Scorcio del vecchio porto di Chania

Scorcio del vecchio porto di Chania – Foto di Luca Vivan

Creta sorprende sin dai primi scorci di blu dal finestrino dell’aereo, poi l’impressione tocca terra e si moltiplica in numerose sensazioni, tante quante le sue anime, troppe per essere racchiuse in qualche riga.

Sto parlando di una delle cinque più grandi isole del Mediterraneo, di un lembo di terra che sembra stare a confine tra il Nord ed il Sud, nello spazio intermedio tra l’Ovest e l’Est, vicino all’Europa ma anche all’Africa e all’Asia. Un luogo del genere non puoi circoscriverlo facilmente, non puoi nemmeno cercare di raccontarlo, puoi solo tentare di viverlo a piccoli passi.

Vette innevate anche a metà maggio, paesini senza nome, platani antichi con la loro ombra, Creta non è solo il mare azzurro da immortalare in una foto, qui basta girare l’angolo per trovare resti di storie antichissime.

Oggi ho voglia di ritornare con la memoria a Chania, l’antica Chidonia, la veneziana La Canea. I nomi di una città a volte sono come le sue vesti, diventano veli da scoprire, ognuno con una storia che vuole essere toccata e raccontata.

Porto della vecchia Chania

Porto della vecchia Chania – Foto di Luca Vivan

Puoi lasciare gli hotel sulla costa, dopo che al mattino presto hai camminato sulla spiaggia, risvegliato dal suono delle onde e dalla vista di una bellezza che non lascia tempo per i pensieri, che ti afferra e ti fa sentire felice.

Arrivato al centro della città, dopo un po’ di traffico, qualche negozio per turista e degli anziani che si raccontano il mondo sotto un albero, è tempo di entrare nell’Agorà, un mercato a forma di croce latina costruito nel 1913 per festeggiare l’indipendenza e l’unificazione dell’isola alla Grecia, in seguito ad una lunga storia travagliata che a tratti puoi osservare appena uscito di qui, perdendoti nei vicoli della città vecchia.

Dopo aver vissuto anni a Venezia, luogo profondamente legato a Chania, ho fatto mio un certo spirito nomade, che mi porta a girare per una città, senza troppo darmi pena di un percorso o di programmi dettagliati.

Mi piace lasciarmi cogliere dai colori di una porta, dalle intuizioni di cosa potrebbe essere stato un edificio diroccato o dalla fantasia su cosa potrei trovare dopo una lunga e vecchia scalinata. Prenditi il tuo tempo, perché anche se piccola, la città vecchia è un insieme di strati, di storie che si sono depositate le une sulle altre, come in una ricchissima barriere corallina.

Io ho avuto la fortuna di essere stato accompagnato da una guida locale, Stavroulakis Stavros (+30 6945 994 279, chaniatourguide(at)yahoo.gr) che in una mattinata mi ha fatto assaggiare i sapori di questa città.

Un minareto tra le stradine della vecchia Chania

Un minareto tra le stradine della vecchia Chania – Foto di Luca Vivan

La prima cosa ad avermi colpito è stata la vista dei minareti, torri slanciate verso il cielo, alberi secolari di pietra che sembrano crescere nella penombra di un vicolo.

Scorcio di minareto, Chania

Scorcio di minareto, Chania – Foto di Luca Vivan

Il Mediterraneo per me è un richiamo potente e qualche aspettativa me l’ero portata dietro ma non certo quella di vedere questi simboli musulmani in una terra profondamente cristiana.

Creta è stata infatti dominata dall’impero ottomano dalla fine del ‘600 sino alla fine dell’800, dopo essere stata colonia della Repubblica Serenissima e ancora prima parte dell’impero di Costantinopoli. Così, oltre ai minareti, si trovano chiese cattoliche e resti di mura bizantine, le cui pietre però sono ancora più antiche, resti tangibili della prima grande civiltà dell’isola, quella minoica.

Qui tutto si intreccia e camminare per queste stradine significa entrare nell’ombra di una piccola chiesa con le sue ricchissime icone, subito dopo magari scorgere il marmo decorato di un palazzo dei governanti veneziani e ancora più in là gli scavi di fondazioni di epoca ellenistica, sotto cui però giacciono resti dell’epoca di Minosse. La sensazione dominante è quella di una piacevole confusione, che non si schiarisce nemmeno grazie alle parole della mia guida, anzi, rimane solo la voglia di addentrarsi ancora più profondamente tra i vicoli e le storie.

Sono tante, forse troppe le cose da vedere e da ricordare qui. Colgo allora con sollievo l’idea di salire fino a un piazzale da cui posso godere la vista sul vecchio porto costruito dai Veneziani, con il suo faro, i suoi palazzi disposti come in un anfiteatro, dove protagonista indiscusso è il blu delle acque, una strada liquida che si apre verso il Mediterraneo e tutte quelle civiltà che qui sono venute per poi andarsene, come quelle barche che vedo entrare ed uscire.

Chiesa di S.Nicola, Chania

Chiesa di S.Nicola, Chania – Foto di Luca Vivan

Gli ultimi passi, anche se sento che qui dovrò tornare, li faccio lungo le vecchie banchine, tra i turisti che bevono un lungo caffè sui tavolini di bar che forse una volta erano empori di chissà quale merci, di chissà quale paese del mondo.

Moschea dei Giannizzeri, vecchio porto di Chania

Moschea dei Giannizzeri, vecchio porto di Chania – Foto di Luca Vivan

Arrivo fino ad una moschea e osservando i palazzi in stile veneziano e le acque turchesi, mi sento dentro un perfetto riassunto del Mediterraneo, un mare che alla fine è un mondo, un oceano fatto di civiltà che come onde si sono depositate sulle sue coste, determinandone la bellezza, tra tragedie e contaminazioni, tra infiniti desideri e credenze.

Il viaggio a Creta e la passeggiata nella vecchia Chania, sono stati possibili grazie a Volagratis, l’Ente Nazionale Ellenico per il Turismo e Aegean Airlines.

Articolo di
Luca Vivan