Il complesso di Barumini visto dall’alto – Foto di Mat.Tauriello

Nuraghes sono probabilmente il simbolo più noto della Sardegna. .

Si tratta di torri in pietra di forma tronco conica risalenti al II millennio a.C. anche se la loro datazione è comunque incerta e le attuali date vanno attribuite solamente ai manufatti (di bronzo o di terracotta) trovati all’interno di ciascun edificio.

Ampiamente diffusi in tutto il territorio della Sardegna i nuraghi furono il centro della vita sociale degli antichi Sardi e diedero il nome alla loro civiltà, la civiltà nuragica, che svolse un ruolo importante nella diffusione della cultura micenea e in seguito fenicia, anche se alcune particolarità rimangono tuttora avvolte nel mistero.

Sulla loro funzione archeologi e storici non sono infatti concordi: queste costruzioni a metà strada tra l’edilizia civile e quella militare (destinata dunque al controllo e alla difesa del territorio) lasciano ancora oggi molti dubbi circa le tecniche di costruzione utilizzate.

Non è facile individuare la loro precisa funzione dal momento che esistono nuraghi costruiti in pianura, altri sulla sommità di colli, ma anche nei fianchi riparati e non panoramici dei monti.

Tra i tanti usi ipotizzati, c’è quello di fortezza, di parlamento, di edifici costruiti a scopo militare e ancora tanti studiosi gli attribuiscono una funzione votiva e religiosa: i molteplici compiti spiegano anche la localizzazione sparsa su tutto il territorio.

Unici nel loro genere, costituiscono i monumenti megalitici più grandi e meglio conservati che si possano trovare oggi in Europa e ne rimangono in piedi circa 7.000 sparsi su tutta l’isola, mediamente uno ogni 3 kmq.

Non è dunque difficile percorrere una strada statale o provinciale e notare questi “ammassi di pietre”, spesso perfettamente mimetizzati tra la macchia mediterranea e una piccola montagna.

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Per lungo tempo i resti di questi villaggi nuragichi sono rimasti ammassi di pietre spesso saccheggiati dagli abitanti del luogo per ricavarne materiale da costruzione, poi si cominciò a comprenderne l’importante storica, architettonica e simbolica, fino ad arrivare alla scoperta del complesso di Barumini tra il 1951 e il 1956.

Gli scavi portano alla luce un intero villaggio, fortemente articolato: generalmente i nuraghi si presentano con una torre solitaria a due piani a forma di tronco di cono, realizzati con pietre di notevoli dimensioni, disposte in cerchi concentrici che si stringono verso la sommità (tholos).

Il complesso di Barumini, chiamato Su Nuraxi, si caratterizza per l’imponente torre centrale, costruita a secco, con tre sale all’interno, ognuna disposta su un livello differente e unite da una scala a spirale.

Le quattro torri laterali  sono collegate da un muro di pietra, cui fu aggiunto, in un momento successivo, un recinto che circondava le case che erano sorte nel frattempo.

Tra queste una, piu’ spaziosa delle altre, era probabilmente il luogo in cui si discuteva circa la gestione sociale del villaggio.

Altri ambienti sono stati riconosciuti come laboratori, cucine e centri di lavorazione agricola, mentre un pozzo profondo oltre venti metri arriva fino ad una falda attiva ancora ai nostri giorni.

L’area archeologica di “Su Nuraxi” risale al XV secolo a.C., fu distrutto dai Cartaginesi nel corso del VII secolo a.C. ma rimase abitato fino al III secolo d. C.

Nel 1997 è stato riconosciuto dall’Unesco come Patrimonio Mondiale dell’Umanità per via della sua unicità.

E’ possibile visitare l’area archeologica tutti i giorni dell’anno, solo ed esclusivamente con accompagnatore per motivi di sicurezza (per informazioni 070/9368128 begin_of_the_skype_highlighting 070/9368128 end_of_the_skype_highlighti).

Il Comune di Barumini dista da Cagliari circa 60 km ed e’ raggiungibile imboccando la S.S.197 al km.40 della S.S.131 in direzione Cagliari-Oristano.

Entrati nell’abitato di Barumini, si svolta a sinistra al primo incrocio e imboccata la strada provinciale Barumini-Tuili l’area archeologica è visibile dopo circa 1 km sulla sinistra.

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Nel cuore del piccolo paese a pochi passi dalla Chiesa parrocchiale è possibile visitare il Polo Museale “Casa Zapata”, che ospita una preziosa collezione di reperti rinvenuti nell’area archeologica.

Una foto dall’alto del complesso rende l’idea della maestosità e della importanza che lo stesso ricopriva al tempo, tuttavia ti consiglio una visita alla mostra multimediale allestita nell’ex Convento dei Cappuccini a Barumini.

Qui, attraverso sportelli multimediali interattivi, postazioni audiovisive e pannelli cartacei, il nuraghe viene analizzato nelle sue singole parti lungo le varie fasi cronologiche, permettendo di capire appieno la sua unicità.

Articolo di
Bianca Ferracani