Arrivo all’aeroporto di Ranong con l’aereo più figo mai preso

Arrivo all’aeroporto di Ranong con l’aereo più figo mai preso – Foto di Andrea

 

Le informazioni pratiche per organizzare un viaggio a Koh Payam le trovi nel post che ho scritto qualche giorno fa.
Oggi voglio semplicemente parlarti della mia esperienza.

Siamo partiti in 3 – io e i miei genitori, viaggiatori oramai 70enni – organizzando tutto all’ultimo minuto.
Un’amica originaria di Ranong ci ha suggerito di trascorrere con lei e la sua famiglia alcuni giorni in questa piccola isola, come dirle di no?
Se ti stai domandando se sia andato tutto bene ti anticipo che l’unico neo negativo dell’intera vacanza è stato aver dovuto prenotare il dove dormire con così poco anticipo. In altissima stagione, come appunto durante il periodo di Natale e Capodanno, le camere disponibili online sono limitate e spesso con prezzi spropositati.
Non me la sono però sentita di partire all’avventura con i miei, tu che avresti fatto?
Ma a parte questo, sia io che i miei saremmo pronti a ripartire anche subito!

Nonostante l’alzataccia – il volo dall’aeroporto di Don Mueang è partito puntuale alle 6.05 del mattino – volare su un coloratissimo bimotore della NokAir è stata l’emozione che ci ha dato l’adrenalina per arrivare fino a sera senza neppure accorgercene!
Come ogni volta che si percorre per la prima volta una strada e si fanno esperienze nuove tutto ci è sembrato bello, anche il laboratorio del pesce attaccato al molo di Ranong il cui odore è, obiettivamente parlando, tutt’altro che piacevole.

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Sbarcati a Koh Payam (o Ko Phayam), un simpatico ragazzo birmano ci ha letteralmente scaraventati su una piccola imbarcazione per condurci via mare al nostro alloggio: se da un lato trovarsi in una parte remota dell’isola, raggiungibile solamente via mare o a piedi attraverso un fitto bosco di anacardi e palme da cocco, può sembrare piacevole e romantico, dall’altro lato può risultare noioso dopo la prima giornata passata ad assaporare la pace e la tranquillità.
La voglia di scoprire cos’altro riservasse l’isola oltre all’eccessiva tranquillità del nostro resort ha fatto vincere la pigrizia dettata dal caldo tropicale e la paura delle moto.
Da quel momento il resort l’abbiamo rivisto solo per dormire e gustarci l’alba!

Alba da Koh Payam Resort

Alba da Koh Payam Resort – Foto di Andrea

 

A Koh Payam non esistono macchine!
Le strade sono strette, ripide, tortuose e cementate (niente asfalto da queste parti); gli scooter sfrecciano e per una coppia di non più giovani viaggiatori può risultare difficile spostarsi da un posto all’altro.
Le distanze sono tutte percorribili anche a piedi (dal molo a Aow Kao Kwai sono meno di 3 km – 5 per arrivare a Aow Yia e 4 se si vuole raggiungere una spiaggia dall’altra) ma, vinta la riluttanza iniziale, anche mia madre si è affidata all’abile guida degli esperti “moto-taxi driver” dell’isola: risultato finale?
Nessun incidente e tante risate ogni volta che i tassisti si tiravano a sorte chi accompagnava chi!
Di gente infortunata, comunque, ne abbiamo vista diversa.

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A Koh Payam ci sono più aquile che persone! Non esagero mica…
Questa è l’isola ideale per chi ama fare birdwatching.
Le splendide aquile pescatrici dall’inconfondibile petto e testa bianca volano indisturbate in tutta l’isola, dall’alba al tramonto.
Vederle volteggiare sfruttando le correnti ascensionali è davvero uno spettacolo bellissimo.
Ma oltre alle aquile qui si possono vedere molte altre specie di uccelli come il Bucero Bianco e Nero – una sorta di tucano asiatico – e l’airone bianco e moltissimi altri esemplari di volatili di cui non conosco neppure il nome.

Aquila pescatrice

Aquila pescatrice – Foto di Andrea

Per uno che ama gli animali come me è stato molto bello convivere con cani gatti e granchi – più appartate e sul chi va là le lucertole.
In acqua miriadi di pesci variopinti: non a caso ci sono diverse scuole PADI per immersioni e agenzie che organizzano escursioni quotidiane anche per lo snorkeling.

Lucertola dal verde più brillante che abbia mai visto

Lucertola dal verde più brillante che abbia mai visto – Foto di Andrea

 

A Koh Payam si mangia divinamente!
Se ami il pesce ti sembrerà d’essere in paradiso.
La metà dei ristoranti dell’isola si chiama “XXX Seafood”.
Prezzi modici e specialità tipiche soprattutto della Thailandia meridionale.
Se non ci fossero stati i miei amici che sono proprio originari di questa zona probabilmente sarei stato un po’ perso nella scelta, per di più in molti ancora sull’isola hanno un livello d’inglese molto basso.
E allora, lasciati consigliare e segui l’istinto: difficilmente ti sbaglierai.

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A Koh Payam devi sorridere per primo!
Se ti fermerai all’apparenza penserai che la gente qui sia poco cordiale.
Non è affatto così.
Sono forse più amichevoli che in altre zone della Thailandia ma non lo esprimono allo stesso modo.
Molti sono di origine birmana e non sai che storia possano avere alle spalle.
Se però farai lo sforzo di sorridere per primo vedrai cambiare l’atteggiamento delle persone.
Disponibili e sincere.
Mia madre il primo giorno è stata scorrazzata avanti e indietro da un ragazzetto con il suo rudimentale sidecar che, senza chiedere compenso perché non faceva il tassista di mestiere, s’era commosso all’idea di una donna in precario equilibrio su uno scooter guidato da chissà chi.

Special SideCare

Special SideCare – Foto di Andrea

 

Infine, a Koh Payam devi per primo promuovere il rispetto dell’ambiente!
Anche la CNN fa riferimento a Koh Phanam come esempio dell’impatto negativo che può avere il turismo sull’ambiente e sulla popolazione.
A Koh Payam l’elettricità la fanno con la benzina e i rifiuti li bruciano senza inceneritori.
Pochi secchi in giro per le spiagge e un numero sempre crescente di visitatori.
Il risultato potrebbe essere disastroso nell’arco di pochi anni!
E allora non limitarti a schivare il pezzo di vetro sulla sabbia, raccoglilo e gettalo dove si deve.

Una spiaggia super affollata di Koh Payam

Una spiaggia super affollata di Koh Payam – Foto di Andrea

 

Non gettare buste e cartacce perché vicino a te non c’è un secchio dell’immondizia.
Non limitarti a dire “io non sporco” ma diventa promotore attivo di una coscienza ecologica che nei tailandesi (come in molti popoli di questa parte del mondo) manca.
Io e i miei nelle nostre lunghe camminate abbiamo raccolto di tutto e se l’hanno fatto 2 vecchietti (spero non leggano mai questo pezzo) non credi che potresti farlo anche tu?

Che ci fa una lampadina in mare?

Che ci fa una lampadina in mare? – Foto di Andrea

 

Andrea