Guida, biglietti, appunti, foto: ricordi

Guida, biglietti, appunti, foto: ricordi – Foto di Silvia Balcarini

I turchi prediligono le auto bianche e le lavano spesso (almeno rispetto a quanto lavo io la mia).

Non credevo, ma si guida bene, le strade sono discrete e, fuori dalle grandi città, perfino in autostrada è difficile trovare gran traffico. Sono guidatori disciplinati con qualche eccezione colorata, ma sempre abbastanza prudenti. Sulle strisce non si fermano a chilometri di distanza però ti lasciano passare.

La spazzatura è un grande problema: per niente differenziata ed è un po’ ovunque. Si vedono regolarmente persone che gettano i rifiuti in terra e le discariche, più o meno autorizzate, sono dappertutto. Per di più quelle non coperte a dovere lasciano intravedere di tutto e quel tutto, si sparge per chilometri all’arrivo del vento.

Ma quanto pane mangiano?

Ovunque si vende il pane, in ogni market, edicola. Le persone lo comprano a ogni ora del giorno e nei sacchetti ne hanno più di uno. Al ristorante ne arriva in abbondanza e nessuno si scompone se continui a chiederlo. Forse perché è buono e leggero?
La grande pagnotta finisce a punta da entrambi i lati. Il sapore e la consistenza ricordano la baghette ma più mollicosa e meno “cingommosa”.

La classica frutta secca nei negozi e sulle bancarelle è accompagnata dai ceci, quelli confettati o abbrustoliti e salati, semi di ogni genere. Se ti piace ti fai del male… Gli anacardi… I datteri… Il costo è nettamente inferiore al nostro e la qualità alta.

L’Ayran è una bevanda fresca o confezionata che bevono un po’ tutti a ogni ora. Al sapore risulta essere identica al siero della mozzarella di bufala, quindi leggermente salato. Da riprovare.

La salsa allo yogurt ha la versione con il coriandolo al posto della menta. Devo dire che ha un suo perché. Il coriandolo è maneggiato con cautela. Mi piace. La salsina allo yogurt viene servita anche con il fritto. Da riproporre anche a casa.

Gnam.

Impressioni turche

Impressioni turche – Foto di Silvia Balcarini

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Non ho mai visto in nessun altro paese tanti gatti e tanti cani randagi vivere in armonia con l’uomo. È quotidiana la situazione in cui stai mangiando qualcosa e si avvicina un quadrupede. Niente paura. Primo sono molto educati (almeno rispetto ai miei) non ti chiamano in continuazione, non disturbano, non rubano il cibo. E la cosa più bella che sono tutti amichevoli. Non ho mai visto un cane abbaiare o venirti incontro senza scodinzolare.

Credo sia usanza comune gettare gli avanzi del cibo ai pelosi.

Ho visto con i miei occhi, più volte, persone che passando accarezzano velocemente un cane e riprendono a camminare. Ma come sarà bello! Animali non umanizzati e persone umane.

È impressionante quanto il loro aspetto assomigli al nostro… o viceversa. Forse perché la nostra sede distaccata era ad Istanbul?

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Ma come si fa a dormire con l’asciugamano!

Il letto ha solamente il lenzuolo coprimaterasso mentre quello che andrebbe sopra è piegato in quattro (come fosse un asciugamano) non rincalzato e assomiglia ai teli di cotone a nido d’ape che una volta venivano utilizzati al posto della spugna da bagno. Mah.

Turchia: lenzuoli ed asciugamani. Trova le differenze

Turchia: lenzuoli ed asciugamani. Trova le differenze – Foto di Silvia Balcarini

Ogni bagno all’occidentale (con il WC e non con la Turca) è dotato di un piccolo rubinetto (che si manipola al lato) da cui fuoriesce l’acqua all’altezza del didietro. Insomma una variante del bidet. Quindi Turchia-Francia: 1-0.

La Turchia è ancora nella situazione per cui non ci sono cartelli con su scritto: nelle buche si può cadere, sulle pietre si può scivolare. Ne provo invidia. È continuativa e sconfortante la constatazione per cui dove arriva il turismo di massa, con i parcheggi pieni di pullman gran turismo, ci sia la distruzione del rapporto umano dell’ospitante con l’ospitato. Come fosse una catena in franchising.

Città di Selçuk (Efeso): quasi la totalità dei turisti è coreana, giapponese, insomma con gli occhi a mandorla. Chissà perché…

Non si vedono mendicanti. Non so perché. Il substrato sociale sembra omogeneo, l’economia in crescita un po’ dappertutto. E forse un’immigrazione irrilevante. Quel che è certo, senza nascondersi dietro un dito, che è piacevole.

Nei centri commerciali hanno alcuni parcheggi colorati di rosa, riservati alle donne, sono più larghi… Un po’ sessista ma sinceramente comodi.

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Ci sono le zanzare tigri.

Ho mangiato un piatto che si chiama “l’Imam è svenuto” a base di melanzana fritta con pomodoro e cipolla.

I Baklava non sono tutti uguali. Alcuni non sanno proprio di niente. Altri sono un boccone di frutta secca e miele. Ma che miele utilizzano? Io lo detesto il miele ma questo se pur gustoso non è spesso, pungente e dannatamente dolce. Forse viene miscelato ad altro? Perché è più liquido e meno appiccicoso. Solo una volta ho trovato scritto in inglese miele di pino. Sarà per questo?

Ragazze con il velo che abbracciano amici, donne con la minigonna, signore che indossano vestiti tradizionalmente musulmani di colore nero o rosa confetto con tacchi vertiginosi. Nonni che baciano i nipoti, giovani che si amano. La laicità di questo paese è disarmante, specie in considerazione del fatto che è una nazione di religione islamica.

Sono sincera, il mio occhio si sofferma spesso a osservarli.

Io provengo da una società meno laica della loro. Spero di diventare così e spero che loro continuino a insegnarcelo.

I turchi sono generalmente persone cordiali, nel vero senso della parola. Mai avuto la percezione di essere in pericolo, il pensiero di doversi proteggere o di dover evitare di fare qualcosa: passeggiare in una traversa, lasciare i bagagli in macchina, posteggiare al buio.

L’impressione di essere al sicuro ha provocato una confidenza con il luogo pari a quella che ho a casa mia. È la prima volta che mi capita con questa intensità.

Non che me ne intenda più di tanto ma ho notato che i richiami alla preghiera dei Muezzin sono diversi, in tonalità, parole e ritmo. Giuro di averne sentita una versione un po’ rock.

Articolo di
Silvia Balcarini