Il sito di Myra in Turchia

Il sito di Myra in Turchia – Foto di Silvia Balcarini

Avevo letto che la cittadina di Demre era brutta ma non pensavo che lo fosse così tanto e soprattutto che fosse già così prostrata al turismo “grandi pullman firmati matrioska”. La cittadina si vanta di offrire una necropoli licia, Myra (o Kale) e l’importante Basilica di San Nicola.
Entrambi i siti sono come sempre, nella mia esperienza turca, ben segnalati da cartelli.

La necropoli rimane sulla strada e ha a disposizione il parcheggio gratis e numerosi spazi lungo la strada dove lasciare l’auto tranquillamente. Te lo dico perché è facile trovare qualche ragazzo/signore che si mette davanti la tua vettura per dirti di non proseguire oltre e parcheggiare gratuitamente nel suo spazio. Niente di più falso, dovrai dargli una mancia oppure verrai indirizzato verso il suo negozio.

La necropoli assomiglia visivamente a quella di Dalyan, e come in quel caso le tombe non sono accessibili all’interno, ma numericamente maggiori. Il sito nel complesso generale si vede bene dalla strada e si continua a vedere bene anche dalla zona biglietteria tanto che ho deciso di non entrare. La biglietteria è in fondo al mercatino.

Particolare di una tomba Licia, Myra

Particolare di una tomba Licia, Myra – Foto di Silvia Balcarini

Ho trovato più interessante quest’ultimo, ma in senso dispregiativo. All’inizio non capivo, tantissime icone, figure cattoliche, chincaglierie di brutta fattura e dai prezzi assurdi. Palline e decorazioni natalizie. I prezzi? In rubli. Vendite urlanti e dalle grandi quantità a schiere di persone che avanti e indietro percorrevano il corridoio centrale.

Proseguo per la basilica. Famosa per essere dedicata a San Nicola, che nato a Patara e diventato arcivescovo si occupò sempre dei poveri, arrivando a regalare monete d’oro all’interno di un sacco e facendole calare giù dal camino. Insomma Babbo Natale!

La basilica è datata V secolo ma in definitiva è stata ricostruita e ristrutturata nel tempo fino all’ultimo restauro firmato Romanoff. Questo dovrebbe giustificare l’arrivo quasi totale di turisti russi e le insegne dei negozi scritte in cirillico. Assurdo.

Anche qui il complesso intorno alla basilica e al parcheggio pullman è occupato da negozi kitsch, icone dipinte, foto di San Nicola e gli onnipresenti decori cino-natalizi, oggettivamente brutti e cari. Prezzi in dollari americani o rubli. Niente al di sotto dei 5-10 dollari.

Insegne russe a Demre, Turchia

Insegne russe a Demre, Turchia – Foto di Silvia Balcarini

Ci ho pensato e ripensato. Ho atteso un attimo prima di emettere il mio verdetto. Perché se si arriva in un luogo lo si fa perché quel luogo lo si vuol visitare anche in virtù del fatto che non si sa se ci ritorneremo mai. È per questo che ho preso una mezz’ora per decidere, sono stata lì a guardare il passaggio, le facce delle persone che entravano, quelle in fila per il biglietto, e naturalmente la basilica che emergeva dal giardino antistante.

Non sono entrata. Forse sto diventando intollerante o forse sto invecchiando. O entrambe le cose.

Ho proseguito a piedi lungo le strade brutte di Demre. Ho trovato un ristoro intimo, familiare. Moglie e marito mi hanno rifocillata con una Lahmacun (una pizza turca un po’ speziata), un pide kebab e tanta disponibilità.
Per la prima volta ho preferito godermi quello che chiamiamo il viaggio: la strada non mi ha delusa.

Ho preferito il viaggio alla basilica

Ho preferito il viaggio alla basilica – Foto di Silvia Balcarini

Articolo di
Silvia Balcarini