Foto di Fausta B.

Inizia circa 1000 anni fa la storia del Castello di Canossa, edificato da un antenato di Matilde e divenuto in breve tempo il centro fortificato più importante del feudo che si estendeva dalla Toscana a Mantova.

Proprio con la Contessa Canossa ha avuto il suo periodo di maggiore sviluppo e di splendore.

Purtroppo ai giorni nostri è rimasto ben poco di quello che doveva essere un grande maniero costruito su una rupe di arenaria che dominava la valle dell’Enza in provincia di Reggio Emilia.


Foto di Fausta B.

Dal 1878 quando lo stato ha acquistato i ruderi del castello e lo ha dichiarato monumento nazionale molto è stato fatto per far tornare alla luce almeno una piccola parte di quel mondo, ma le tre distruzioni a cui è stato sottoposto il Castello nel corso dei secoli e la pietra arenaria molto friabile su cui è stato costruito non hanno aiutato molto i lavori di scavo.

Tuttavia parecchi reperti si possono ammirare nel Museo intitolato all’archeologo reggiano Prof. Naborre Campanini, costruito sulle rupe a fianco dei resti del castello e molto si può conoscere di questa nobildonna che ha reso grande Canossa anche ascoltando le parole di Federica la guida turistica responsabile del Museo.

Ulteriori informazioni:

=> Castello di Canossa

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Ma facciamo un passo indietro, al tempo di Matilde ovviamente non c’erano le auto e il castello si trova sul punto più alto della rupe, quindi per prima cosa bisogna arrivarci… e come???… naturalmente a piedi salendo i numerosi gradoni costruiti dove si ergevano le tre cinte di mura fortificate che proteggevano il maniero.

Una volta arrivati in cima troviamo il Museo presumibilmente costruito dove un tempo si ergeva il palazzo comitale e i resti delle mure perimetrali e della cripta del complesso religioso di S.Apollonio ospitato all’interno del maniero.

Come dicevo non molto, considerando che in età Matildica il castello di Canossa era costituito da tre corpi principali:

Il mastio nel punto più alto della rupe
Il Palazzo Comitale dove viveva Matilde
Il complesso religioso di S.Apollonio che a sua volta comprendeva la chiesa, le celle dei monaci che vivevano a Canossa, un chiostro e degli spazi comuni.

Nella cripta della chiesa, che noi oggi possiamo solo in parte ammirare, erano sepolti gli antenati di Matilde e sempre nella chiesa era ospitato il fonte Battesimale ritrovato quasi intatto ed ora conservato nel museo.


Foto di Fausta B.

Vale la pena comunque di salire a Canossa e di affacciarsi alla balaustra che domina la valle per ammirare il panorama che si vede dall’alto e magari pensare che è lo stesso panorama che vedeva Matilde da una delle sue stanze del palazzo.

Inutile dire che era una “Donna Speciale”.

Federica – la guida – mi ha raccontato la sua storia, mi ha fatto vedere il plastico della rocca, mi ha mostrato, conservato in una teca protetto, il libro che il monaco Donizone (contemporaneo della contessa e vissuto nel monastero di S.Apollonio) ha scritto come poema celebrativo “Vitha Mathildis” e che ci ha fornito molte notizie relative alla contessa e alla sua famiglia.

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Matilde dopo l’assassinio del padre Bonifacio e la morte prematura dei fratelli, a soli 9 anni, nel 1055 si ritrova unica erede di uno dei più potenti e grandi feudi del tempo.

Rimane alcuni anni in Germania con la madre Beatrice di Lorena, ritorna in Italia giovanissima, dopo il naufragio del suo matrimonio politico con il nobile Goffredo il Gobbo, per governare il suo feudo.

Ha i capelli rossi, è una bella donna, è colta, conosce tre lingue, è un’esperta cavallerizza, è molto religiosa ed è una fedele seguace del Papa.

Proprio il Papa Gregorio VII venne ospitato dalla Contessa a Canossa mentre da Roma si dirigeva ad Augusta per una chiarificazione con l’imperatore scomunicato durante i contrasti scoppiati in quegli anni fra il Papato e l’Impero.

“Andare a Canossa” significa a livello mondiale tuttoggi “perdono ed umiliazione”, è questo quello che ha ottenuto l’imperatore

Enrico IV sotto le mure del Castello in veste di pellegrino, il 26 gennaio del 1077, dopo la mediazione della Contessa Matilde, dal Papa.

Qualche anno più tardi dopo la morte di Gregorio VII, Matilde sposa Guelfo di Baviera, molto più giovane di lei, sempre un matrimonio politico e di nuovo un’unione infelice che dura pochissimo tempo.

Nel 1092 riesce con le sue milizie a mettere in fuga l’esercito imperiale venuto per vendicare l’umiliazione subita qualche anno prima a Canossa, si dice che per caricare le truppe sia andate pure lei in battaglia e sia riuscita ad avere l’appoggio anche dei feudi di Modena e Bologna.

Da quel momento pensa alle sue terre e alla sua gente, fa edificare delle chiese, costruire ospizi per i poveri, allarga e fortifica il suo dominio, partecipa alla nascita dell’Università di bologna.

Muore di gotta nel 1115 e viene sepolta nel monastero di S.Benedetto Po, ma dal 1645 per volere del papa riposa nella Basilica di S.Pietro a Roma, unica donna insieme alla regina Cristina di Svezia, il suo sepolcro detto “Onore e Gloria D’Italia” fu scolpito dal Bernini.

Morta Matilde senza eredi diretti il suo feudo si sfalda e inizia un lungo periodo di decadenza… la contessa era molto amata dalla sua gente e intorno al suo personaggio si è creato un alone di leggenda.

C’è chi la vuole semimonaca dedita alla fede e chi invece pensa che sia stata una donna capace di forti passioni sia spirituali che carnali.

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Notizie utili per visitare il Museo di Canossa:

l’entrata è gratuita come gratuita è la visita guidata con Federica;
il castello è aperto tutti i giorni tranne il lunedi dalle 9.00 / 12.30 e dalle 15.00/19.00.

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A 4 km circa da Canossa, visibile chiaramente dall’alto della rupe, c’è un altro castello Matildico, quello di Rossena con a fianco la torre segnaletica di Rossanella.

L’imponente maniero conservato molto bene nel tempo (sembra tuttora una macchina da guerra) venne costruito proprio come fortezza a difesa di Canossa e doveva con le armi fermare le incursioni nemiche provenienti dalla valle dell’Enza.


Foto di Fausta B.

Oggi è di proprietà della Diocesi Reggiana e ospita all’interno un moderno ostello.

Il Castello di Rossena è parzialmente visitabile e solo con la guida.

Aperto da Aprile a Ottobre solo la domenica e festività dalle 11.00 alle 19.00 e l’ingresso è di 4.50 euro.

Link consigliati:

=> Castelli Reggiani
=> Archeosistemi

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Fra il mito di Matilde e la fortezza di Rossena ti consiglio una deviazione verso il paesino di Sordiglio lungo “l’Antica Strada del Buon ristoro” per una sosta alla Trattoria “Tortelloterapia” (facilmente raggiungibile perché lungo la strada provinciale che attraversa il paese), per dare cibo allo stomaco e non sola alla mente!!!

Da assaggiare oltre i tipici tortelli con ripieno di erbette, patate, funghi, anche quelli con il gorgonzola e in particolare con la zucca e di color cioccolato perchè impastati con la polvere di cacao!!!

Veramente ottimi.

Anche il rapporto qualità/prezzo è buono!

A presto
Fausta