto ai lati dell’imbarcazione e non ti spostare più, coccodrilli e ippopotami non tarderanno ad arrivare, ma se inizi a muoverti da una parte all’altra rischi di vedere meno, combattere con altri della tua specie e non fare nessuna foto decente.

A cena puoi anche tentarti con del cibo italiano, diversi i ristoranti che lo propongono.
Io ne ho provati due e devo dire che in virtù del fatto che i proprietari hanno origini veramente italiane… niente male!
Mentre nel dopo cena ti consiglio di stare veramente con gli occhi ben aperti se fai un giro vicino all’acqua, frequentissima è la possibilità di incontri ravvicinati con gli “ippo“.

C'è anche il punto esclamativo!

C’è anche il punto esclamativo! – Foto di Silvia Balcarini

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E ora un’immagine: un cavallo bianco che corre libero su una spiaggia selvaggia ed un bagnoschiuma.
Ti è riaffiorato il ricordo?
Quella spiaggia è appunto, Cape Vidal, e si trova all’interno di un parco.

Cape Vidal

Cape Vidal – Foto di Silvia Balcarini

 

Occorre un intera giornata per questa escursione.

Uno dei numerosi abitanti di Cape Vidal

Uno dei numerosi abitanti di Cape Vidal – Foto di Silvia Balcarini

 

Durante il percorso puoi avvistare numerosi animali come rinoceronti, facoceri ecc… e ristorarti al tuo arrivo in spiaggia.

Cape Vidal

Cape Vidal – Foto di Silvia Balcarini

 

Presente un emporio.
La lunghissima spiaggia è degna di nota e merita sicuramente almeno una lunga passeggiata.
C’è eventualmente la possibilità di campeggiare ma stai sempre attento alle scimmie!

Cape Vidal: in attesa del TUO cibo

Cape Vidal: in attesa del TUO cibo – Foto di Silvia Balcarini

 

La terza più famosa escursione qui a St Lucia è l’avvistamento delle balene.
Ti rimando al mio articolo per i dettagli tecnici su questo tipo di escursioni!

Numerose invece le riserve e i parchi nella regione del KwaZulu-Natal, io ti descrivo quella che ho scelto di visitare.

Hluhuluwe-Umfolozi: questo impronunciabile nome è un unico parco (prima erano due), uno tra i più vecchi del Sudafrica considerato il più interessante dopo il Kruger.
Le motivazioni sono due: la morfologia particolare, a tratti collinare, quindi di aiuto per l’avvistamento e che in base alla propria dimensione abbia un’alta concentrazione di animali, “big five” compresi.
Particolarità del parco è la presenza del Centenary Centre con la possibilità dei vedere gli animali ancora più da vicino.

Articolo di
Silvia Balcarini