Giro in carrozza a Central Park

Giro in carrozza a Central Park – Foto di Silvia Balcarini

Ok Times Square, Central Park e Little Italy, ma poi?

Chi va in viaggio a New York o chi ci torna per una seconda o terza volta vede sempre e solamente le stesse cose! Alla fine l’equazione che viene in mente è NYC = shopping, locali, strade. Un peccato!

Il tempo a disposizione sicuramente fa da padrone ma non è tutto dovuto allo scorrere dei minuti. Basta saper dove andare, cosa ci piace e lo spirito dell’esploratore vien fuori anche in questa città, dopo tutto siamo sempre in una giungla, quella metropolitana! Non voglio farti né da guida turistica, né darti l’illusione che pochi giorni bastino ad andar ovunque, ma metterti davanti una serie di portate in modo che il loro odore ti invogli all’assaggio. Non pensare che l’elenco abbia chissà quale logica.

Uno dei miei quartieri preferiti è Harlem, la musica, il cibo, i prezzi; lo adoro.

Molte delle strade ospitano edifici di gran pregio. Fai un salto alla Columbia University semplicemente perché è bella. Il viale, i possenti edifici, il via vai degli studenti. Passeggia qua e là, vedi dove ti è permesso entrare, ammira anche solamente gli androni elegantemente ornati, le zone più moderne, la chiesa, c’è l’ospedale, osserva le finestre, ti mostreranno la vita di una delle università americane di cui abbiamo sempre sentito parlare. Ecco perché nei telefilm c’è sempre qualcuno che accompagna il nuovo studente, lo spazio è enorme e disseminato di stradine, percorsi, scale, difficile orientarsi all’inizio. Puoi riservarti il giro anche alla fine della tua giornata, sederti su una panchina ed osservare solamente il passaggio.

Sempre in zona raggiungi the Saint John the Divine Cathedral, a parer mio la chiesa più bella di Manhattan, sontuosa e maestosa svetta tra le costruzioni basse ad incutere autorevolezza.

Nella zona sud est di Central Park, di fronte all’hotel Plaza, concediti un giro in carrozzella, i prezzi sono fissi (+ la mancia), si parte da un minimo di 20 minuti ai quali si possono aggiungerne altri, di 10 minuti in 10 minuti. L’esperienza è piacevole e di ristoro per le gambe. Il giro breve permette di percorrere un piccolo francobollo del parco disseminato però di sfondi utilizzati in diversi film che conosciamo.

Public Library

Public Library – Foto di Silvia Balcarini

Entra nella Public Library, sali le scale, gira per i grandi corridoi passando in rassegna le stanze biblioteca; non dimenticare che dietro c’è il Bryant Park, la cartolina di un grazioso parco con i grattacieli sullo sfondo.

Bryant Park

Bryant Park – Foto di Silvia Balcarini

Non tralasciare Union Square, la adorerai di giorno e di notte. Questa piazza racchiude una bella spremuta di New York. Merita tornarci più volte, puoi trovarci il mercato ortofrutticolo, gli skaters, gli artisti di strada, non si sa mai cosa possa succedere in questa piazza circondata sempre di più da ristoranti di tendenza.

Grand Central. Si lo so è banale menzionarla. Ma non fermarti solamente nella hall centrale (anche tu in attesa dell’arrivo della giraffa, il leone e i pinguini?). Sali le scale, entra nel mercato, scendi al piano ristorazione, fai un giro per le gallerie dei negozi, ai binari. È nobile tutta.

Grand Central Station, particolare

Grand Central Station, particolare – Foto di Silvia Balcarini

La prima volta che si visita una città sembra un controsenso rinchiudersi per ore in un museo. Oltretutto chi ti scrive non è per così dire un’estimatrice, un’intenditrice di pinacoteche o raccolte di qualsiasi genere.

Non posso però non presentarti questa opportunità. Il MOMA è in assoluto il museo più visitato della città, sicuramente la sua posizione sulla quinta strada lo rende ancor più attraente. C’è sempre la fila fuori, sempre. Una valida alternativa è quella di acquistare il Citypass, che ti permette di saltare la prima fila e di andare a quella per il guardaroba. È vero, la prima impressione è quella di dire “Ma dove mi sono cacciato!” tanta è la folla fuori e dentro il museo. Posso assicurarti però, complice la diligenza degli americani, che tutto scorre in maniera sistematica, fluida e direi veloce.

Ti ricordo che all’interno la temperatura è alta, vestiti leggero, tieniti libera una tasca oppure una piccola borsetta per il passaporto, portafoglio, telefono e l’acqua. Gli zaini invece, si devono lasciare al guardaroba.

All’interno ci sono le scale mobili, i piani da visitare sono 4, presenti un caffè e un ristorante simil-italiano che ti consiglio: ottimo rapporto qualità prezzo, grandiosa organizzazione nella brulicante mangiatoia. Ad ogni piano c’è il punto informativo e soprattutto quello per l’audioguida, indispensabile. Scordati di quelle vecchie munite solo di tasti (te li ricordi i tasti?), tutto è “touch”, puoi scegliere di vedere le opere di un solo artista, ascoltarne la vita, oppure scegliere l’opzione cronologica ecc…

C’è perfino la descrizione per i bambini, numerosi con le cuffie sulle orecchie si aggirano qua e là, tutti stranieri però.

Un solo consiglio: effettua il giro dall’alto verso il basso, parti quindi dal quarto piano, la zona dedicata agli impressionisti. Gli ultimi due piani infatti ospitano l’arte moderna. Quando la stanchezza si fa sentire la vista dei certe bizzarrie ti fa dimenticare il dolore ai piedi e alla schiena! Ascolta le esilaranti spiegazioni delle sedie rotte, dei sacchetti dei croccantini per gatti, dei lavandini senza fontana.

Tutto è arte? Per me no. Vicino a installazioni, dipinti, fotografie e perfino invenzioni sorprendenti trovano sempre più spesso “cose indefinite” e definibili solo come goliardico intrattenimento. Le battute e le risatine si sprecano, la voglia di condividerle è tanta, peccato che gli artisti contemporanei non siano così ironici: solo in quest’aerea non si può fotografare.

In tutto considera 6 ore, tra file, visita e pranzo.

Articolo di
Silvia Balcarini