Minorca  verso Nord - Foto di Irene Cacciola

Minorca verso Nord – Foto di Irene Cacciola

Girando per Minorca ti sarà chiaro che stai passando dal Sud alla parte più a Nord dell’isola da alcuni dettagli: una lenta trasformazione del paesaggio naturale, nuove tinte di colore della terra e il nascere in te di una sensazione simile a quella di aver cambiato isola.
Minorca ha proprio il pregio di riuscire ad avere moltissime sfaccettature e, una fra queste, è data dalle numerose differenze  che si percepiscono fra i due lati dell’isola.
La prima che ti si proporrà è la tipicità della parte Nord di essere un po’ più “ruvida” rispetto alla parte che trovi più a Sud.  Spostandoti in questa direzione, infatti, incontrerai una costa più frastagliata, spiagge dalle tinte rosse, grazie alla presenza di argilla, e, sparsi sulle colline, pascoli che si godono un perfetto ristoro.

Muovendoti verso questa parte, sulla costa settentrionale potrai fermarti a Fornells, un piacevole piccolo paesino di pescatori, ma ad esempio tanto caro a Re Juan Carlos e, ad esempio, qui potrai mangiar al ristorante Es Pla, al porto, nel suo ristorante preferito dove mangiare aragoste e, in particolare, la caldereta de langosta, il tutto rigorosamente fronte mare…
All’altezza di Fornells, ma spostandoti verso il centro, fai una deviazione verso Monte Toro, per goderti l’isola con un panorama dall’alto.

Vista da Monte Toro - Foto di Irene Cacciola

Vista da Monte Toro – Foto di Irene Cacciola

Questo è il monte principale con un’altezza di 357 metri e, in cima, trovi un santuario che, non solo custodisce un’antica leggenda, ma anche una statua di una Madonna nera e un piccolo toro di ceramica. Il toro, infatti, fu l’animale che secondo la storia aiutò i frati ad aprirsi un varco in un muro di pietra, per arrivare fino in cima, dove trovarono la statua di una Santa che da allora fu la “ Vergine del toro”. A lato del monastero, per chi volesse, vi è anche un ostello dedicato ai pellegrini.

Nella parte a Ovest di Minorca Ciutadella strizza l’occhio a Maò, che domina l’altra parte dell’isola con il suo porto naturale.
Ciutadella ha un fascino differente ed è caratterizzata da quel sapore spagnolo e di una tradizione, forse meno contaminata dalle varie dominazioni, che si sono susseguite nel corso degli anni. Simbolo della città un cavallo, che troverete in una delle prime rotatorie, arrivando in città in auto, da est. Fiero e sollevato sulle zampe posteriori è alto 8 metri per 2.600 kg di bronzo e vuole ricordare non solo la razza di cavalli minorchini, ma anche le feste organizzate nella città durante il mese di giugno.

Il cavallo di Ciutadella - Foto di Irene Cacciola

Il cavallo di Ciutadella – Foto di Irene Cacciola

Il ricordo principale che ho di questa cittadina è il colore dei palazzi e delle pietre utilizzate per le varie costruzioni: un marroncino, che con la sua tonalità crea inconsciamente un’atmosfera molto accogliente, legata alla terra e di rimando al sole.
La cittadina è tutto un giro di vicoli, che ogni tanto si affaccia improvvisamente su qualche piazza. “Sbucherete”  così di fronte alla Cattedrale, in pieno centro storico, con la lucida pavimentazione della piazza antistante, per poi riaddentrarvi nei vicoli e riemergere in Plaça des Born, dove potrete ammirare palazzi come quello del Municipio.

