Un riassunto… trentino!

Un riassunto… trentino! – Foto di Luca Vivan

 

Il Trentino è una regione che per me ha un forte richiamo.

Mi piace percorrerla in treno da Bassano del Grappa attraverso la Val Sugana, rimanendo ogni volta affascinato dalle montagne che circondano la ferrovia.

In qualche modo assomiglia al Friuli Venezia Giulia da dove vengo, per i sapori forti della cucina tipica e il senso di praticità che hanno in genere le persone di montagna, abituate a vivere con pochi fronzoli e godersi i piccoli aspetti del quotidiano.

Eppure non è una ragione statica, anzi, negli ultimi decenni ha saputo reinventarsi, sfruttando al meglio il proprio patrimonio naturale e culturale, riuscendo a diventare una regione prospera e una meta turistica di rilievo.

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DOC Denominazione di Origine Cinematografica, creata dalla Strada del vino e dei sapori del Trentino, è una delle tante iniziative che legano la ricchezza del territorio a nuove forme di intrattenimento.

Nella cornice di un’azienda viticola si possono degustare alcuni prodotti tipici e poi assistere alla proiezione di un film legato al mondo dei vini e dei sapori.

La cantina Maso Martis

La cantina Maso Martis – Foto di Luca Vivan

 

Nel mio caso sono stato a Maso Martis, a Martignano, sulle colline di Trento, dove ho potuto degustare i diversi tipi del raffinato spumante della casa, accompagnato da pani a lievitazione naturale e farine di grani poco conosciuti, formaggi di capra o trote affumicate con erbe, senza dimenticare delle birre artigianali e delle grappe.

Formaggi di capra nella degustazione a Maso Martis

Formaggi di capra nella degustazione a Maso Martis – Foto di Luca Vivan

 

A seguire “La parte degli Angeli” di Ken Loach.

L’iniziativa proseguirà ogni giovedì sera fino al 29 agosto.

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Se vuoi addentrarti nel mondo dei sapori tipici basta poi lasciarti trasportare verso qualche cantina che aderisce al consorzio della Strada del vino e perderti in storie in cui si mescola il legame con il territorio e la passione per il proprio lavoro.

Dopo l’esperienza dello spumante sono stato a visitare una piccola cantina a conduzione familiare sulle Colline Avisiane a pochi km da Trento, dove i vitigni tradizionali di Nosiola, Teroldego o Gewürztraminer sono coltivati in modo naturale, sfruttando le caratteristiche mineraleologiche del terreno e lasciando crescere tra le viti le erbe dei prati, in un’ottica di sinergia che ricorda i principi della permacultura.

Devis Cobelli, che dirige l’azienda ereditata dal padre, ci ha accolto con simpatia e spontaneità regalandoci tante informazioni.
A breve apriranno anche un agriturismo.
E’ una piccola realtà che ti consiglio di visitare, per l’amore che dimostra per i propri prodotti e il territorio che li circonda.

Una breve sosta in ristorante e per aiutare la digestione non poteva che mancare una degustazione di grappe.

A Mezzolombardo, nella Piana Rotaliana, ho visitato la distilleria Villa de Varda, dove Mauro Dolzan ci ha accolto mostrandoci i processi di lavorazione delle vinacce, ci ha fatto visitare il piccolo museo dell’azienda dove si trovano pezzi rari, come un alambicco del ‘500, e le botti di barrique dove invecchiano le grappe destinate alla “Riserva“.
Per concludere una scelta di grappe delicate e fatte con maestria.
Rimpiango il fatto di non essere un intenditore di distillati, perché intuivo sapori e aromi che ahimè non sapevo apprezzare.

Impianto per distillare la grappa

Impianto per distillare la grappa – Foto di Luca Vivan

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Un po’ di acqua fresca e sono ripartito per la vicina Val di Non e per il borgo di Smarano, dove ho alloggiato in un piccolo agriturismo il cui nome già invoglia a fermarsi.

La Bella di bosco è accogliente, con travi di legno che insieme al bosco che si vede da alcune stanze inducono al relax.
Le persone che lo gestiscono sono alla mano e cordiali, la colazione con formaggi di malga, strudel e marmellate fatta in casa sono ottimi.

Prima di pensare alla colazione però non potevo lasciarmi scappare la cena in un ristorante dei paraggi, l’Ostaria del Filò, dove da buongustaio e amante del cibo locale e genuino mi sono lasciato ammaliare da piatti tipici come i tortei de patate e affettati della zona, con un occhio attento al menù, che si richiama a un interessante progetto di SlowFood, l’alleanza alleanza tra i cuochi e i presidi, per sostenere i produttori locali e la biodiversità.

Un piatto tipico dell'Osteria del Filò

Un piatto tipico dell’Osteria del Filò – Foto di Luca Vivan

 

In una pausa tra una portata e l’altra ho anche scoperto che utilizzano la pasta madre – un mio grande amore – e quindi non ho potuto che stimare ancora di più questo piccolo e accogliente ristorante.

E tutto questo in una sola giornata… per fortuna erano prodotti genuini!

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Dopo un risveglio antelucano di cui parlo in un articolo postato qualche giorno fa e l’esperienza di #albeinmalga, il pomeriggio ho continuato a esplorare la Val di Non, iniziando con il giardino delle rose di Ronzone, dove decine di varietà di rose, coltivate in modo biologico, si mescolano ai meleti.

Giardino delle rose di Ronzone

Giardino delle rose di Ronzone – Foto di Luca Vivan

 

Rose e melo appartengono alla stessa famiglia, quella delle Rosaceae, e qui si legano per ricordare da una parte il frutto che rappresenta la ricchezza della valle e dall’altra la bellezza del territorio.

Il giardino è visitabile gratuitamente grazie con la Guest Card Trentino, che garantisce entrate libere, viaggi gratuiti su mezzi pubblici e riduzioni su diversi servizi.

Il viaggio è continuato a Cles, che rappresenta un po’ la “capitale” della Val di Non, dove in estate le piazze grazie a “Fiori e Colori” si riempiono di installazioni di fiori, piante da orto e oggetti quali vecchie biciclette o neon, dove predominano l’arancione, il blu ed il rosso.

“Fiori e Colori” nel centro di Cles – Foto di Luca Vivan

 

Però è da un po’ che non parlo di cibo ed eccomi all’Osteria Palazan, un ristorante elegante ma alla mano dove è possibile sedersi in giardino e mangiare prodotti del territorio come gli gnocchi di patate crude o la carne salada, o fare due chiacchiere con il proprietario che ha puntato proprio sui piatti di una volta.

Tempo di ritornare a Smarano e godersi il fresco della sera d’estate per l’ultima notte in Trentino.

Il giorno dopo, prima di riprendere il treno e ritornare in Friuli, ho visitato il Castel Thun, dimora dell’omonima famiglia nobiliare che per secoli ha dominato la vita delle vallate circostanti.

Torri e particolari del Castel Thun

Torri e particolari del Castel Thun – Foto di Luca Vivan

 

E’ una struttura ben conservata e austera, dove si percorrono stanze in cui la fanno da padrone numerose stufe ad olle, con diverse decorazioni, che garantivano il riscaldamento nei mesi freddi.
Dalle finestre si gode di un’ottima vista sulla valli ricoperte di meleti.

Dopo tre giorni di viaggio ho lasciato questa stupenda regione non senza una nota malinconica, ma con il desiderio e la speranza di potervi tornare presto, per scoprire altri piccoli produttori o semplicemente lasciar tacere la mente contemplando le montagne.

Articolo di
Luca Vivan