Ragazze in kimono

Ragazze in kimono – Foto di Cristiano Guidetti

Prima di partire per un viaggio in un paese che conosci appena e di cui hai letto ancora meno, gli unici pensieri che puoi avere sono gli stereotipi che arrivano dalle televisione e dal cinema.

Durante il mio #GiapponeExpress con gli splendidi nomadi moderni di ViaggioGiovani.it, grazie anche a Stefano, preparatissimo coordinatore del tour, ho avuto modo di sfatare alcuni miti o confermarne altri ma soprattutto ho collezionato una serie di esperienze che mi hanno fatto dire:

Ma… ecco questo non lo immaginavo!” ovvero l’arte di stupirsi, SEMPRE, quella piccola ma importante caratteristica a cui si viene educati dal viaggiare senza preconcetti.

Ecco 10 cose che non immaginavo del Giappone:

Le religioni che convivono: Scintoismo e Buddismo

Va bene, mi dirai che non sono del tutto religioni ma piuttosto filosofie ma il punto rimane. Viviamo in un mondo in cui ci si ammazza per le religioni e vedere un tempio scintoista, che venera il “kami” (lo spirito naturale, la divinità) del luogo con all’interno una statua del Buddha mi regala un senso di “integrazione” e tolleranza.
Quando arrivò il buddismo in Giappone, nel VI secolo, le due credenze non furono messe in contrapposizione ma anzi, una servì a rafforzare l’altra e addirittura una corrente di pensiero vede i kami come incarnazione del Buddha.

Le stradine in mezzo alla confusione

Le ho già menzionate come una delle 7 cose da vedere assolutamente a Kyoto ma in realtà queste “stradine” le trovi in ogni città, anche nella tentacolare Tokyo.
Un esempio? La passeggiata ShikiNo Michi a Shinjuku, imboccando una laterale nella grande arteria Yasukuni Dori.
Hai presente Shinjuku? Mega stazione, hotel, negozi, bar, ristoranti, luci al neon, sale giochi, tutto quello che hai visto alla televisione su Tokyo. Ecco, questa è Shinjuku… ma imbocchi questa piccola stradina a 2 passi dalla confusione e sei in un’altra dimensione: da una parte un percorso contornato dal verde, dall’altra piccoli e piccolissimi localini in cui se si entra in 3 si è già stretti. Il tutto fuori dalla confusione che regna esattamente a meno di 20 metri.
Ma è solo un esempio, ti invito a scoprirle, in ogni città ne trovi decine, forse centinaia.

La confusione di Tokyo

Shibuya, l’incrocio “trafficato”

Shibuya, l’incrocio “trafficato” – Foto di Cristiano Guidetti

La immaginavo, ma non a questi livelli. Se puoi sfuggirle grazie alle stradine di cui parlavo prima, ma anche grazie ai parchi della città, Tokyo è quello che abbiamo visto tutti in televisione. È tentacolare. È alienante.
Ho vissuto a Londra, amo alla follia New York ma la quantità di esseri umani durante tutta la giornata che ho visto a Tokyo non l’avevo mai vista. Lo ammetto senza problemi: non riuscirei a vivere in una città del genere.
La confusione nelle stazioni è CONFUSIONE, se non stai attento viene travolto dall’umanità. Ma alcuni quartieri non sono da meno. Shibuya su tutti, iper turistico e fotografato se ti fermi 1 ora ad “ammirare” il passaggio avrai visto decina di migliaia di persone in 60 minuti: una follia.

Quanto mi piacesse il Ramen

Il ramen più buono del mondo

Il ramen più buono del mondo – Foto di Cristiano Guidetti

Lo avevo assaggiato in Italia e mi aveva lasciato indifferente, un piatto senza infamia e senza lode, ma come sempre il piatto va mangiato nel luogo in cui è tipico. Partiamo dal presupposto che ogni zona del Giappone, se non ogni villaggio, ha la sua variante di ramen. Ma di base questo brodo con le tagliatelle e l’aggiunta di carne o pesce, verdure, uova e/o molto altro mi ha conquistato.

Il numero 1? A Tokyo Shinjuku, in una laterale Yasukuni Dori, all’altezza dell’hotel Citadines Shinjuku Tokyo potete prendere come riferimento il Seven Eleven (supermercato) che fa angolo. Quella è la piccola via da cui dovete scendere e il ristorante è minuscolo ed è il primo che trovate sulla destra. Se volete altre informazioni potete chiedere al proprietario, il mago del ramen!, in inglese attraverso il suo account twitter.