Cattedrale Ciutadella - Foto di Irene Cacciola

Cattedrale Ciutadella – Foto di Irene Cacciola

Anche Ciutadella ha il suo piccolo porto: scendendo una scalinata potrete passeggiare accanto a barche e piccoli ponti e fermarvi a mangiare in qualche ristorante. Io vi consiglio Cafè Balear in Pla de San Joan 15: sulla destra del porto. E’ davvero ottimo, anche se non classificato fra i più economici, ma ne vale sicuramente la pena!
Non so con esattezza dirti se ho preferito Maò oppure Ciutadella perché sono davvero molto diverse tra loro, ma proprio per il loro carattere e una distanza accessibile tra le due…puoi sempre scegliere di visitarle entrambe e muoverti fra di esse.

In prossimità di Ciutadella, andando verso est, si trova Naveta des Tudons. Anche qui ti consiglio di fare un salto alla scoperta di questo aspetto dell’isola. Qui vi è uno dei reperti archeologici, che testimoniano il passato di Minorca: una costruzione di pietre quadrate eretta per essere un luogo di sepoltura e risalente a circa il 1400-1330 a.C. . Dalla forma ricorda vagamente una nave e, al ritrovamento, conteneva al suo interno scheletri di circa 100 uomini e frammenti di oggetti a loro appartenuti.
Alla costruzione…manca però una pietra e qui ecco un’altra leggenda di Minorca.
Si narra infatti che quest’opera venne realizzata da un gigante per voler conquistare una fanciulla di indescrivibile bellezza. Il padre della ragazza, vedendola indecisa fra due giganti, indisse una gara. Uno doveva costruire un pozzo, l’altro una casa per andare a vivere con l’affascinante donna. Il primo a completare l’opera fu il gigante del pozzo così l’altro, livido di rabbia, a cui mancava solo una pietra per completare l’opera, lanciò l’ultimo masso nel pozzo uccidendo il rivale. Ma ciò fece nascere in lui tali sensi di colpa che fuggì, la fanciulla non si sposò mai e…alla Naveta manca una pietra.

Naveta des Tudons - Foto di Irene Cacciola

Naveta des Tudons – Foto di Irene Cacciola

Sempre in prossimità di Ciutadella un luogo di sicuro fascino è la cava di Pedrera de s’Hostal: qui veniva estratta la pietra di Minorca e ci si passeggia di fronte a grandi scavi, alte pareti e ad un vero e proprio cantiere. La peculiarità del sito è data dall’esser stato trasformato da luogo di lavoro in una sorta di teatro a cielo aperto dove vengono organizzati concerti, spettacoli e dove è stato disegnato anche un labirinto. Il tutto è poi immerso in un giardino botanico, che crea un percorso tutto attorno alla cava.

Pedrera de' sHostal - foto di Irene Cacciola

Pedrera de s’Hostal – foto di Irene Cacciola

Prima ti ho accennato ai cavalli quindi ti indico un posto dove ammirarli e, perché no, magari organizzare una cavalcata o vedere uno spettacolo: si tratta di San Martorellet, nell’entroterra, tornando verso sud, e qui le diverse attività organizzate hanno tutte il comun denominatore di questi splendidi esemplari come soggetto principale.
Minorca è famosa per la sua razza di cavalli: neri, possenti e meravigliosi nella loro eleganza. Questo tipo di cavalli fu riconosciuto come vera e propria razza solo di recente, nel 1987, e vengono chiamati “Menorquin”, li trovi ovviamente nelle principali manifestazioni dell’isola in cui sono gli assoluti protagonisti.

Cavallo a San Martorellet - Foto di Irene Cacciola

Cavallo a San Martorellet – Foto di Irene Cacciola

Con questa carrellata di posti ti ho sicuramente mostrato come Minorca non sia una, ma mille aspetti diversi: piccola e naturale ha in sé diverse nature e quindi la possibilità di trovare la propria dimensione.
Qui puoi dedicarti allo sport, come vivere solo una spiaggia di pace e relax, puoi fare trekking o andare in bici per poi magari dedicarti a musei e finire la serata in una festa tipicamente minorchina.

Articolo di
Irene Cacciola