Scorci di Assisi

Scorci di Assisi – Foto di Luca Vivan

 

Il viaggio come terapia, se ne parla da molto, del muoversi per ambire ad una quiete o anche ad una semplice serenità che la routine e i gesti abitudinari soffocano.

Quello che sta avvenendo è una piccola rivoluzione, dove accanto al turismo frenetico che ingoia città e paesaggi, cresce il viaggiare di chi cerca nei luoghi ispirazione e si pone come meta la propria crescita.

Lo potremmo definire “turismo del benessere” ma non si tratta solo di andare in una spa a fare le saune e bere centrifugati, per quanto utili e benefici, per questo preferisco chiamarlo “turismo dell’anima”, perché accanto al cibo sano e alla storia dei luoghi, qui si cerca la bellezza anche in momenti di arricchimento personale.

Il mio viaggio dell’anima parte dal Friuli, fisicamente e metaforicamente.

Frequento infatti una scuola di Counseling e Naturopatia a Udine, e tra i compagni di percorso c’è anche una donna che vive ad Assisi, che con una sana ostinazione ha deciso di organizzare dalle sue parti un seminario sulla respirazione e la gestione delle emozioni da anni affermatosi in Veneto e Friuli.

Il suo bisogno di sostegno e di partecipazione è stata una buona opportunità per me di prendere il treno e visitare un pezzo di Umbria, regione che mi affascina da sempre.

Il giorno prima del seminario ho deciso di vagare per le piccole vie di Assisi, su cui forse non servirebbe molto parlare, data la fama che la circonda, che travalica i secoli da quando S. Francesco ne fece centro del suo movimento di riforma del cristianesimo.

Tramonto ad Assisi

Tramonto ad Assisi – Foto di Luca Vivan

 

Il piccolo borgo emana un’atmosfera che induce alla preghiera e per chi è laico o non si ritrova nella chiesa cattolica, sicuramente invita ad una forma di meditazione, che semplicemente significa stare in silenzio e godere delle bellezze architettoniche o pittoriche.

Basta poi gettare l’occhio verso la vallata sottostante, magari ricoperta di foschia come è capitato a me, e ancora più lontano, verso Perugia, traendo nutrimento dai naturali avvallamenti di questa regione, che da soli spingono a trovare una forma di quiete.

La foschia avvolge la piana

La foschia avvolge la piana – Foto di Luca Vivan

 

Per me, abituato a vivere a Venezia, è doveroso cercare le vie isolate, gli angoli dove non ci sono turisti, troppo concentrati a seguire le indicazioni, così, spinto dalla curiosità, mi sono imbattuto in una piccola chiesa, quella di S. Stefano, vuota e allo stesso tempo piena.

Entrarvi è stato come chiudere le porte del rumore per isolarmi in una dimensione di cui raramente posso godere, quella del silenzio totale, dove puoi sentire ogni tuo respiro e persino il frusciare dei vestiti.

Poi, con delicatezza e gratitudine, ho lasciato questa oasi e ho cercato l’immancabile Basilica di S. Francesco e gli affreschi di Giotto, la cui grandiosità e bellezza le mie parole possono poco.

Ad Assisi e questo è interessante, esiste anche un mondo pagano, che è visibile ed invisibile, quasi a far da contrasto a così tanto cristianesimo.

Il tempio di Minerva, in posizione centrale, diventato chiesa di S. Maria riporta il visitatore al tempo in cui Assisi era centro importante dell’impero romano e senza accorgertene, cercando magari la Basilica, non sai che stai camminando a qualche metro sopra l’antico foro, riscoperto a fine ‘800 e ora visitabile.

La mia memoria di Venezia e dei suoi prezzi per turisti, mi ha indotto ad essere cauto nel cercare dove mangiare ma non ho notato costi maggiori di quelli che affronto normalmente in Friuli, forse lo saranno per il cittadino di Assisi, ma un buon panino – e il pane in Umbria è ancora pane a differenza di molte zone del Nord Italia – con dell’ottimo affettato del consorzio di Norcia è stata una buona pausa prima di proseguire.

I due giorni successivi sono stati quelli del seminario e già il luogo che ospitava una quindicina di persona, in gran parte umbre, era una forma di terapia.

