Il panorama sulle saline

Il panorama sulle saline – Foto di Mariangela Traficante

 

Chi viaggia cerca l’esperienza e il contatto locale.

Chi lavora nel settore, come la sottoscritta, quante volte se lo è sentito ripetere?

E allora non stupiscono iniziative come quella che ti segnalo oggi, quando persone e aziende accorte intuiscono il potenziale turistico di attività, luoghi e tradizioni che per chi ci vive fanno solo parte della quotidianità o di un passato che si ricorda nelle storie da bambini, e che invece per chi arriva da fuori sono fonte di curiosità e scoperte da fare.

E così accade alle Saline Ettore e Infersa, in Sicilia.

Questo luogo di tradizione e insieme quasi magico si trova proprio lungo la cosiddetta “Via del Sale” che collega Trapani a Marsala, e le cui tappe si possono percorrere anche il servizio bus, compresa la visita all’isola di Mothia, antico insediamento fenicio.

Un paesaggio di altre latitudini (come non pensare alle pianure olandesi, ma pure alle fantasie donchisciottesche?) in salsa mediterranea: arrivi e questa è la vista che ti si apre davanti: un mulino a vento circondato da vasche, canali e “piramidi” bianche di sale accumulato che abbagliano col sole del giorno e riflettono invece tutte le sfumature del tramonto quando la luce si fa più bassa.

Un percorso a 360 gradi intorno all’oro bianco di questa terra, pensato argutamente per tutti: cerchi la vacanza attiva? Puoi fare il “salinaio” per caso.

Vuoi rilassarti? Fatti un bagno (molto particolare però).

Ami ricercare i sapori? Ecco pronta la “degustazione del sale”.

Ma andiamo con ordine.

Il centro di tutto è il bel mulino a vento d’Infersa, che domina sulle vasche e sui cumuli di sale: è un piccolo gioiello di archeologia industriale, un mulino sul modello “olandese” del ‘500 restaurato dai maestri d’ascia trapanesi e ancora perfettamente funzionante (sul sito si possono leggere anche i dettagli tecnici).

Naturalmente è un museo, si può visitare, ma da maggio a settembre (quindi ancora per poco!) si può anche vedere in funzione – tempo permettendo – ogni mercoledì e sabato, dalle 16 alle 18.

Per saperne di più sull’arte antica della lavorazione del sale si può vedere un filmato, ma anche percorrere le vasche all’esterno.

E, forse per convincere del contrario chi pensa al sale punto e basta, si può anche partecipare alla degustazione, che non a caso hanno scelto di chiamare “C’è sale e sale!”.

Ovvio che poi il sale lo puoi anche acquistare nella bottega che funge da tutto un po’ (reception, biglietteria, ufficio informazioni…) e che ti accoglie all’ingresso del mulino, anche con coralli di sale, ceramiche, libri sul tema.

Per i più curiosi c’è anche la possibilità di impegnarsi in prima persona con la raccolta del fior di sale: si tratta del primo sale raccolto sulla superficie dell’acqua, prima che precipiti sul fondo delle vasche.
Si fa al mattino, ma anche questa è una proposta prettamente estiva, da poter fare tra giugno e settembre, e soggetta alle condizioni climatiche ideali, vale a dire umidità bassa e vento calmo.

“Montagne” di sale… – Foto di Mariangela Traficante

 

Lavoro artigianale, archeologia industriale, gastronomia… ma non poteva mancare un altro tassello del puzzle di “esperienze turistiche” apprezzatissimo dai viaggiatori: il benessere.

D’altronde, il Mar Morto ne ha fatto un business.

E qui in Sicilia si può provare il bagno in una vasca di salina, approfittando del sale disciolto nell’acqua e del fango tiepido e ricco di minerali del fondo.
Si tratta di un vero e proprio percorso (per un numero minimo di quattro persone), che dura circa 3 ore e richiede naturalmente di portare con sè un telo da mare, costume e ciabatte (peccato averlo scoperto troppo tardi quest’anno! Spero vivamente di poterlo testare l’estate prossima!).

E poichè sono una fan dei tramonti (soprattutto di quelli nei posti giusti), non posso non concludere consigliandovi anche quello alle saline!

Il tramonto all'imbarcadero

Il tramonto all’imbarcadero – Foto di Mariangela Traficante

 

In realtà, non sono stata certo l’unica a scoprine il fascino, tanto che quello che fino a qualche anno fa mi sembrava essere un tranquillo imbarcadero con baretto e vista sul mulino, si è trasformato in un posto molto frequentato dai turisti, che non perdono l’occasione di sedersi ad ammirare il panorama affollando tavolini e divanetti del Mamma Caura, un ristorante e wine bar dalla posizione davvero invidiabile.
D’estate c’è spesso musica dal vivo, l’ambiente è molto vacanziero, ma non caotico, ottima sosta per un aperitivo con vista.

Articolo di
Mariangela Traficante