Firenze… Ponte Vecchio

Firenze… Ponte Vecchio – Foto di Silvia Balcarini

La situazione è questa: il tempo, ma-che-lo-dico-a-fare, è ballerino (si apre e si chiude… alla fine pioverà?), non ho fissato con un amico (perché al quel punto devi andare comunque), il traffico, la fila; se non bastasse c’è sempre il divano che imperterrito continua a stare a braccia aperte e, vista la macedonia sopraesposta è molto convincente.

Che fare allora, abbandonarsi?

Mmmh no, un colpo di reni e via. Scarpe comode, k-way, borsa da viaggio (ossia, non bella ma comoda) e un veloce sguardo alla rete.

La mia destinazione è il mio capoluogo di regione: Firenze.

Il mio mezzo sarà il treno, così niente traffico, niente parcheggio a costo stellare, niente pensieri. Se non che i 50 minuti di tragitto si sono raddoppiati a causa del solito ritardo. Peccato. Ma non voglio incavolarmi, non sto andando a lavoro. Giornale e seconda colazione: cappuccino e pasta.

Mi dico sempre che non ho né il tempo né l’occasione?

Stamani li ho trovati!

Il mio obiettivo a Firenze? Scansare i turisti, ovvio. Niente giro classico per favore e niente cartina.

Qui sono una local… diciamo una demi-local. Quindi il percorso prevede di passare dalle strade secondarie, una definizione comunque errata visto che passeggerò comunque in centro. Resta lo stesso una piacevole concessione poter scoprire angoli nascosti ma importanti, carini e deserti.

Perimetrare qua e là qualche casa torre, bearsi delle, per me nuove, angolature del Ponte Vecchio e decidere damblée di visitare un museo, il Palazzo Davanzati.

L'entrata di Palazzo Davanzati

L’entrata di Palazzo Davanzati – Foto di Silvia Balcarini

Il museo è in pratica un esempio di casa-torre medievale e al contempo rinascimentale (mobili e decori ad esempio) fiorentina. Costruita per la famiglia Davizzi vi abitò soprattutto quella Davanzati, da qui il nome.

Si articola su 4 piani, completamente restaurata, risulta una visita piacevole che consiglio a tutti, bambini compresi. Per chi non può camminare c’è l’ascensore che ti accompagna al piano. Nonostante gli arredi originali siano stati venduti all’asta a NY nei primi del ‘900 essa è completamente arredata con mobilio d’epoca, ogni pezzo, utensile e decorazione porta la propria spiegazione sui piccoli pannelli, in ogni stanza poi è possibile prendere un depliant esplicativo della storia della casa e dei suoi abitanti.

Il tutto risulta di facile utilizzo e di una chiarezza oserei dire democratica. Come sempre le stanze, le camere, le sale da pranzo, i bagni riportano tutti un nome che ne identifica poi una precisa caratteristica. Ci si immerge bene nell’epoca, nella vita di tutti i giorni di una famiglia facoltosa ma che vive la sua epoca, problemi inclusi.

A me ha colpito molto il montacarichi centrale alla torre che permetteva il trasporto su e giù per la casa delle necessario giornaliero della famiglia oltre che i decori, i meticolosi trompe- l’oeil, gli accessori dei e nei bagni, la grande camera da letto dotata di ogni confort per l’epoca e circondata dalla storia affrescata della Castellana di Vergy scelta dai padroni di casa (tradimenti e finale tragico).

Mi chiedo: avrà portato sfortuna o la famiglia aveva un forte senso dell’umorismo?

E che dire della cucina fornita veramente di tutto, il grande acquaio, un enorme ricettario (la versione recente si può sfogliare!) l’impastatrice, il girarrosto.

L’opuscolo del museo

L’opuscolo del museo – Foto di Silvia Balcarini

Osservando i muri ci si rende conto che alcuni vandali li hanno scarabocchiati. Meno male che stavolta gli scritti, i disegni, le date, riportano dati interessanti come ad esempio la notizia della morte di Lorenzo dei Medici oppure notizie reali sulla guerra (durante la seconda guerra mondiale ospitò dei rifugiati), in pratica adesso sono divenuti una parte integrante del museo.

Complice il fatto che non sia uno dei musei più pubblicizzati e quindi più famosi di Firenze molto probabilmente sarete un gruppo ristretto di persone, questo, come sempre, contribuirà ad aumentare il fascino del museo. E, complice il poco personale, il gruppo si sposta di stanza in stanza e di piano in piano insieme ai sorveglianti.

Inoltre l’ultimo piano è visitabile solamente inserendosi in una lista, il gruppo verrà poi accompagnato per la visita, dopo di che, verrà dato spazio al gruppo successivo. Ma niente di macchinoso.

Non so se sia dovuto al piccolo numero di personale, alla grandezza o alla conformità del museo ma devo dire che i sorveglianti sono stati molto attenti (non si può fotografare all’interno), disponibili e informati sulle particolarità della casa durante il giro. La sensazione quindi è di poter avere un’estrema libertà di movimento dovuta al numero di persone e ai pannelli esplicativi ma di essere seguiti da persone a cui puoi rivolgerti per un confronto, che amano il proprio lavoro e lo eseguono in maniera ligia, i miei complimenti.

La giornata è proseguita con un pranzetto in un locale tipico in Piazza della Passera, un giro nei popolari quartieri di San Frediano e Santo Spirito dove andando a casaccio ho trovato la targa in onore alla Monnalisa che nacque proprio da queste parti.

Girottolando tra San Frediano e Santo Spirito

Girottolando tra San Frediano e Santo Spirito – Foto di Silvia Balcarini

E ancora, passando dietro Palazzo vecchio ho notato il Palagio di Parte Guelfa (visitabile e gratuito) sede adesso dell’associazione Calcio Storico fiorentino, ho proseguito per la Casa di Dante e mi sono soffermata nella piccola chiesa che ospita i resti dell’amata Beatrice e poi ancora avanti per Borgo degli Albizi, Piazza san Pier Maggiore fino a Piazza dei Ciompi, peccato però che il mercato delle Pulci fosse chiuso.

La giornata da demi-local giunge al termine ed io sono felice di aver dato un colpo di reni al divano.

E no, non è piovuto.

Ulteriori informazioni per la visita: Palazzo Davanzati

Articolo di
Silvia Balcarini