Immagini scattate durante il percorso classico

Immagini scattate durante il percorso classico – Foto di Cristiano Guidetti

 

Lo dico sempre: ci sono luoghi che ti sfuggono, che sfiori più e più volte e per puro caso non visiti mai.

Le grotte di Frasassi – per quanto mi riguarda – era uno di quei luoghi.

6 estati da adolescente sulla Riviera del Conero, tante escursioni insieme ai miei genitori alla scoperta dei luoghi d’arte, delle sagre paesane sulle colline delle Marche e mai – dico mai – una volta che sia stata organizzata una giornata a Frasassi…
Sì… loro dopo sono andati, ma a quel punto ero io ad essere sfuggito.

Nemmeno le gite scolastiche dell’infanzia, quelle che poi non ricordi quasi nulla se non che sei andato: le grotte di Frasassi sono state lontane da me per decenni.

Stiamo parlando di uno dei più grandi complessi ipogei del pianeta, il terzo al mondo come grandezza e il più fruibile e visitabile in assoluto.

Ho rimediato alla grande però – grazie al progetto #Exploringmarche3 – non solo sono riuscito a visitarle, ho avuto la grande emozione di partecipare a uno degli speleo tour che vengono organizzati fuori dal circuito classico di visita.

2 ore per un percorso che scende nelle viscere della montagna, in fila indiana, nel buio illuminato solo dalle torce che si hanno sul caschetto di protezione.

Diciamolo subito: se soffri di claustrofobia non è il caso che tu lo faccia, rimani a goderti lo spettacolo della visita normale: è sempre e comunque qualcosa che ricorderai per sempre.

Se decidi di scendere invece, ti verrà fornita tutta l’attrezzatura, ovvero tuta, stivali e casco con torcia frontale.

Per ben 2 ore ti appoggerai a fresche e umide stalagmiti, sentirai il gocciolare incessante delle stalattiti, ti dovrai sdraiare per attraversare stretti passaggi per poi emergere in sale maestose, alte decine di metri.

E’ un trekking vero e proprio, e nella versione “percorso azzurro” è aperto anche ai ragazzi dai 12 anni in sù.

Immagini scattate durante il percorso classico

Immagini scattate durante il percorso classico – Foto di Cristiano Guidetti

 

Due guide non mancano mai, una a guidare il gruppo, l’altra a chiuderlo.

Esci completamente coperto di fango, una sostanza simile a cemento a presa rapida, ma credimi se ti dico che ne vale assolutamente la pena.

I motivi per farlo?

L’adrenalina: inutile nasconderlo… racchiude tanti aspetti, infilarsi nel buio “gocciolante” e perdere coscienza di tutto quello che sta intorno, muovere il corpo nei passaggi angusti con mosse che non siamo abituati a fare, quel misto di timore e voglia di andare avanti per vedere cose nuove.

Il buio: mi sono reso conto che non siamo abituati al buio, quello vero.
Che sia la luce artificiale di un led del telefono, della tv, della sveglia; che sia la luce della luna o delle stelle, qualcosa ci illumina e ci “solleva” sempre.
Il buio reale lo trovi scendendo sotto terra e te ne rendi conto nel momento in cui lo vivi.
E’ stato il “mio” momento di disagio lo ammetto, quasi alla fine del percorso, provare a spegnere la luce frontale in una sala alta 50 metri – non sto parlando di passaggi claustrofobici – rimanere nel buio totale di una sala enorme, con il solo rumore delle gocce è stato opprimente, due minuti lunghissimi; ho mosso più volte le braccia forzando il mio cervello a capire che non ero in uno spazio angusto.

Sì! E’ forse il motivo fondamentale per cui ti consiglio l’esperienza dello speleo tour, l’incontro e la conoscenza con il buio.

Immagini scattate durante il percorso classico

Immagini scattate durante il percorso classico – Foto di Cristiano Guidetti

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Tutte le informazioni e i costi per le visite, sia quelle normali che gli speleo tour le trovi sul sito ufficiale:

=> www.frasassi.com

Puoi seguire le grotte di Frasassi anche sui vari social:

Twitter: @frasassigrotte
Facebook: Grotte di Frasassi
Instagram (belle foto davvero): @frasassigrotte

Un saluto,
Cristiano