Le api della malga

Le api della malga – Foto di Luca Vivan

 

Le montagne.

Le ho dietro casa quando mi sveglio al mattino, le cerco con lo sguardo dal treno quando viaggio, le percorro in cerca di un contatto profondo che mi riesce difficile altrove.

Sono una presenza che mi trasmette forza e quella meraviglia che le parole difficilmente riescono a raccontare.

Quando mi hanno invitato a partecipare alla visita di una malga del Trentino, per un progetto che si chiama #albeinmalga non ho saputo rifiutare, anche se voleva dire svegliarsi prima dell’alba per assistere alla vita dei pascoli di montagna.

Del resto per affrontare bene le camminate, specialmente in estate, bisogna alzarsi presto ma ne vale la pena.

Il manifesto di #AlbeinMalga

Il manifesto di #AlbeinMalga – Foto di Luca Vivan

 

In uno stato simile al sogno, sabato 20 luglio, mi sono alzato in un bel agriturismo di Smarano nella Val di Non mentre il cielo fuori era ancora scuro e insieme a un’altra travel blogger e a una food blogger ci siamo lasciati trasportare verso la Malga di Coredo.

Gli abeti e i larici del bosco cominciavano a prendere forma, il cielo diventava grigio e quando siamo arrivati a destinazione il blu si stava tingendo di viola e di rosso.

Una delle prime sorprese, insieme all’aria fresca dal sapore di conifera e le capre che gironzolavano, è stata Lino, il malgaro.

Ci ha accolto con un’energia che noi nemmeno pensavamo si potesse avere a quell’ora del giorno e ci ha fatto subito capire che chi ha passione per quello che fa ha una carica che trascende la fatica fisica.

Lino ha cominciato a spiegarci la vita della malga, la funzione importantissima del pascolo, che per anni è stato abbandonato su quasi tutte le Alpi, comportando sì la diffusione del bosco ma anche la conseguente minaccia di scomparsa per molte specie endemiche di animali e piante, nonché un’infinità di dettagli che mi darebbe voglia di passare qualche settimana lassù per imparare.

La mungitura in malga

La mungitura in malga – Foto di Luca Vivan

 

Un passaggio in stalla per vedere le mucche e anche mungerle – io dovevo documentare e mi sono sottratto – e poi una leggera colazione trentina a base di affettati, formaggi, burro, tisana alle erbe di montagna, latte appena munto, strudel e tanto altro.

“Leggera” colazione in malga – Foto di Luca Vivan

 

Dopo questa abbondanza dovevamo pur smaltire, Lino ci ha portato a vedere un laghetto naturale dove vivono le raganelle di montagna e le arnie da cui si estrae il miele con cui prepara uno sciroppo di pino mugo validissimo per le malattie da raffreddamento.

Il miele di pino mugo

Il miele di pino mugo – Foto di Luca Vivan

 

Lino ha infatti una conoscenza molto pratica delle piante che lo circondano e ha più volte ribadito la loro capacità di curare molte affezioni meglio dei prodotti chimici.

Delle piante, delle loro capacità di curare ma anche di vivere in un ambiente alle volte molto duro, ci ha parlato anche Flavia, l’accompagnatrice di territorio, che quanto ad energia e passione non aveva nulla da invidiare a Lino.

Per circa 12 km ci ha guidato tra i sentieri che partono dalla malga, spiegandoci le antiche consuetudini delle popolazioni trentine per cui il bosco era una risorsa strategica e vitale, da cui traevano legna, foraggio per il bestiame, resine per la costruzione e per curarsi, animali di cui nutrirsi e piante con cui creare preziosi rimedi medicinali.

Più di qualcuno si è lamentato delle salite e della lunghezza ma io, nonostante un blocco alla schiena e un piede gonfio per la puntura di un tafano, ho resistito stoicamente… penso anche grazie al fascino del paesaggio, la magia del bosco e le tante informazioni che ci regalava Flavia.

Al ritorno, non poteva mancare un pranzo con prodotti tipici, come canederli, polenta di mais e grano saraceno, insaccati e crauti, un buon bicchiere di una birra artigianale della Val di Fiemme… e anche un goccio di grappa al pino mugo, ci mancherebbe.

Forse ho tralasciato qualcosa, come la preparazione del formaggio e sicuramente un’infinità di informazioni raccolte grazie a Lino e Flavia, nonché la descrizione della semplicità meravigliosa del territorio di quell’angolo di Val di Non e dei suoi abitanti ma sei fortunato, perché #albeinmalga continuerà fino a fine agosto.

Uno dei panorami di cui potrai godere

Uno dei panorami di cui potrai godere – Foto di Luca Vivan

 

Lascia un po’ di pigrizia a valle e goditi un’esperienza che può solo che ricaricarti.

Articolo di
Luca Vivan