Biblioteca di Celso, Efeso

Biblioteca di Celso, Efeso – Foto di Silvia Balcarini

Selçuk mi è piaciuta subito.

Tenuta bene, turistica ma non invadente, tranquilla e animata al tempo stesso. Il mio ostello era giusto al confine con la zona pedonale che comprende letteralmente due strade, in una di esse una fontana e una porzione di acquedotto romano.

Ristorantini, negozi, pub un equilibrio perfetto anche nell’illuminazione notturna.

Nonostante questa città ospiti attrazioni turistiche di grande rilievo, Efeso tra tutte ovviamente ma anche la casa della Vergine Maria, non appare mai, gironzolando in auto e a piedi, una città masticata dal turismo di massa. Non so darti spiegazioni a riguardo come non so dirti il perché sia amata così tanto dagli orientali. Prenota tre notti, ti dico perché.
Arrivando in serata ho dedicato il giorno successivo a tre visite: la basilica e la moschea al mattino, Efeso al pomeriggio.

Se come me alloggi in prossimità della zona pedonale puoi raggiungere le prime due a piedi, sono proprio dall’altra parte della strada.

In cima alla collinetta troverai la Basilica di San Giovanni e la fortezza di Ayasuluk.

Basilica di San Giovanni, Turchia

Basilica di San Giovanni, Turchia – Foto di Silvia Balcarini

Si entra nella basilica da una enorme porta facente parte di una fortezza; l’interno ospita i resti, per la maggior parte orizzontali, di una imponente chiesa, la passeggiata tuttavia non ne risente, anzi. Senza vergogna riporto l’aggettivo “poetico” menzionato dalla mia guida perché risulta esattamente così. Dall’interno si ha poi la vista della fortezza posta ancora più in alto e quella, dalla terrazza, della moschea, posta invece alla base della collinetta, più in basso.

Dall’uscita prosegui a destra, la strada in discesa conduce alla Moschea Isa Bay. Dal cortile interno, oasi di pace, è piacevole sedersi ammirando i dettagli corinzi, i minareti, le stele, le finestre lavorate.

Selçuk Moschea Isa Bay

Selçuk Moschea Isa Bay – Foto di Silvia Balcarini

Uscendo ti consiglio di proseguire sulla strada a destra, più avanti troverai i resti abbandonati delle terme e la strada ben tenuta e decorata da nuove statue che conduce al tempio di Artemision (che non ho visitato). Tornando indietro gira a destra e addentrati nelle stradine, ti aspettano alloggi restaurati, fioriti e ben tenuti.

Piccoli hotel, B&B, ristoranti: verrebbe voglia di entrare per vederli tutti.

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Per raggiungere Efeso invece serve un mezzo, è a circa 3km di distanza. Eccoci qua in questo vastissimo sito archeologico, io lo definirei la Pompei turca (brutte queste definizioni/paragoni). Ha due entrate, quella a nord e quella ad est. Quest’ultima è considerata l’entrata dei gruppi, è per questo che sono entrata dall’altra. Ho preso l’audioguida ma sono dispiaciuta di non aver pensato anche alla possibilità di una guida turistica locale. A onor del vero, le persone normali dovrebbero prendersi tutta la giornata a disposizione, portandosi dietro il pranzo (all’interno non vi è nessun ristoro) perché data la superficie sarai messo a dura prova da un punto di vista fisico e mentale, e se ti trovi qui d’estate, anche climatico. Io però non appartengo alla categoria. Entrando alle 13.30 sono uscita a chiusura, felice ma in ginocchio. Considera minimo 4 ore.

Favoloso, maestoso, gli aggettivi si possono mettere in fila. Non tutto però è meritevole, lo stadio, il ginnasio, l’odeon ad esempio puoi tranquillamente tralasciarli (così risparmi i piedi) e goderteli al meglio in altri siti archeologici.

Quello che più mi ha impressionata?

Sicuramente la via Arcadiana larga 11 metri e lunga 500 che collegava il mare (adesso molto più distante) al teatro. Quest’ultimo è considerato il teatro antico più grande del mondo, a me non ha entusiasmato molto, il restauro è bruttino. La via di Marmo invece è degna di una città importante così come lo spazio che una volta ospitava l’Agorà.

Teatro e via Arcadiana, Efeso

Teatro e via Arcadiana, Efeso – Foto di Silvia Balcarini

Il diamante è sicuramente la biblioteca di Celso (foto all’inizio), non ti stancherai di guardarla, fotografarla, è straordinaria da ogni lato, i dettagli si sprecano.

Nota polemica: i tedeschi l’hanno restaurata, quindi i pannelli esplicativi sono in turco e tedesco.

Continuando sulla via dei Cureti si possono ben riconoscere le grandi latrine e l’altro gioiello del sito, il tempio di Adriano (in successione dalla parte sinistra).

Le terme di Scolastica invece impressionano per la loro dimensione ma non sono di facile riconoscibilità. Non dimenticare di entrare nell’edificio a destra, moderno (non si amalgama esteticamente bene con il resto, lasciamelo dire).

Esso raccoglie “Dimore e terrazzi”. Dovrai pagare un altro biglietto ma la visita è stratosferica!!! Un gioiello nel gioiello. All’interno non devi immaginarti nulla, passeggi all’interno di sei dimore eleganti, sontuose, riccamente decorate: marmi, disegni, mosaici, decori c’è veramente di che meravigliarsi, ancora e ancora. Sembra di passeggiare tra le scenografie di un kolossal in costume. Peccato che non diano le vesti all’entrata.

Dimore e terrazzi, Efeso

Dimore e terrazzi, Efeso – Foto di Silvia Balcarini

Nota polemica n.2: che di tutto questo genio non ne sia rimasto niente nei nostri geni? A destra non passa inosservata la porta di Ercole le due statue che sorreggono le colonne delimitavano la zona pedonale della città, ancora avanti, l’altorilievo della Nike.

Più in su non ti consiglio di andare, c’è ancora un po’ da camminare e nulla da vedere che valga la pena di esser visto da vicino. Risparmia i piedi.

Il primo giorno a Selçuk è terminato. La seconda notte è arrivata. Ma il da farsi non è finito.

Articolo di
Silvia Balcarini