Vejer de la Frontera

Vejer de la Frontera – Foto di Silvia Balcarini

 

Il sud della Spagna richiama l’immagine di villaggi candidi arroccati a tradizioni, scenari antichi ed immutati.

Sono talmente numerosi che servirebbe un viaggio a loro dedicato.

Il primo che ho incontrato è stato Vejer de la Frontera, è qui che ho passato la notte lasciando Cadiz.

Piccolo incipit: da non confondere con il più famoso Jerez de la Frontera.

Molte cittadine infatti hanno ancora in aggiunta al proprio nome la parola “frontera” a testimonianza del fatto che in epoche passate erano fortezze, delimitavano territori e ovviamente frontiere (‘anvedi).

Si percorre volentieri la strada che sale su per la collina e lascia alle spalle il luccichio del mare.
Questa strada taglia la campagna diventando la protagonista, in questo tardo e deserto pomeriggio di ottobre.
L’arrivo all’appartamento “El molino omaggia di una splendida vista collinare del mare, alla guancia destra il vecchio mulino a quella sinistra il profilo della casa.
Il contesto fa sì che il mio bicchier d’acqua bevuto accomodata sulla sdraia diventi un cocktail di piacere.
Peccato fermarsi solamente una notte, anche l’alloggio reclama i suoi diritti.
Un’unica domanda senza risposta, il manto d’erba davanti l’ingresso.
Che cavolo è?
E’ talmente morbido che sembra… un materasso.

Appartamento El Mulino a Vejer de la Frontera

Appartamento El Mulino a Vejer de la Frontera – Foto di Silvia Balcarini

 

Sii! credo che la sensazione reale sia quella di camminare su un materasso, sbandamento iniziale compreso!
Casa El molino è fuori dal centro, ma chi se ne frega visto che per essere qui serve un mezzo meccanico (ma anche no se sei a cavallo, in bicicletta o ami correre).
L’entrata è fuorviante, si entra dalla pizzeria italiana.
Per la colazione proprio sulla discesa c’è un locale che al mattino la serve dalle 8.30.
Qui i contenitori del burro e la marmellata sono sempre gli stessi per ogni avventore (cucchiaio e coltello esclusi).
Poche storie, quando eravamo abituati così eravamo più sani, più educati e forse anche più intelligenti.

Piazzetta con vasca di Vejer, Andalusia

Piazzetta con vasca di Vejer, Andalusia – Foto di Silvia Balcarini

 

Per la cena invece sali nuovamente in auto e raggiungi il centro ma non toccarlo mi raccomando, parcheggia un attimo prima, appena trovi posto, se entri nelle stradine del centro, le poche aperte al traffico comincerai ad essere teso come una corda di violino tanto sono strette.
Alla sera il garbuglio di stradine offre un’altra prospettiva illuminato da lanterne che riflettono perfettamente il bianco tutt’intorno.
Nei quattro passi dopo cena lo avrai incrociato tutto ma le foto saranno tante come nelle più lunghe passeggiate.

Ho cenato da “Garimba Sur”, scelta pessima.
Il locale è molto carino in una splendida piazzetta con vasca.
Il cibo voleva essere una revisione della cucina tradizionale, una fusion antico-moderna con tocco elegante e stravagante.
Il tutto mal riuscito per una spesa non economica.

Centro storico di Vejer de la Frontera Spagna

Centro storico di Vejer de la Frontera Spagna – Foto di Silvia Balcarini

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I cosiddetti villaggi bianchi sono principalmente nelle zone montuose delle province di Cadice e Malaga.

Pueblos blancos andaluso

Pueblos blancos andaluso – Foto di Silvia Balcarini

 

Detto questo bisogna specificare che altri piccoli tesori bianchi si trovano nella provincia di Granada e alcuni dei quali anche costieri in quella meno nota di Murcia e del parco naturale di Capo de Gata.

Le zone sono a grandi linee 5.

La prima proprio sopra la testa di Cadice con tra le più note Jerez, Arcos, Conil e Vejer tutte de la Frontera e Medina Sidonia.

La seconda che fa parte del parco nazionale de los Alcornocales, geograficamente parlando sopra Tarifa, per intendersi Jimena e Castellar de la Frontera.

La terza fa parte di altri due parchi nazionali quello de la Sierra de Grazalema e de la Sierra de las Nieves, che sale da Marbella e Malaga, tra i quali si possono menzionare Gaucin, Grazalema, Ronda, Setenil.

La quarta L’Alpujarra o Sierra Nevada è a 50 km da Granada con, tra gli altri, Pampaneira, Bubion, Capileira.

L’ultima, se Dio vuole, dalla città di Almeria al Parco di Capo de Gata: la Isleta del moro, Las Negras ad esempio.

Queste zone sono tutte collegate tra loro da arterie o strade minori e, come è ovvio che sia, ci sono altre vie che permettono d’imboccare il circuito dei villaggi bianchi.

Tutto ciò da la possibilità di crearsi in autonomia il proprio personale giro in base a quanti giorni si hanno a disposizione e in base a quali città “maggiori” si ha intenzione di toccare prima o dopo questa deviazione.

La vicinanza e l’abbondanza dei villaggi potrebbe trarre in inganno chi, giustamente, per motivi di libertà, non vuole prenotare una stanza in uno o in un altro paesino.
Attenzione la ricettività non è alta, e diventa impossibile trovare posto durante la settimana santa, durante feste tradizionali e in altri momenti di alta stagionalità turistica.

Nella loro appartenenza ai tratti arabi questi gruppi di villaggi disseminati in tutta l’Andalusia hanno un carattere proprio, nascondono abitudini e accoglienze differenti ma soprattutto tradizioni culinarie preziose.

Per avere qualche informazione in più su la ruta de los pueblos blancos andalusi puoi dare un occhio a:

=> http://www.andalucia-web.net/ruta_1.htm
=> http://www.andalucia.com/province/cadiz/cadiz-pueblos.htm

Sperando di averti confuso ben bene le idee, ti aspetto nel prossimo articolo per raccontarti cosa ho visto io.

Articolo di
Silvia Balcarini