Screenshot del sito ufficiale

Screenshot del sito ufficiale

 

Era una notte buia e tempestosa…

E in effetti la serata in cui ho visitato il castello era proprio così, buia piovosa e fredda, ma questo ha reso la visita ancora più suggestiva dato che oltre ad ammirare le bellezze del luogo siamo stati anche avvolti da un alone di mistero.

Ma andiamo con ordine, prima voglio parlarti del Castello e poi ti incuriosirò con la leggenda.

Il Castello del Catajo sorge a Battaglia Terme in provincia di Padova, proprio ai piedi dei Colli Euganei, in una zona famosa per le tante località caratteristiche (Monselice, Arquà Petrarca, Este ecc) e per le sorgenti termali rinomate e curative oltre che rilassanti.

Non è difficile individuarlo percorrendo la strada statale per Padova perchè si trova proprio lungo il canale di Battaglia denominato Tajo, e dalla strada si nota la sua imponenza appena superato l’abitato di Battaglia Terme.

Il Castello, pur avendone tutte le fattezze non è una vera e propria fortezza con le funzioni difensive di cui erano dotati i Castelli fortificati, ma è una residenza costruita in maniera monumentale in modo da sembrare un castello ma senza averne le funzionalità.

E’ un enorme edificio di 350 stanze che fu costruito a partire dal XVI secolo da Pio Enea I Obizzi, appartenente a una importante famiglia padovana di origine borgognona, il quale decise che il palazzo dovesse essere adeguato alla gloria della famiglia.

L’edificio venne costruito in soli tre anni tra il 1570 e il 1573 (la parte alta si deve invece ad un’aggiunta del XIX secolo).
Fu ampliato dalla stessa famiglia nel ‘600 e ‘700 e venne in seguito trasformato in reggia ducale dalla famiglia Asburgo-Este in esilio da Modena e infine destinato residenza di villeggiatura imperiale degli Asburgo imperatori d’Austria.

Oggi il castello è di proprietà privata ma è aperto al pubblico per le visite.

Pare che il nome abbia sia un riferimento a “Cà Tajo” cioè “tenuta del taglio”, quando venne scavato il Canale di Battaglia che tagliò a metà molti appezzamenti agricoli.

Nel 1571 fu chiamato Giovanni Battista Zelotti (collaboratore di Paolo Veronese) ad affrescare i muri interni con le gesta della famiglia Obizzi, dipinti che avrebbero completato la decorazione del castello prevista inizialmente solo per i muri esterni.
Ora le decorazioni esterne non esistono più ma all’interno la magnificenza e la perfetta conservazione degli affreschi delle stanza merita la visita e il torcicollo che ne deriva per essere costretti a guardare in alto per tutto il tempo.

Al piano nobile, al quale si accede tramite una scala interna che si appoggia alla roccia viva (trachite) dei Colli, si entra in un enorme salone affrescato in fondo al quale spicca l’albero genealogico della famiglia Obizzi, dal capostipite fino a Pio Enea I costruttore del castello.

Alle pareti sono raffigurate varie battaglie, crociate a cui parteciparono i membri della famiglia e numerose allegorie ad arricchire i sovrapporta.
Oltre a questo salone ci sono altre cinque stanze visitabili tutte sontuosamente affrescate, e la cosa che colpisce veramente è quanto siano vividi e realistici i colori ancora oggi, se si pensa che questi affreschi non sono mai restaurati e il castello si trova in una zona decisamente molto umida (purtroppo lo so perchè abito a pochi km da lì).

Probabilmente le spesse pareti di muri esterni e l’esposizione favorevole dell’edificio hanno preservato e mantenuto in un ottimo stato di conservazione le pareti affrescate, che sembrano non aver risentito del tempo trascorso.

All’esterno della porta d’ingresso c’è il “Cortile del Giganti” che veniva utilizzato per rappresentazioni teatrali e tornei anche acquatici poiché la parte bassa del cortile poteva essere riempita d’acqua e trasformata in piscina.

***

La mia visita al Castello, come già accennato, si è svolta di sera, nell’ambito della manifestazione denominata “Veneto Spettacoli di Mistero” che si svolge ogni anno nel mese di novembre in molte città del Veneto, dove vengono organizzati eventi, visite, spettacoli, rappresentazioni che abbiano a che fare con il mistero e la magia.

E il Castello del Catajo si presta egregiamente a questa situazione poichè una leggenda narra che il fantasma di una donna sia stato visto più volte aggirarsi tra le stanze.

Questa donna, denominata “la dama azzurra”, potrebbe essere Lucrezia degli Obizzi, appartenente a una delle famiglie più importanti del 600, che sposò Pio Enea I, costruttore del Castello che la donna amava usare come residenza estiva.
La donna infatti viveva tra palazzo Obizzi a Padova e il Castello del Catajo.
Pare che la notte del 14 novembre del 1654 un giovane amico del marito e di lei innamorato, dopo essere stato respinto con decisione dalla donna, la uccise.
Nonostante ella fu sepolta a Padova, la pietra del pavimento su cui fu uccisa, che reca ancora il segno del suo sangue, è stata trasferita al Castello ed è esposta in una parete del portico d’ingresso, proprio in memoria dell’amore che la donna dimostrò verso questa residenza.
Sembrerebbe che da quando la pietra è stata esposta al Castello si verifichino fenomeni inconsueti e non spiegabili.

Una delle foto scattate dal team

Una delle foto scattate dal team “Orizzonti Paranormali” che mostrerebbe una possibile figura femminile

 

Quella stessa sera era presente al castello il team di “Orizzonti Paranormali” un gruppo amatoriale appassionato di misteri e fantasmi che ha svolto presso il Castello dei rilievi con un’apparecchiatura audio video molto sensibile e pare aver rilevato qualcosa di… per lo meno…”strano”.

Eccone la descrizione:
Una sagoma evanescente dalle sembianze di una figura femminile.
L’analisi delle registrazioni acustiche, magnetiche e fotografiche realizzate dal gruppo specializzato nello studio di fenomeni paranormali, offrirebbero spunti di collegamento con la leggenda del fantasma di Lucrezia Obizzi.
In un’altra foto sarebbe riconoscibile invece una figura maschile alta oltre due metri.
Nei file audio si udirebbero mugugni e altri suoni non riconducibili ai presenti “in carne e ossa” durante l’indagine, ma da fonti “terze“.

L’intero resoconto dell’indagine è disponibile al seguente indirizzo.

Questa conclusione, giunta poi a notte fonda, ha reso indubbiamente la visita al Castello molto più suggestiva e impressionante.

Ma consiglio una visita durante la bella stagione per poterne ammirare anche i magnifici esterni e il verde che lo circonda.

Tutte le informazioni sul castello le potete trovare sul sito ufficiale.
(http://www.castellodelcatajo.it/visita.php)

Articolo di
Alessia Scarparo