Brain, la mostra

Brain, la mostra – Foto concessa dal sito ufficiale

 

Questo è un bel periodo per passare da Milano.

Ok, va bene, escludiamo il clima dalle buone ragioni (quanto meno ora che ti scrivo l’umore è abbattuto da un grigio imperante).

Ma per il resto la città è in fermento per una serie di belle iniziative culturali che valgono un weekend meneghino!

La prima è colorata a stelle e strisce.

Si chiama infatti Autunno Americano, anche se in realtà contiene eventi e iniziative che ci porteranno fino a febbraio.
In occasione dell’Anno della cultura italiana in America la città ha voluto rendere omaggio agli Stati Uniti e a quello che, volenti o nolenti, hanno rappresentato nel Novecento per il nostro immaginario collettivo.
E così via a mostre, concerti, spettacoli teatrali, di danza, cinema, letteratura, incontri.
In tutto, una cinquantina di eventi che si possono consultare sul sito di Autunno Americano.

E le due punte di diamante sono sicuramente le mostre dedicate a due grandi dell’arte americana, Pollock e Warhol.

Pollock e gli irascibili, la scuola di New York”, si chiama l’esposizione, che si può ammirare fino al 16 febbraio, di 49 capolavori provenienti dal Whitney Museum di New York.
In mostra diciotto artisti a partire da lui, Pollock, e dalla sua opera Number 27, a cui è dedicata un’intera sala.
Tra parentesi, l’appellativo di irascibili per questo gruppo di artisti deriva da un episodio di protesta verso il Metropolitan Museum of Art, ve lo racconta il sito dedicato alla mostra.

Insieme a Jackson Pollock, ci sono esposti Rothko, de Kooning, Kline, William Baziotes e Bradley Walker Tomlin, in una carrellata che viaggia dalla fine degli anni Trenta alla metà dei Sessanta.

Vicino di casa di Pollock a Palazzo Reale c’è lui, il padre della pop art, Andy Wharol, in una mostra monografica che resterà allestita fino al 9 marzo dell’anno prossimo.
Sono arrivate qui a Milano le opere della Brant Foundation, vale a dire quelle collezionate da un amico di Warhol, Peter Brant: il suo primo acquisto fu un disegno della celebre Campbell’s Soup, nel 1967.
Si tratta di una mostra composita, con tele, sculture, fotografie, 150 opere in tutto.
Qualche nome? I fiori, il ritratto di Mao, gli autoritratti, la Blue Shot Marylin.

Un duetto niente male, non c’è che dire, e se vuoi inebriarti di arte made in Usa visitandole entrambe puoi richiedere il biglietto speciale a 19 euro (ciascuna costa singolarmente 11 euro).

***

Di tenore decisamente diverso, ma ugualmente “americano” per provenienza, è invece un’altra mostra che si è aperta a ottobre, stavolta al Museo di Storia Naturale di Milano (a proposito, se ci vai fai un giro nel bel parco intitolato a Indro Montanelli che ospita il museo, e se ti piacciono gli astri fai capolino nel vicino Planetario a controllare se ci sia un incontro in programma): la mostra si chiama “Brain, Il cervello, Istruzioni per l’uso” (complimenti a chi l’ha trovato, titolo geniale secondo me…), e arriva direttamente dall’American Museum of Natural History di New York.

Se vuoi addentrarti nel funzionamento del nostro cervello, ecco una full immersion multimediale con installazioni, giochi, filmati e cose che un po’ credo mi inquieterebbero, tipo uno schermo dei movimenti neuronali (che dicono evidenzi le modalità di connessione e comunicazione delle cellule cerebrali tra di loro) oppure un impianto di stimolazione cerebrale profonda…

***

Dall’arte ai libri, il passo è breve, perché se programmi la tua fuga meneghina tra il 21 e il 24 novembre ti troverai al centro di una girandola di eventi a tema lettura: è Book City Milano, che dopo le prove generali dell’anno scorso torna quest’anno con quattro giorni pieni zeppi di iniziative.

Giusto qualche numero per rendere l’idea: 400 eventi, con 600 autori italiani e una trentina di stranieri, in 150 luoghi diversi.

Perché in effetti la manifestazione ha il merito di portare sotto i riflettori anche luoghi più periferici o comunque di solito celati ai più, o che magari sfuggono agli occhi del turista, come le biblioteche, i luoghi dell’archeologia industriale, alcuni cortili, ecc…

Quindi anche un’occasione per visitare Milano con occhi diversi.

Fermo restando che il cuore rimane il centro città, a cominciare da quella che è stata battezzata la Via della Lettura e che collegherà virtualmente alcuni luoghi simbolo e altri storici ma magari meno noti di Milano, dal Castello Sforzesco al Museo del Novecento, alla Biblioteca Sormani all’Umanitaria.

E che ospiterà una delle chicche che non voglio perdere, una mostra fotografica con i grandi scrittori del mondo ritratti da dieci celebri fotografi.

Ma il programma è ovviamente vastissimo e impossibile dare delle indicazioni, la cosa migliore da fare è armarsi di sana pazienza per scorrerlo sul sito ufficiale, e poi per mettersi in coda agli eventi, che sono tutti gratuiti ma, per esperienza personale dell’anno scorso, anche molto richiesti (specie quelli con i nomi “di grido”).

Articolo di
Mariangela Traficante