Casa Faustina

Casa Faustina – Foto di Luca Vivan

 

A pochi km d’Assisi, un agriturismo immerso tra gli ulivi, con un orto sinergico dove si coltivano le piante in modo che la loro vicinanza sia d’aiuto reciproco, una sinergia appunto, evitando il ricordo alla chimica e la cucina è vegetariana e biologica.

Orto sinergico

Orto sinergico – Foto di Luca Vivan

 

Altra curiosità, la stanza circolare con solo vetrate, dove si teneva il seminario, che si affaccia da una parte su una collinetta di ulivi antichi e dall’altra su scorci di borghi lontani con le loro chiesette.

Antichi Ulivi a Casa Faustina

Antichi Ulivi a Casa Faustina – Foto di Luca Vivan

 

La sera del primo giorno di seminario, quasi a cercare la controparte materiale di tanto respirare e immergersi in noi stessi, con altre persone venute dal Friuli e il Veneto, ci siamo lasciati guidare dalla nostra amica e organizzatrice verso un agriturismo che racchiude il perché amo questo paese: la creatività e la ricerca della bellezza.

Le Mandrie di San Paolo è uno di quei ristoranti dove tutta questa filosofia del gusto si incarna e invita a saziarsene.

Terminato il seminario ho avuto ancora un giorno per visitare qualche spicchio di Umbria, così ho preso un treno per andare a Spello e anche qui le parole possono poco.

Non imponente come Assisi, sicuramente meno turistico e più popolare, con i vicoli che gareggiano in composizioni floreali, nella vita quotidiana dei suoi abitanti, nella possibilità di entrare in una panetteria per farsi fare un ottimo panino di pane cotto a legna e pecorino.

Bici con i fiori in un viottolo a Spello

Bici con i fiori in un viottolo a Spello – Foto di Luca Vivan

 

Per il resto, invito solo il lettore ad andarci, e anche se esiste una comoda applicazione per smartphone con tante informazioni, a vagabondare per le stradine, soffermandosi a respirare un’aria di quiete che si mescola con i sentori del Medioevo e Rinascimento, ancora tutti là, presenti a prenderti per mano e incantarti con edifici e affreschi, come quelli del Pinturicchio scoperti per caso dentro una chiesa.

Non seguire i flussi delle scolaresche o di altri turisti, diventa curioso e leggero, prenditi del tempo per cercare gli spiragli di luce che ti conducono alla fine di un vicolo dove si apre il paesaggio di colline e ulivi, cammina con rispetto laddove ci sono case, tra le sedie per godere del fresco della sera e i mici si sdraiano con felina noncuranza.

Ritornare nella “civiltà” è stata dura ma volevo raggiungere un’amica a Perugia, così con un altro treno ed in poco tempo – qui basta muoversi di pochi km per trovare degli incanti – ho raggiunto il capoluogo, e pur essendoci già stato tempo addietro, mi sono lasciato guidare.

Scorci di Perugia

Scorci di Perugia – Foto di Luca Vivan

 

Poche ore sono state sufficienti per respirare un po’ del centro della città, delle sue vie, medievali, rinascimentali o più moderne, sorprendendomi per una passeggiata su un pezzo di acquedotto romano.

Le epoche si confondono, si intrecciano e capita così di finire in un piccolo angolo di verde, dove giovani studenti si baciano o leggono un libro, per trovare una chiesa che era un tempio pagano, un edificio di culto, dall’aspetto singolare con la sua pianta circolare, dove entrare e godere della quiete profonda che emana.

Chiesa dedicata a S. Michele Arcangelo

Chiesa dedicata a S. Michele Arcangelo – Foto di Luca Vivan

 

Idealmente, dal mistico sentore di Assisi, passando per un seminario sul respiro, concludo questo piccolo viaggio in Umbria, terra di spiritualità, in questa chiesa dedicata a S. Michele Arcangelo, ex tempio pagano, a ricordare la mescolanza di vocazioni e le eterne aspirazioni dell’essere umano, tra cui quella di cercare il silenzio dentro di sé.

Articolo di
Luca Vivan