Si mangia bene quasi ovunque se eviti grandi catene occidentali

Difficilmente mangerai male, anche entrando in luoghi più turistici. L’importante è cercare piatti del luogo e non voler a tutti i costi mangiare cibo occidentale. Esempio: se ti ostini a mangiare un hamburger a Tokyo in qualche catena famosa magari ti tocca mangiare qualcosa di ancora meno buono di quello che potresti mangiare in Italia.
Quindi sì alle catene di ristoranti giapponesi:
– quelle che fanno ramen
– quelle che fanno sushi
– quelle che spaghetti in ogni modo e salsa
non mangerai come nella Izakaya (osteria giapponese se vogliamo fare il paragone) di quartiere ma sicuramente non è roba industriale e pre-confezionata.

Quanto è bello prendere un treno e uscire dalle grandi città

Enoshima

Enoshima – Foto di Cristiano Guidetti

Se è vero che puoi trovare angoli di pace anche nelle grandi metropoli, ancora più bello è prendere un treno e raggiungere i piccoli paesi che stanno a ridosso. In circa 1 ora di treno da Tokyo ad esempio si può arrivare a Enoshima, località di mare e con una piccola isola collegata alla terraferma ricca di templi e scorci da fotografare.
In realtà a Enoshima si va anche perché è considerata da tutti uno dei luoghi da cui si ha una delle più belle viste sul Monte Fuji. Sempre se non fai come il sottoscritto, che visita la zona in una giornata di foschia completa e non vede nemmeno la sagoma! 🙂
Ma non mi sono pentito, tutto il viaggio in treno merita, attraversi prima le campagne nei dintorni di Tokyo, poi inizi a incrociare piccoli paesi e non capisci come pochi minuti prima potevi essere in mezzo alla confusione.

L’ossessione per tutto ciò che è gioco

Le sale giochi le abbiamo anche noi (anche se ne trovi sempre meno), ma qui è una passione che raccoglie anche gli adulti. Può essere un’esperienza di viaggio entrare in qualcuna di esse e assistere alla performance di ballo eseguita da qualche impiegato uscito dal lavoro. Soprattutto i giochi in cui ci si deve muovere parecchio (stile wii per intenderci) vanno per la maggiore tra gli adulti. E insomma… mi ha colpito questa cultura estrema per i videogiochi anche in fascia di età avanzata.

La bellezza e l’eleganza delle donne in kimono

Piccola premessa: con indosso uno yukata (il kimono estivo e/o da casa) stanno bene tutti. Stavo bene pure io… ed è tutto dire 😀 però le donne che per una giornata indossano il kimono all’esterno, per visitare i templi o anche solo per passeggiare sono meravigliose. Quel passo stretto e veloce, quell’armonia che hanno equivale a incastrare qualcosa di antico e bellissimo in un contesto moderno e alienante. Sono solo da ammirare in tutta la loro bellezza.

La pace dei templi

Non pensare di essere solo, i templi e santuari più importanti sono presi d’assalto in ogni stagione ma quello che mai avrei pensato è il fatto di trovare comunque “la pace” in qualche angolo o in qualche scorcio. Ci sono centinaia di persone e nonostante questo in quei luoghi ti puoi lasciare andare alla tranquillità. Non so come fanno ma così è. Anzi… credo di saperlo: mancano gli schiamazzi e le grida, esiste una sorta di educazione inconscia nel momento in cui entri in un tempio. E no… non è come entrare in una delle famose chiese europee, qui siamo nella natura, quasi sempre all’aperto e la cosa cambia parecchio.

Quanto è bello viaggiare con un piccolo gruppo più appassionato di te

Il gruppo di nomadi moderni di #GiapponeExpress

Il gruppo di nomadi moderni di #GiapponeExpress – Foto di Cristiano Guidetti

Sì, lo ammetto. Viaggiare in gruppo… o almeno con questo gruppo mi ha sorpreso. Perché io ero lì per lavoro e loro erano i veri appassionati di Giappone, quelli che hanno desiderato per anni la meta e finalmente la stavano vivendo. Un gruppo eterogeneo quello di ViaggiGiovani.it, di tutte le età ma uniti dalla passione e dalla voglia di condividere. E credimi: NON è automatico sia così.

Un saluto,
Cristiano