Le montagne georgiane

Le montagne georgiane – Foto di Cristiano Guidetti

 

Nascendo in montagna vivi della falsa sicurezza di aver percorso strade strette e tortuose in ogni condizione climatica e dopo 37 anni di vita e di esperienze credi che nessun percorso stradale possa davvero impressionarti.

Sbagliato! Come decine di altre volte in cui la vita è lì, pronta a riportarti all’umiltà che dovremmo avere sempre.

Ho percorso la Strada Militare Georgiana – inserita in molti articoli di viaggio tra le strade più pericolose al mondo – verso la fine di aprile 2013 e ora posso annoverarla come tacca sulla mia personale cintura delle esperienze 🙂

Ma perchè ero lì?

Un tour della Georgia, se vuole essere completo, deve inserire la cittadina di Kazbegi (il nome ufficiale oggi è Stepantsminda), sia per l’atmosfera “di confine” che puoi respirare, sia per le passeggiate e l’immancabile visita alla Chiesa di Tsminda Sameba, posta a 2.200 metri e diventata simbolo di resistenza e rifugio per il popolo georgiano…

Chiaramente non posso liquidare così Kazbegi e i suoi trekking, meritano un articolo a parte che arriverà a breve.

La chiesa Tsminda Sameba

La chiesa Tsminda Sameba – Foto di Cristiano Guidetti

 

L’unico modo per raggiungere Kazbegi è percorrere la Strada Militare Georgiana, non puoi fare altrimenti per cui – se il tuo viaggio passa di lì – devi provare (subire) l’esperienza.

Prima della partenza mi capitò di leggere sulla Lonely Planet, una delle solite frasi enfatiche da guida turistica: “Percorrere l’antica via di collegamento che attraversa il Caucaso fino a Vladikavkaz, in Russia, è una straordinaria avventura“.

Poi più nulla… si è vero! andando avanti a leggere ci trovi i luoghi che attraversi, ti dà le distanze e i tempi di percorrenza, ma non si avvicina in nessun modo a quello che vivrai e ancora una volta mi chiedo:

Perchè una guida viaggio deve solo snocciolare freddi dati e ridurre l’esperienza vera e propria a due parole enfatiche – straordinaria avventura – termini che in realtà non dicono nulla di nulla?

Scusa la divagazione polemica.

Da Tbilisi puoi raggiungere Kazbegi in 3 ore con una Marshrutka (minibus) con una decina di lari oppure con un taxi e costi che arrivano anche a 120 lari.

Kazbegi dall'alto

Kazbegi dall’alto – Foto di Cristiano Guidetti

 

La sostanza non cambierà comunque, per le prime 2 ore cercherai di capire il perchè di tanta enfasi, la strada è bella, veloce e solo nell’ultimo tratto comincia a salire con alcuni tornanti, ma nulla più.

Arrivando all’altezza del centro sciistico di Gudauri, proprio nel momento in cui ti chiedi: “Cavolo mancano poco più di 20 km a Kazbegi, come è possibile impiegare 3 ore? Sono passate circa 2 ore, in meno di 20 minuti arriviamo“, ecco che finisce l’asfalto, la strada si stringe e cominci a saltare.

Non ho utilizzato un termine sbagliato, “saltare” è quello giusto.

Il selciato è un misto di fango e terra pressata, tempestato di buche che paiono micro-crateri in cui, per forza di cose, prima o poi finirai.

La guida non ti dice che se scegli il minibus qualcuno vomiterà – succederà credimi – potrebbero essere dei bambini, ma anche lo stomaco degli adulti è messo a dura prova.
Tanto per la cronaca, a me è capitato di veder vomitare (spettacolo sempre degno di nota), sia nel viaggio di andata, che in quello di ritorno.

E chi non soffre il mal d’auto? Dovrà comunque stare attento a non vedersi volare in testa uno dei bagagli sopra i sedili, dovrà cercare di attutire in modo improbabile ogni dosso, botta e sussulto che la maledetta strada manderà.

Fin qui ti ho spaventato, ma rimane comunque un’esperienza unica: si attraversa lo Jvari Pass a 2.379 metri d’altitudine su un minibus (o un taxi, o un’auto a noleggio scegli tu!), passando a pochi centimetri da strapiombi, si getta uno sguardo alle vette dell’Ossezia del Sud, territorio tribolato da sempre, per poi iniziare la discesa verso Kazbegi passando in gallerie scavate nella roccia viva.

Incroci grandi camion che provano a salire e ti chiedi perchè passare da quella parte, e già la tua mente immagina traffici illeciti, ore e ore di film e telefilm rendono sensibili all’argomento.
Anche perchè la frontiera che si raggiunge – Kazbegi è a soli 15 km dal confine russo – è aperta solo ai russi, che possono entrare e uscire come e quando vogliono.

La mia posizione sulla mappa, a un paio di km dal confine russo

La mia posizione sulla mappa, a un paio di km dal confine russo – Foto di Cristiano Guidetti

 

Alcune guide dicono che anche i georgiani possono attraversarla ma le testimonianze che ho raccolto dicono il contrario… solo i russi!

La frontiera con la Russia

La frontiera con la Russia – Foto di Cristiano Guidetti

 

A 2 km circa da Kazbegi riappare l’asfalto e la sensazione è strana: senti la strada liscia che scorre sotto le ruote ma il tuo corpo sta ancora lottando per riportare tutti gli organi al loro posto 😀

Alla fine, tornando ai numeri, sono circa 50 minuti di botte, sussulti, paesaggi aridi e “militari“, il grigio della polvere e del fango dominano e si scontrano con il bianco della neve, ancora presente prima e dopo il passo.

Leggo e mi dicono che la Strada Militare Georgiana è aperta tutto l’anno o quasi, che sono pochi i momenti in cui è chiusa per condizioni climatiche avverse ma la mia mente NON ci crede, non lo accetta… come può essere transitabile a dicembre, a gennaio o febbraio? io l’ho percorsa in primavera, a ridosso del mese di maggio…

Un saluto,
Cristiano