La notte prima di un viaggio

La notte prima di un viaggio

Tutto scorre…

E alla fine arriva lei: la notte prima del viaggio. Senti il pathos, sei come un atleta sulla striscia di partenza, pronto a posizionarti, concentrarti e…

Si fa presto a dire via. La meta è la stessa per tutti perché stavolta non si tratta del luogo in cui andremo, prima c’è da raggiungere un altro obiettivo: preparare tutto il necessario per partire.

L’occorrente va oltre la semplice idea della valigia, necessari sono piuttosto tutti quegli strumenti fuori dal bagaglio, non solo i più costosi ma gli indispensabili per vivere a pieno ogni dettaglio. È così che il bagaglio a mano diventa il tuo personale scrigno dei tesori, la cassaforte dei tuoi beni da salvaguardare.

Non importa se hai già sparso tutto sul letto, sul tavolo e in bagno o se addirittura hai già incastrato tutto dentro la sacca, alla fine matematicamente ti ritrovi a tirar tardi e a dirti “Eppure avevo preparato tutto!

È di una regola che stiamo parlando: “Cambiando l’ordine degli addendi il risultato non cambia”. Ovvero: comunque tu sia organizzato andrai a letto tardi e dovrai svegliarti presto, nel cuore della notte. Hai fatto caso che ogni volta si ripete la stessa liturgia? Sembra tutto pronto, i passaggi sono stati spuntati, ma alla fine questa notte diventa sempre la più lunga dell’anno.

Di chi è la colpa? Tua è evidente!

Proprio una brillante idea quella di smontare la reflex per pulirla dignitosamente. Perché ti fai venire quell’idea brillante, quella che dovrebbe terminare in un minuto e che invece si rivela lunga come una processione?

O la caccia al tesoro del maledetto lucchetto che sai dove lo tieni, è sempre stato lì, lo potresti testimoniare sotto giuramento in tribunale, ma all’atto pratico non c’è e non sai dove possa essere andato a finire. Ecco perché sei seduto in terra con in braccio il cassetto nella speranza che nasconda un doppio fondo.

Sai che è pericoloso ma la vocina nella testa di dice “Fallo, fallo. Sono solo due minuti”: la sostituzione. Se decidi di cambiare qualcosa all’interno della valigia niente sarà più come prima. Per una maledizione divina le ciabatte saranno più lunghe, il beauty più ampio e le maglie si rifiuteranno di alloggiare vicino ai calzini, ma è soprattutto il peso che aumenterà a dismisura fuori da ogni spiegazione logico-fisica.

E Tu ne eri a conoscenza.

A quel punto tutto è in movimento e se decidi di mettere di mezzo anche lo zainetto puoi scrivere la parola fine alla tua dormita. Eppure oramai sei uno allenato, ti senti preparato; poi ti viene in mente di caricare l’auto prima di andare a dormire, così ci anticipiamo, ma intanto le lancette scorrono.

E non vuoi mettere di mezzo anche la sveglia? Ecco che la tua mano cerca nel cassetto, come la mano che “ravana” nella scelta del numero fortunato, quell’oggetto che proviene da passato e che suona sempre allo stesso modo!

Le faccende da sbrigare dell’ultimo minuto non sono in lizza; gas, spazzatura, persiane, oramai occupano realmente poco tempo, piuttosto è quell’impeto di voler lasciare tutto in ordine che non te lo spieghi, e poi perché non ti assale tutto il resto dell’anno? Ti ritrovi a pulire casa come se dovesse passare una verifica, a correre avanti e indietro sfidando il tempo che passa.

E tu collega non ti sei ancora depilata o “pittata” mani e piedi solo perché così dura di più.

E non dirmi che anche tu non hai perso tempo al telefono salutando un collega, o su facebook facendo sapere che sei in partenza, oppure sei andato a cena dai tuoi, godendoti la serata in tutta calma, tanto alla domanda: “Preparato tutto?” Hai riposto “Sì, mi manca solo qualche piccolezza”. Ignaro che quelle parole ti si sarebbero ritorte contro.

Impossibile non controllare documenti e affini prima di coricarsi. Alla fine sei disteso, hai finito, con la mente ripassi, tutto a posto puoi dormire. Un’altra manciata di minuti è passata e tu stai sempre guardando il soffitto.

È inequivocabile: questa è la lunga notte prima di partire.

Articolo di
Silvia Balcarini