Screenshot homepage PhotoSpotLand

Screenshot homepage PhotoSpotLand

 

All’ultima edizione di Bit, la fiera del turismo di Milano, è successo anche questo: mi sono ritrovata con un paio di Google Glass indosso.

Oserei dire, quasi per caso, perchè della tecnologia wearable finora avevo solo sentito parlare e, devo essere sincera, non è che ci avessi capito molto.

E invece, complici Manuela e Alessandra, due colleghe più smart di me, mi sono ritrovata a strizzare l’occhio per mettere a fuoco il micro-schermo sulla montatura, e, soprattutto, ad ascoltare possibili applicazioni futuribili, per i Google Glass, nel turismo.

Mariangela con i Google Glass

Mariangela con i Google Glass – Foto di Mariangela Traficante

 

Ma non solo loro.

A sperimentare il prototipo di un oggetto che pare arriverà in commercio non prima di un anno, è stato Mario Bucolo, fondatore e ceo di una start-up dalla insolita e triplice collocazione geografica (New York, Catania e Monza) che credo incuriosirà, e molto, chi ama fotografare specie in viaggio (e io sono tra quelli).

Si chiama PhotoSpotland (www.photospotland.com) è una community ma non vuole essere una replica di Instagram.

Gli altri puntano a convidere le foto, attaccarle a una bacheca (virtuale of course) o al massimo taggarle e commentarle.

Qui invece – e questo potrebbe solleticare i palati dei veri fotoamatori – a interessare di più è il loro making of, per così dire, perchè a essere condivisi sono i luoghi (e gli eventi), gli spot, appunto, dove fare le foto più belle.

E anche come scattarle!

Chi partecipa può condividere info tecniche, come gli obiettivi da usare, quando scattare, che tipo di illuminazione trovare, ma non solo: anche consigli di viaggio, hotel nelle vicinanze, trasporti”.

Quindi location fisiche come laghi, spiagge, montagne, monumenti, ma anche eventi come il Carnevale o una gara sportiva.

E così i primi photospotter hanno cominciato a condividere le proprie foto nel sito, che oggi è in versione beta, per ognuna ci si può sbizzarire in contenuti tecnici e non solo: esposizione e flash, aperture diaframma e grandangolo, ma anche cosa cercare per lo scatto perfetto e a cosa invece stare attenti.

E a che punto entrano i Google Glass?

La startup li sta sperimentando come estensione della propria applicazione mobile, anche nell’ottica di uno sviluppo per i fotografi ipovedenti e non vedenti, grazie ai comandi vocali con i quali questa sorta di smartphone da indossare sul naso possono attivarsi, oppure nell’ambito ad esempio della geolocalizzazione e della ricerca di altri “social photographer” o di servizi nelle vicinanze.

Come gli station spot.

Screenshot PhotoSpotLand, come inserire uno spot

Screenshot PhotoSpotLand, come inserire uno spot

 

Nel suo intento di riportare la condivisione virtuale nel mondo reale Photo Spot Land è andata a riprendere anche un viaggio d’antan e super classico come il Grand Tour e le sue stazioni di posta, che qui dovrebbero trasformarsi in punti di ristoro forse meno intrigante della locanda ottocentesca, ma decisamente utile, oggi, con assistenza, backup delle foto su cloud, stampa, ricarica batterie e altro.

E poichè comunque sempre di community si tratta, potrebbero capitare anche episodi singolari: abiti a New York e hai la vista su Manhattan ma non sei pratico di fotografia?

Tu ci metti il terrazzo, il social travel di turno il mezzo o l’occhio fotografico.

E’ quello che è successo proprio a Mario Bucolo, che desiderava immortalare I fuochi d’artificio del 4 luglio nella Grande Mela.

Insomma, quasi un couchsurfing ma con la reflex in mano.

Articolo di
Mariangela Traficante