Milano, al Palazzo Reale, ospita fino al 29 marzo la mostra “Magritte, Il mistero della natura.”

Info:199.199.111;
orario lun.14.30-19.30;
martedì-domenica 9.30-19.30;
giovedì fino alle 22.30;
ingresso 9 euro

Considerato il maggior esponente del surrealismo belga Renè Magritte è di certo uno dei più originali esponenti europei dell’intero movimento.

Chi ti scrive non ha studi artistici alle spalle, e nella sua definizione di bello non tiene conto del nome di un artista o della sua popolarità, ma solo di ciò che la colpisce;
forse proprio come te, che ti sarai trovato davanti ad un Picasso ad esclamare: “Tutto qui?”
E allora ti do un piccolo consiglio: ti invito ad andare sul sito ufficiale

=> Mostra Magritte

dove alla sezione “Mostra” potrai trovare la sua biografia e farti un’idea su questo artista belga.

Ti faccio questa premessa perché nel dare un’occhiata alle sue opere si rimane a primo acchito impressionati dalle sue visioni apparentemente fuori dalla realtà.

Le sue opere sono di certo un colpo agli occhi, una “violenza sensoriale” e rappresentano spesso lo specchio dei suoi fantasmi legati ad episodi della sua infanzia, primo fra tutti il suicidio della madre, gettatasi nelle acque del fiume Sambre e il  cui corpo fu rinvenuto con la camicia da notte avvolta a coprirle il volto lasciandole il corpo nudo.

Il ricordo della camicia da notte che copre il volto, ritorna come un leit motiv in moltissimi lavori di Magritte, su tutti:

L’historie centrale e i volti de “Gli Amanti” del 1928.

La mostra si muove ripercorrendo i primi e quasi sconosciuti dipinti futuristi, passando attraverso l’esperienza surrealista influenzata da De Chirico e il suo quadro metafisico “Canto d’amore” che influenzò il percorso artistico del giovane Magritte convertendolo al surrealismo.

Non mancano i lavori più oscuri del periodo delle due guerre fino ai dipinti più famosi realizzati negli anni cinquanta.

Alla mostra saranno esposti un centinaio di dipinti provenienti dai Musèes Royaux des Beaux Arts de Belgique, dalla Fondation Magritte e da numerosi collezionisti privati:
tra le opere più celebri “Souvenir de voyage” (la mela verde mascherata per il Carnevale) e “Heureux donateur” che racchiude, dentro l’immagine di un uomo con la bombetta, i motivi ricorrenti della sua visione della natura.

Non poteva mancare “L’empire des lumierès” dipinto che spiazza per quella combinazione che racchiude un luogo notturno sotto un cielo chiaro da giorno, e che sorprende ancora di più del titolo puoi leggere:

“Nell’Impero delle luci ho rappresentato due idee diverse, vale a dire un paesaggio notturno e un cielo come lo vediamo di giorno.
Il paesaggio fa pensare alla notte e il cielo al giorno.
Trovo che questa contemporaneità di giorno e di notte abbia la forza di sorprendere e di incantare.
Chiamo questa forza poesia”.

E’ con queste parole che René Magritte rivela l’intima essenza di uno dei suoi più grandi capolavori.

Se provi a guardarlo con i suoi occhi, come non dargli ragione?

Articolo di
Bianca Ferracani