La spiaggia fuori stagione di Bellaria

La spiaggia fuori stagione di Bellaria – Foto di Cristiano Guidetti

Amarcord (e non potrebbe essere altrimenti), giorni nostri e un luogo in cui ti senti in famiglia: per il sottoscritto questa è la Romagna.

Da Riccione a Rimini, arrivando a Bellaria e poi a Cesenatico: la “mia” Romagna.

Un territorio che mi coinvolge in tutti i sensi e con tutti i sensi. Nuova riprova sono stati i 3 giorni trascorsi a Bellaria per #ScopriBellaria.

Sali con me sul questo treno di ricordi e sensazioni che coinvolge tutto il corpo e se anche tu hai trascorso qualche giorno da queste parti non potrai far altro che sorridere.

Vista

La lunga spiaggia e i bagni con le file di ombrelloni dai mille colori tutte ordinate, la sabbia dorata, il bar sulla spiaggia. Una festa di colori per gli occhi.

Ma ancora… il mare fuori stagione, la spiaggia deserta e abbandonata ma assolutamente viva con le corse mattutine, le passeggiate romantiche di persone chiuse nei loro abiti pesanti. Un quadro di malinconia a prima vista, in realtà almeno per me questa malinconia equivale a libertà e gioia. Se poi ho la fortuna di trovare il vento…

Il Bagno Gino a Bellaria

Il Bagno Gino a Bellaria – Foto di Cristiano Guidetti

Olfatto

Qui è troppo soggettivo, il profumo del mare è generico, presente qui e in altri migliaia di luoghi. No… la Romagna per me è profumo di bomboloni.

Il bombolone caldo, con quel profumo dolce di zucchero che lo avvolge e di crema che non riesce a rimanere racchiusa nella pasta fritta.
Si dice che si cominci a mangiare con gli occhi e io sono d’accordo ma credimi: se alla vista aggiungi un profumo come questo sarà come avere già in bocca il primo morso di estasi.

Udito

Sorrido con amore al solo pensare alla parlata romagnola.
Quel modo di esprimersi non troppo diverso dal mio, ma comunque più marcato, più coinvolgente e simpatico.
E un’altra cosa per un momento amarcord: gli annunci della Pubblifono sulla spiaggia, dai negozi di San Marino ai bambini perduti, che nulla hanno in comune (ma forse sì) con la compagine di Peter Pan.

Tatto

Dovrei fare un elenco e non sarebbe comunque sufficiente ed esaustivo.
Il passato ritorna con la sensazione sul dito dopo aver colpito una biglia di vetro per farla correre su una pista di sabbia appena creata e che domani non ci sarà più; avrà una vita più breve di quella di una farfalla.

Il tocco sulle lenzuola fresche e tirate degli alberghi, una volta erano pensioni ora sono tutti hotel ma il nesso non cambia.
Io lo dico sempre… pescando un hotel in Romagna difficilmente sbaglierai: cortesia e semplicità saranno compresi nel prezzo.

L’ho fatto anche questa volta nell’hotel a Bellaria: arrivato in camera ho tirato indietro il copriletto e ho goduto del tocco su quelle lenzuola bianche. Non posso farne a meno.

Gusto

L’ho tenuto per ultimo… come si fa a dire solo due parole sul “gusto della Romagna”?

I passatelli in brodo, i bomboloni menzionati prima, i salumi, lo squacquerone, le paste ripiene… e la Piadina.

Piadina e tecnologia

Piadina e tecnologia – Foto di Cristiano Guidetti

Quando poi trovi un hotel che ti insegna a farla, che nel periodo di apertura la prepara tutte le settimane, anche in versione vegana beh… allora l’esperienza non si limita al gusto ma la piadina diventa simbolo dei 5 sensi e a mio avviso dovrebbe diventare il brand indiscusso della Romagna.

Piadina work in progress

Piadina work in progress – Foto di Cristiano Guidetti

Un saluto,
Cristiano