La bandiera della Giordania

La bandiera della Giordania – Foto di Cristiano Guidetti

Sono partito dalle immagini cercando di raccontare un poco delle emozioni vissute, dello stupore provato durante il viaggio in Giordania.

Ora provo a metterti in ordine qualcuno dei “perché” dovresti fare un viaggio del genere.

Per la storia

Lascia perdere per un secondo Petra, merita un punto solo per lei.
Greci, romani, la storia legata alla religione cristiana.
Potresti rimanere un mese in Giordania e non riuscire a vedere tutti i siti archeologici e/o storici che possiede.
Tanti i luoghi biblici, dal Monte Nebo su cui Mosè vide la Terra Promessa, a Betania, luogo del battesimo e degli eventi legati alla vita di Giovanni il Battista.
Ma anche i luoghi che hanno visto passare Gesù, Umm Quays ad esempio, chiamata Gadara, luogo di uno dei miracoli del Nazareno.
Un mio consiglio? Visita Jerash, Gerasa.
Uno dei siti greco romani meglio conservati che abbia mai visto. Il Cardo Massimo, il Decumano, il Teatro, il Tempio di Diana (Artemide).
Quando visito questi luoghi provo a immaginare la confusione e la vita che animavano luoghi di passaggio così importanti.

Perché è un paese pacifico

Inutile nasconderlo, è circondato da paesi in guerra, da una situazione di incertezza e instabilità. Ma gli altri paesi non sono la Giordania.
Pur mantenendo un alto livello di controllo con parecchia polizia e militari sparsi per il paese, la Giordania è tranquilla.
Anzi… soprattutto nei paesi più piccoli, come a Madaba, posso dire di aver respirato serenità, voglia di interagire con lo straniero e tanti tanti sorrisi.
Uno degli obiettivi del prossimo viaggio in terra giordana (sì, mi piacerebbe tornare!) vorrei fosse proprio un itinerario alla scoperta dei centri più piccoli, quelli in cui le storie delle persone che incontri sono il cuore stesso del viaggio.

Perché c’è Petra

Ripeti con me: è una delle 7 nuove meraviglie del mondo moderno.
E per fortuna dico io… hanno commesso almeno 3 o 4 ingiustizie globali quando hanno stilato la classifica, se lasciavano fuori anche Petra erano dei delinquenti.
Ho trascorso una giornata intera nel sito e ti dico: mettine in cantiere almeno due!
La capitale dei Nabatei, commercianti, costruttori e alla fine contadini, una civiltà le cui origini sono oscure e la sua estinzione “dolce” è anch’essa ricoperta da mistero.
Sta di fatto che durante il loro periodo di splendore ci hanno regalato la città di Petra e noi dobbiamo essere grati a loro per l’eternità.
Il Siq è impressionante, alzi lo sguardo su quelle pareti di roccia con mille sfumature di rosso e arancione e i pensieri spariscono, la mente si vuota.
Arrivi piano piano al Tesoro e se sei un minino appassionato è impossibile non essere pervasi dall’emozione.
Sì, l’hai visto mille volte in televisione e sui libri, ma ora sbirci attraverso le pareti del Siq quello splendore e non mi vergogno a dire che la pelle d’oca con 40°C mi è venuta lo stesso.

Il Tesoro si intravede dal Siq

Il Tesoro si intravede dal Siq – Foto di Cristiano Guidetti

Le Tombe reali, l’Anfiteatro, il Monastero, l’altura del Sacrificio… no no ti servono due giorni!

Perché il deserto rosso del Wadi Rum devi vederlo

Ne leggi, ogni tanto ti passa davanti una fotografia da catalogo con la solita scritta: “Il deserto di Lawrence D’Arabia”.
Vedi quel rosso e pensi: “Ok, però hanno sparato su la saturazione, non mi fregano
Poi ti ci ritrovi, durante un caldo mese di luglio, quando si dice che il rosso è “meno rosso” e mentre il sole del tardo pomeriggio scende, il tutto inizia ad accendersi in attesa del tramonto, e tu non sai se stare lì fermo a bocca aperta, se metterti a meditare o se girare in modo furioso la fotocamera e scattare come un ossesso.
Il Wadi Rum è chiamato anche Valle della Luna e io non ho indagato sul motivo sono sincero, ma credimi… quando giungerà la notte sarà il momento di un altro spettacolo: il cielo stellato e la luna ti accenderanno il cuore e l’anima.

I colori del Wadi Rum

I colori del Wadi Rum – Foto di Cristiano Guidetti

Per il Mar Morto

Può piacere o non piacere, puoi anche non amare i grandi alberghi ma un giro sulle rive del Mar Morto lo devi fare.
Sarai nel punto più basso calpestabile del pianeta, -423 metri sotto il livello del mare ed è una tacca della tua vita da viaggiatore che hai lì a due passi.
Il bagno nel Mar Morto è anch’essa un’esperienza unica. L’altissimo tasso di salinità del bacino fa sì che tu rimanga a galla in qualsiasi condizione.
Difficile persino girarsi, “la fisica” impedisce e forza il tuo riposo galleggiante.
Avvertenza: Attenti agli occhi, una sola goccia provocherà un bruciore accentuato. Attenti anche alla bocca, se ti capita di bere il rischio di vomitare è alto… troppo troppo salata! 🙂

Perché ci sono perle quasi sconosciute al turismo occidentale come il Wadi Mujib

Mi ha colpito la frase della guida: “Su 100 tour che si fanno con viaggiatori e turisti occidentali solo 2 o 3 vengono qui al Wadi Mujib”.
È strano, la Riserva del Mujib è meravigliosa, il fiume taglia la montagna ed esce nel Mar Morto. Risalirlo con i piedi nell’acqua bassa tra queste due pareti di roccia colorata è un’esperienza che non dimenticherò mai.
Capisco che a un certo punto la risalita diventi difficoltosa, ma non è obbligatorio arrivare fino alla fine, abbiamo incontrato ragazzini e alcuni signori di mezza età (…e sono generoso) quindi se sei in grado di percorrere un sentiero di montagna allora almeno il primo pezzo lo puoi fare tranquillamente.

Dai… per ora ti lascio meditare su questi “perché” 😀

Un saluto,
Cristiano