Settimana Santa Sardegna – Foto di mark78_xp

La Settimana Santa, Sa Chida Santa, in Sardegna è un’esperienza unica ed affascinante.

Le tradizioni di origini spagnole si fondono con antichissime usanze mistico-religiose locali (campidanesi, logudoresi e barbaricine) per dar vita a riti e processioni di grande forza evocativa.

Si tratta spesso di momenti vissuti dalla popolazione coralmente e che acquistano, anche per questo, grande forza espressiva unendola alla profonda spiritualità di tali riti.

La religiosità e la misticità del momento è vissuta attraverso i canti, le preghiere, ma anche gli abiti tradizionali, i preziosi oggetti sacri, gli splendidi ricami disegnati sui bellissimi e preziosi tessuti.

Nell’arco della Settimana Santa è possibile percorrere un itinerario spirituale denso di appuntamenti, dove un ruolo importante lo svolgono le Confraternite che curano il percorso pasquale con le sacre rappresentazioni, sfilando nei loro costumi, intonando canti religiosi in latino e sardo.

I paesi nei quali, dal 17 aprile al 24 aprile, rivivere queste tradizioni sono diversi, sparsi per tutta la Sardegna, anche se spesso concentrati nell’Oristanese.

Si tratta di Aidomaggiore, Aggius, Alghero, Bortigali, Bosa, Cagliari, Castelsardo, Cuglieri, Desulo, Galtellì, Iglesias, Oliena, Orosei, Santu Lussurgiu, Sarule e Sassari.

Barisardo, Bonacardo, Bonnannaro, Collinas, Domusnovas, Fonni, Ghilarza, Irgoli, Laconi, Lanusei, Milis, Narbolia, Nulvi, Nuoro, Onifai, Orgosolo, Oristano, Paulilatino, Pozzomaggiore, Riola Sardo, Samugheo, San Vero Milis, Scano di Montiferro, Seneghe, Terralba, Tonara, Villacidro, Villanova Monteleone e Zeddiani.

41 comuni coinvolti nel progetto denominato dalla Regione ‘Scintille di fede’.

Tuttavia ovunque nell’isola si tramandano da secoli i riti pasquali e ogni paese dell’isola vive la propria Settimana Santa.

Come detto prima spetta alle confraternite il privilegio di tramandare questi riti: le processioni dei Misteri Pasquali, i Sepolcri, i riti della crocefissione, S’Incravamentu, e della desposizione della croce, S’Iscravamentu, fino a quello che rappresenta forse il momento più toccante:

S’Incontru, l’incontro tra la Madonna e Gesù risorto.

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La Settimana Santa in Sardegna prende inizio con la Domenica delle Palme quando i rami di ulivo sono benedetti nel corso della Messa Solenne e il rosario viene scandito in limba, cioè nel dialetto sardo che, cantilenante, rievoca usanze e preghiere antiche.

Il lunedi e il martedi dopo le Palme sono i giorni in cui si riflette sui Misteri Pasquali, rievocando attraverso il calice, il flagello, la corona di spine e la croce i misteri dolorosi della sofferenza e della morte del Cristo.

Le processioni che si snodano per i paesi sono avvolte dal silenzio sul quale “irrompe” solo il canto del Miserere.

Con il Giovedi Santo ha inizio la tre giorni della Passione e Resurrezione del Signore, si istituisce il sacramento dell’Eucarestia cui seguirà l’allestimento dei Sepolcri.

Il Venerdi Santo, Chenapura Santa, è dedicato al mistero più grande: quello della croce con il Cristo che viene seguito in processione dalle Pie Donne, dalla Madonna addolorata, fino a S’Iscravamentu, la deposizione nel sepolcro.

La Domenica di Pasqua è il giorno de S’Incontru: la gente che accompagna le statue del Cristo e della Madonna si dispongono ai due lati del corteo, il parroco si dispone a metà strada, mentre i portatori delle statue compiono tre genuflessioni.

Il Cristo risorto si incontra con la madre e al grido di “Cristo è risorto” la gente si scambia gli auguri di una felice Pasqua.

Articolo di
Bianca Ferracani